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Il criminale di guerra Putin per intimorire i paesi europei ordina esercitazioni per uso armi nucleari non strategiche. Ma dimentica che anche la nato ne possiede parecchie anche vicino ai suoi confini. E nel frattempo Financial Time fa sapere che la Russia prepara sabotaggi.

Cagliari, 6 Magg 2024 – Putin è un criminale di guerra Pazzo. Solo Orsini ancora non se ne è accorto. E notizia delle ultime ore, il sanguinario dittatore russo minaccia l’uso di armi nucleari tattiche. Una minaccia, a nostro avviso, non concretizzabile. Far scoppiare un ordigno nucleare nei suoi confini sarebbe un’auto bombardamento. Certo la distruzione in Ucraina sarebbe maggiore ma le onde radioattive raggiungerebbe subito anche il territorio russo e con vento favorevole anche la capitale russa. Inoltre è una minaccia che andrà a vuoto perché Putin sa che sarebbe un punto di non ritorno e i paesi europei, con la Nato, si troverebbero obbligati ad usare sul suolo della Russia lo stesso tipo di armi. Quindi quando si afferma che il pazzoide russo usa la paura sul nucleare e solo per intimidire gli altri paesi. E se è costretto a questo nuovo metodo di guerra criminale, vuol dire che non sta vincendo in Ucraina, come raccontano i suoi generali, ma il fronte è abbastanza stabile al di là di qualche centinaio di chilometri conquistati dai russi in questi ultimi mesi. E, quindi, l’annunciata da Mosca è un'esercitazione che dovrà verificare se le truppe sul campo di battaglia sono in grado di utilizzare le armi nucleari tattiche. Queste sono generalmente costituite da ordigni nucleari con un relativamente basso potere distruttivo.

Le esercitazioni coinvolgono la Marina e le truppe di base vicino all'Ucraina, ha affermato oggi il ministero della Difesa russo.

"Durante le esercitazioni verranno adottate una serie di misure per esercitarsi nella preparazione e nell'uso di armi nucleari non strategiche", secondo il ministero.  

Le esercitazioni nucleari russe rispondono alle affermazioni occidentali sull'invio di truppe in Ucraina. Lo afferma il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, come riporta Tass. "Le dichiarazioni di Macron sul possibile invio di truppe in Ucraina segnano una serie di tensioni senza precedenti", aggiunge Peskov. 

"Il Cremlino ha interesse a continuare con l'escalation, noi chiediamo di fermare i comportamenti irresponsabili, come l'uso della minaccia nucleare". Lo dichiara il portavoce del Servizio di Azione Esterna dell'Ue riguardo all'annuncio di esercitazioni delle forze russe con le armi nucleari tattiche nei pressi dell'Ucraina.

"Le forze russe stanno esercitando una forte pressione sulle linee ucraine nel Donbas, portando distruzione, intensificando gli attacchi contro le infrastrutture ferroviarie e le reti energetiche: stanno prendendo di mira soprattutto i sistemi energetici, le dighe e ora anche i depositi di gas, tutte cose fondamentali per la difesa ucraina". Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Josep Borrell intervenendo all'EU-Ukraine Defence Industries Forum.

"Città come Kharkiv e Odessa, città bellissime che ho visitato qualche mese fa, sono costantemente bombardate con missili balistici e droni. Putin vuole bombardare gli abitanti per scacciarli. E, come sapete, ogni giorno in Ucraina muoiono o rimangono feriti dei civili. Questo accade perché all'Ucraina mancano le munizioni per la difesa aerea e l'artiglieria.

L'Ucraina ha subito "la conquista di qualche piccola città" ma questo "non significa che siamo a un passo dalla sconfitta" di Kiev. Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a 'Mattino 5' su Canale 5. C'è stato, dunque, "qualche arretramento" ma "non voglio pensare" a un intervento "della Nato in Ucraina. Non se n'è mai parlato - ha aggiunto - Abbiamo chiesto che l'Ucraina possa entrare nell'Alleanza solo alla fine della guerra" proprio "per evitare un aumento della tensione". Anche perché, ha concluso, "anche per i russi non è facile conquistare territori e poi mantenerli visto che hanno la popolazione contro".

L'aggressione russa all'Ucraina, il riaccendersi del conflitto israelo-palestinese, il terrorismo internazionale mai sopito pongono "una serie di sfide che potrei definire le più complesse dalla guerra fredda a oggi".

Lo afferma il Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, designato quale 34esimo presidente del Comitato militare della Nato dal gennaio 2025, alla riunione del Gruppo speciale Mediterraneo e Medioriente dell'Assemblea parlamentare Nato, aggiungendo che a "inasprire il quadro c'è l'impiego di forme di minacce ibride ed estese campagne di disinformazione" che arrivano da "Russia, Cina e Iran".

Intanto "Le industrie della difesa dell'Ue e dell'Ucraina si riuniscono qui. Siamo oltre 140 aziende da 25 Paesi diversi. E l'obiettivo è accoppiare le capacità di difesa europee e dell'Ucraina e vedere quali sono le opportunità per usare i fondi europei per produrre di più e in modo veloce. Se possibile direttamente in Ucraina. È importante che la produzione sia fatta in Ucraina, da aziende ucraine, sostenute dall'Ue. Risparmiamo i costi di trasporti e produciamo dove serve".

Lo ha dichiarato l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo alla riunione dell'industria della difesa europea e ucraina.

"L'industria della difesa ucraina ha dimostrato che è capace, competitiva nei prezzi e che non è concorrente a quella europea perché noi produciamo solo quelle cose già usate sul campo". Lo ha dichiarato il ministro ucraino per le Industrie strategice, Oleksandr Kamyshin, al suo arrivo alla riunione con l'industria Ue a Bruxelles. "Nel breve termine il nostro obiettivo è trovare fondi ulteriori per gli appalti dell'industria ucraina per le forze armate ucraine. È il modo più veloce per aiutare il fronte", ha aggiunto.  

"Ora la Russia stessa usa la parola ''guerra'' e la fa sua. E' uscita da tutti gli schemi ed è tornata sostanzialmente alla logica della guerra totale". Ad affermarlo, nella lunga intervista rilasciata a The Economist, è stato il presidente francese Emmanuel Macron. 'Il Foglio' pubblica oggi ampi stralci dell'intervista.
"Oggi la Russia è diventata una potenza iper-equipaggiata che continua a investire massicciamente in tutti i tipi di armamenti e che ha adottato una posizione di non conformità al diritto internazionale, di aggressione territoriale e di aggressione in tutte le aree di conflitto conosciute. Oggi è anche una potenza di destabilizzazione regionale ovunque possa", osserva. "Quindi sì, la Russia, con il suo comportamento e le sue scelte, è diventata una minaccia per la sicurezza degli europei. Nonostante tutti gli sforzi compiuti dalla Francia, ma anche dalla Germania e dagli Stati Uniti", continua, confermando la sua dichiarazione sull'invio di truppe di terra.

"Assolutamente sì", afferma. "Come ho detto, non escludo nulla, perché abbiamo davanti a noi qualcuno che non esclude nulla. Senza dubbio siamo stati troppo esitanti nel formulare i limiti della nostra azione a qualcuno che non ne ha più e che è l'aggressore. La nostra capacità è quella di essere credibili, di continuare ad aiutare, di dare all'Ucraina i mezzi per resistere. Ma la nostra credibilità dipende anche da una certa capacità di dissuadere, non dando piena visibilità a ciò che faremo o non faremo. Altrimenti ci indeboliamo".

"Le truppe ex sovietiche che arrivano a Kiev sarebbero un elemento totalmente destabilizzante per l'Europa e per il mondo. E porterebbero inevitabilmente a uno scontro con altre nazioni che non accetterebbero i carri armati russi al confine". Lo spiega il ministro della Difesa Guido Crosetto in un'intervista al Messaggero in cui parla del conflitto ucraino e della necessità di continuare sostenere il Paese.
"Se dovessero espugnare la capitale ucraina - prosegue - si aprirebbe uno scontro drammatico. Purtroppo temo che Putin voglia tutta l'Ucraina e in più nessuno ci assicura che si fermerà all'Ucraina. E' evidente che ha in mente un ordine internazionale, in cui chi è più forte, se e quando vuole, si prende le altre nazioni". Secondo il ministro la spesa militare italiana va aumentata.

"Dobbiamo porci il problema se vogliamo essere all'altezza della sfida tremenda che è stata scatenata. Gli Stati Uniti - sottolinea - sono ben oltre il 3 per cento, nel rapporto con il Pil, per le spese militari. La Gran Bretagna ha appena dichiarato di voler superare il 2 e mezzo. La Polonia è al 4. La Francia e la Germania hanno raggiunto il 2. L'Italia è tra i pochissimi Paesi della Nato di gran lunga sotto l'obiettivo che tutti i governi di tutti i colori politici, succedutisi in questi anni, si sono impegnati a raggiungere".

Le spese per la difesa vanno però "escluse dal calcolo del deficit proprio per evitare che incidano su altre" perché "come dimostra la vicenda ucraina, non esisteranno più welfare, sanità, istruzione, libertà. L'Italia deve assumersi la responsabilità e decidere che cosa vuole essere nel consesso internazionale. Vuole essere un Paese che conta? O un Paese struzzo che mette la testa sotto la sabbia e si affida al caso?", conclude. 

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