Press "Enter" to skip to content

Papa a Verona in visita pastorale: “Il male non è normale, se ci abituiamo siamo complici”.

Verona, 18 Magg 2024 - Papa Francesco è partito alle 6.30 di questa mattina in elicottero dall'eliporto del Vaticano per recarsi in visita pastorale a Verona. Al suo arrivo nella città veneta, dopo l'atterraggio nel piazzale adiacente allo stadio Bentegodi, il Pontefice è stato accolto dal vescovo di Verona, monsignor Domenico Pompili, dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dal prefetto della città, Demetrio Martino, e dal sindaco Damiano Tommasi. Papa Francesco è poi salito sull'auto papale verso la Basilica di San Zeno per l'incontro con i sacerdoti e i consacrati. Al termine, in Piazza San Zeno, l'incontro con i bambini e i ragazzi, prima di andare all'Arena di Verona per l'evento "Arena di Pace - Giustizia e Pace si baceranno".

Sono circa 800 le persone presenti all'interno della Basilica di San Zeno a Verona dove Papa Francesco sta incontrando sacerdoti e religiosi. Altre 5.500 si trovano fuori, in Piazza San Zeno. Lo rende noto la Sala stampa del Vaticano. "C'è il rischio che il male diventi normale. È un rischio questo... Il male non è normale. Non deve essere normale. Nell'inferno sì, ma qui no. Il male non può essere normale e che facciamo l'abitudine delle cose brutte... e così diventiamo complici". Così Papa Francesco in un passaggio a braccio nella Basilica di San Zeno di Verona durante l'incontro con i sacerdoti e i consacrati. No al carrierismo e alla promozione di noi stessi. Bergoglio ha evidenziato il rischio ''di vivere anche l'apostolato nella logica della promozione di noi stessi e della ricerca del consenso, anche di fare carriera: e' bruttissimo; invece che spendere la vita per il Vangelo e per un servizio gratuito alla Chiesa''. ''È Lui che ha scelto noi: se ricordiamo questo, anche quando avvertiamo il peso della stanchezza e di qualche delusione, rimaniamo sereni e fiduciosi, certi che Lui non ci lascerà a mani vuote. Ci farà aspettare ma mai a mani vuote'', ha osservato Francesco.

Papa Francesco è all'Arena di Verona, per prendere parte all'evento "Arena di pace". Oltre 10mila persone lo salutano con applausi.
L'arrivo del Pontefice ha "interrotto" il discorso che stava svolgendo sul palco don Luigi Ciotti, incentrato sul no alla guerra e alle armi. All'Arena sventolano tante bandiere della pace. Tante le personalità internazionali presenti. Il Pontefice dialoga intorno a cinque temi: migrazioni, lavoro ed economia, ambiente, disarmo, diritti.

"La cultura fortemente marcata dall'individualismo rischia sempre di far sparire la dimensione della comunità, dei legami vitali che ci sostengono e ci fanno avanzare. E questa in termini politici è la radice delle dittature. E inevitabilmente produce delle conseguenze anche sul modo in cui si intende l'autorità. Chi ricopre un ruolo di responsabilità in un'istituzione politica, oppure in un'impresa o in una realtà di impegno sociale, rischia di sentirsi investito del compito di salvare gli altri come se fosse un eroe. Questo avvelena l'autorità. E questa è una delle cause della solitudine che tante persone in posizione di responsabilità confessano di sperimentare, come pure una delle ragioni per cui siamo testimoni di un crescente disimpegno". Lo ha detto papa Francesco nell'incontro all'Arena di Verona sulla giustizia e la pace, rispondendo a una domanda sul tema "La pace va organizzata" rivoltagli dall'afghana Mahbouba Seraj, venuta da Kabul, e da Giulia Venia del gruppo di lavoro sulla democrazia.
"Se l'idea che abbiamo del leader è quella di un solitario, al di sopra di tutti gli altri, chiamato a decidere e agire per conto loro e in loro favore, allora stiamo facendo nostra una visione impoverita e impoverente, che finisce per prosciugare le energie creative di chi è leader e per rendere sterile l'insieme della comunità e della società", ha avvertito il Pontefice, secondo cui "nessuno esiste senza gli altri, nessuno può fare tutto da solo".
"Allora - ha proseguito - l'autorità di cui abbiamo bisogno è quella che innanzi tutto è in grado di riconoscere i propri punti di forza e i propri limiti, e quindi di capire a chi rivolgersi per avere aiuto e collaborazione. L'autorità è sostanzialmente collaborativa. L'autorità per costruire processi solidi di pace sa infatti valorizzare quanto c'è di buono in ognuno, sa fidarsi, e così permette alle persone di sentirsi a loro volta capaci di dare un contributo significativo". Per il Papa, "questo tipo di autorità favorisce la partecipazione, che spesso si riconosce essere insufficiente sia per quantità che per qualità".

Inoltre, secondo Francesco, "una grande sfida oggi è risvegliare nei giovani la passione per la partecipazione. La forza dell'insieme. Bisogna investire sui giovani, sulla loro formazione, per trasmettere il messaggio che la strada per il futuro non può passare solo attraverso l'impegno di un singolo, per quanto animato delle migliori intenzioni e con la preparazione necessaria, ma passa attraverso l'azione di un popolo, il popolo è protagonista, in cui ognuno fa la propria parte, ciascuno in base ai propri compiti e secondo le proprie capacità". 

Comments are closed.