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Banca Etruria, Boschi con la faccia tosta nega la realtà: “Solo strumentalizzazioni, vado avanti”. M5S: “Ha mentito, si dimetta”.

Roma, 21 Dic 2017 - "Non sono stata io a chiedere di acquisire. Io mi sono informata sul se, non ho chiesto di. E' una informazione, non una pressione. C'è una differenza abissale". Lo afferma Maria Elena Boschi in un'intervista a La Stampa dopo le polemiche che l'hanno investita a seguito dell'audizione dell'ex Ad di Banca Etruria, Federico Ghizzoni. Quest'ultimo ha riferito di un incontro proprio con la Boschi dove gli chiese "se era pensabile valutare un'acquisizione o un intervento su Etruria". Un "colloquio cordiale", ha aggiunto, spiegando di non "aver avvertito pressioni". L'ex Ad ha inoltre raccontato di una mail dell'imprenditore Marco Carrai che chiedeva di Etruria. Carrai si è apprestato subito a chiarire che si è trattato: "Solo di una questione tecnica, un mio cliente stava verificando il dossier".

L'ex ad di Unicredit in pratica ha così confermato quello che Ferruccio De Bortoli racconta nel suo libro "Poteri forti (o quasi)" che ha fatto scoppiare il caso: l'allora ex ministro per le Riforme nel 2015, non ebbe problemi a rivolgersi direttamente a Federico Ghizzoni al quale chiese "di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria - scrive De Bortoli - La domanda era inusuale da parte di un membro del governo all'amministratore delegato di una banca quotata. Ghizzoni, comunque, incaricò un suo collaboratore di fare le opportune valutazioni patrimoniali, poi decise di lasciar perdere".

Boschi - sempre nell'intervista rilasciata al quotidiano torinese - in relazione a quanto si sta scrivendo sulle parole di Ghizzoni dice: "A me pare evidente quanto sia meschina la strumentalizzazione di queste ore. Se chiedono a me, io darò la disponibilità a correre in qualsiasi collegio con l'entusiasmo e la forza di chi non ha niente da temere. Perchè la verità è più forte delle strumentalizzazioni".

Della vicenda - che sta sollevando un polverono politico - è tornato a parlare l'ex premier, Matteo Renzi che - in una lettera a Repubblica firmata con il Presidente del Pd Matteo Orfini afferma: "Su Etruria l'attenzione morbosa è stata sulle agende, sugli incontri, sul gossip, senza toccare il vero punto: che non c'è stata alcuna pressione ma una doverosa attività di informazione e attenzione. Quando c'è stato da commissariare, noi abbiamo commissariato senza riguardo ai nomi e ai cognomi. Nessuno ha avuto favoritismi, tutt'altro. Ma proprio per questo siamo seri - aggiunge -: davvero può essere credibile l'attenzione spasmodica alle vicende di una piccola banca che comunque il Governo ha trattato esattamente come le altre nelle stesse situazioni? Non suona stupefacente il fatto che si insista in modo ossessivo su una singola vicenda - peraltro del tutto legittima - e si rifiuti di guardare il problema nella sua gravità e complessità?".

"Quando il peso della propaganda scemerà - ha sottolineato a sua volta il senatore Dem Andrea Marcucci - si capirà meglio che Maria Elena Boschi su Etruria si è limitata a fare ciò che tutti avrebbero fatto ovvero preoccuparsi di un'istituzione importante del suo territorio". Ed ha aggiunto: "Il lavoro della commissione di inchiesta sulle banche servirà al Paese. Il Pd l'ha voluta istituire per tutelare i risparmiatori nel futuro, con l'esperienza dei gravissimi errori che la vigilanza ha commesso negli anni scorsi".

Dura la reazione delle opposizioni che non fanno sconti alla Boschi: "Ha mentito al Parlamento ed è intollerabile che resti nelle istituzioni - ha attaccato Luigi Di Maio, candidato premier del M5S - A Gentiloni chiediamo che venga allontanata. Quando andremo al governo faremo una legge seria contro il conflitto di interessi".

Anche Forza Italia, con il Capogruppo alla Camera, Renato Brunetta va giù pesante sul ruolo avuto dall'allora ex ministro per Le Riforme: "C'è stata una richiesta di intervento a Ghizzoni, Unicredit ha fatto la due diligence e l'analisi ha portato alla conclusione che la bancEtruria stava male, era stata oggetto di numerose ispezioni. Boschi vede Ghizzoni tre-quattro volte mentre le ispezioni erano ancora in corso, Boschi vede Vegas e Panetta a ispezioni in corso, per cui il conflitto di interessi oggettivo è assolutamente dimostrato".

Di conflitto di interessi parla anche Roberto Speranza di Liberi e Uguali. "Sul caso Banca Etruria e Maria Elena Boschi c'è un patetico tentativo di nascondere un conflitto di interessi - dice - che ormai è sotto gli occhi di tutti. Non si capisce perché non ci sia una parola netta da parte di Gentiloni - commenta Roberto Speranza di Liberi e Uguali - Boschi non doveva neanche entrare in questo governo, doveva smettere di fare politica dopo la sconfitta del referendum e poi l'abbiamo ritrovata in un ruolo chiave". "In qualunque altra democrazia occidentale - ha aggiunto - 5 minuti dopo si prende atto e si volta pagina".

Durante il suo intervento l'allora ministro per le Riforme - in un passaggio - tenne a sottolineare: "Resta la verità dei fatti: mio padre è stato commissariato dal Governo ed è stato sanzionato da Banca d’Italia. Non c’è nessun favoritismo nella nostra Italia. Ma la mozione si interroga su altri elementi. I firmatari della mozione si chiedono se in qualche modo i provvedimenti di questo Governo possano aver favorito me o la mia famiglia, sia con il decreto di trasformazione delle banche popolari, che si asserisce avrebbe fatto guadagnare a me e alla mia famiglia delle plusvalenze, sia con l’ultimo decreto di novembre, che avrebbe salvaguardato me e la mia famiglia più degli altri azionisti, a differenza degli altri azionisti. Anche questo non è vero. Come è noto io posseggo, o sarebbe meglio dire possedevo, 1557 azioni di Banca Etruria che ho acquistato ad un valore di poco inferiore a un euro ciascuna, quindi avevano un valore iniziale di circa 1500 euro, così forniamo anche informazioni a chi non era in grado di dare un valore a queste azioni peraltro a tutti noto. Come sapete dopo il decreto di questo Governo, il valore delle azioni è stato azzerato, quindi oggi equivalgono a zero e sono carta straccia, come quelle di tutti gli altri azionisti. Anche i membri della mia famiglia hanno dei piccoli pacchetti azionari in Banca Etruria. Come consente la legge non hanno fornito informazioni sui loro titoli, ma sicuramente non si offenderanno se lo farò io oggi in quest’Aula".

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