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Concertone sotto la pioggia tra show e monologhi. Massini: “Chi muore sul lavoro, muore due volte”.

Roma, 2 Magg 2024 - Human Rights. È la scritta che campeggia sulla t-shirt sfoggiata da Rose Villain al Concertone del Primo Maggio a Roma. La cantante durante la sua esibizione ha sottolineato come "la musica unisce e in questo momento c'è tanto più bisogno di unione".

La pioggia sembra concedere una pausa e il Concertone di Roma riparte per la serata dei grandi ospiti. Si parte con la 'Bella Ciao dance', (per fare contenta la Meloni ma la camicetta nera avrebbe sicuramente voluto sentire Faccetta nera) cantata a squarciagola dalle migliaia di ragazze e ragazzi che da questo pomeriggio sfidano il maltempo che si è abbattuto sulla Capitale per vedere i loro beniamini esibirsi sul palco allestito al Circo Massimo. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha detto quasi 'en passant' che il prossimo anno si tornerà alla classica location a Piazza San Giovanni, per cui l'evento di quest'anno resterà unico nell'eccezionalità della cornice che fa da sfondo all'evento musicale.  In programma, in ordine di apparizione, le esibizioni di Negramaro, Rosa Linn, Coez e Frah Quintale, Rose Villain, La Rappresentante Di Lista. Quindi, dopo l'intervento dell'etologa, antropologa e scrittrice britannica Jane Godall, toccherà a Achille Lauro, Geolier, Colapesce e Dimartino. Quindi i conduttori Ermal Meta e Noemi cantano 'La guerra di Piero' di Fabrizio De Andre'. Seguiranno, dalle 22, le esibizioni di Tananai, Mahmood, Ariete, Paolo Jannacci e Stefano Massini. Alle 22.48 da scaletta è previsto il cantante più atteso, Ultimo, per la prima volta al concerto del Primo Maggio.   A chiudere la kermesse Dargen D'Amico, Noemi, Ermal Meta, Cosmo e Piero Pelù. 

"Articolo 2: Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Articolo 4: Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; articolo 5: Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti". Achille Lauro, dal palco del Concertone del Primo Maggio, ha letto alcuni articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

“Siete 50/60.000 stasera, bellissimi da guardare ma anche terribili da guardare. Siete tanti quanti i morti sul lavoro. Ogni volta che un lavoratore muore sul posto di lavoro è una carneficina, è uno sfascio, un massacro. Sono un antisfascista, perché oggi se dici antifascista ti identifica la Digos. E allora vorrei dire alla Digos, identificateli tutti”. Così lo scrittore Stefano Massini sul palco del Concertone del Primo Maggio insieme al cantautore Paolo Jannacci. Chi muore sul lavoro nuore due volte, la seconda quando dicono che sei morto per un incidente. Chi muore sul lavoro muore tre volte, la terza volta quando non gliene frega un cazzo a nessuno. In Italia si può morire due, tre, quattro volte, la quarta quando ti accorgi che sei morto invano, E da uomo diventi fotografia”, ha aggiunto Massini. La coppia ha poi proposto il brano ‘L’uomo nel lampo’.

"Domani chi di voi andrà a scuola? E c'è qualcuno che ha smesso di andarci? Qualcuno che si sentiva escluso, che non era a suo agio? Sapete? Il mio primo mese nella scuola italiana è stato veramente difficile. Non capivo niente di quello che si diceva in classe. Non capivo i compagni, non capivo i professori. Mi sono dovuto impegnare tanto per recuperare, al punto da addormentarmi sui libri. E per fortuna mi è stata data la possibilità di mettermi al passo con gli altri". Lo ha raccontato Ermal Meta, nato in Albania, dal palco del Primo Maggio.   

"Ricordo che i professori mi parlavano più lentamente e mi davano il tempo di appuntarmi tutto ciò che non capivo su dei quaderni - ha detto rivolto al pubblico -. Ecco, penso che sia stato questo, all'inizio, il significato della parola istruzione per me. Avere la possibilità di vivere una scuola inclusiva, quando il termine inclusivo nemmeno si utilizzava. La parola istruzione è fortemente legata ad un'altra parola: 'uguaglianza', che significa avere tutti gli stessi diritti e le stesse opportunità".   

Poi continua: "A volte, però, pur nell'uguaglianza siamo diversi e qualcuno può partire svantaggiato nel proprio cammino. Ed è così che ci rendiamo conto che la parola uguaglianza, da sola, non è sufficiente. È a questo punto che ci viene in soccorso un'altra bellissima parola: 'equità'. Mentre l'uguaglianza ci mette tutti sullo stesso piano, l'equità si muove dalla diversità di ciascuno, per offrirgli ciò di cui ha bisogno per realizzare sé stesso, perché tutti devono poter guardare l'orizzonte del proprio futuro in egual modo".

"Equità è un bambino che non è costretto a studiare in un'altra classe a causa della sua disabilità. Equità è valutare il rendimento dei ragazzi in base al loro impegno, ognuno secondo le proprie possibilità. Equità è garantire a tutti, ma   proprio a tutti, non gli stessi strumenti, ma gli strumenti di cui ciascuno ha bisogno. In fin dei conti, non si può valutare un pesce dalla sua capacità di arrampicarsi su un albero. L'equità nell'istruzione è essenziale per garantire un futuro in cui ogni individuo possa realizzare se stesso. Dobbiamo eliminare i pregiudizi e le barriere che limitano l'inclusione, affinché nessuno venga lasciato indietro. Perché il futuro è una promessa che dev'essere mantenuta per tutti".

"Io con la mia pelle ho sempre avuto un pessimo rapporto. Sono cresciuta in una società che non mi ha mai detto che potevo essere trans e poi, quando ho scoperto che era possibile, mi ha fatta sentire sbagliata, da guarire e obbligata ad aderire a degli standard per essere accettata". Con un intervento intenso e molto forte la trans Elisa Calaseggio ha parlato al Concertone del Primo maggio di Roma prima che i suoi amici Ex Otago cantassero 'La nostra pelle'. 

Il tema delle persone trans interessa in maniera particolare la Festa dei lavoratori proprio perché sono le più penalizzate. "Noi persone trans siamo state anche bambini trans che non hanno avuto gli strumenti per comprendersi e le parole per raccontarsi se non quelle stigmatizzanti - ha detto Elisa - secondo alcune ricerche le persone trans sono le persone con un tasso di disoccupazione doppio rispetto a quelle cis, un dato che si aggiunge ai costi proibitivi per accedere al percorso di transizione considerato un capriccio".  

Quindi ha voluto ricordare Cloe Bianco, "donna trans, insegnante sollevata dal suo incarico dopo il suo coming out. Cloe ha subito discriminazioni e marginalizzazione fino a togliersi la vita dandosi fuoco", ha detto ricordando la tragica fine della professoressa transgender originaria di Marcon, provincia di Venezia, che a giugno, a 58 anni, è morta suicida, carbonizzata nel suo camper, che utilizzava come abitazione.    "La nostra pelle, come quella di chiunque altro, ha un valore inestimabile e la nostra esistenza è rivoluzione. Qualunque pelle abiti - ha concluso - tu non tradirti mai".

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