Press "Enter" to skip to content

Tregua, forse oggi la risposta di Hamas. Sinwar: “Una trappola”, Netanyahu che non vuole la fine della guerra perché nel contempo è la sua fine: “La guerra non si ferma”.

Gaza, 2 Magg 2024 – Yahya Sinwar, leader di Hamas a Gaza, considera la proposta di intesa per una tregua come "una trappola". Lo riferisce la tv israeliana Channel 12 che cita una fonte vicina a Sinwar, secondo quanto riferisce il Times of Israel.

Il premier israeliano Netanyahu ha detto al Segretario di Stato americano Blinken che non accetterà un accordo con Hamas che includa la fine della guerra. Secondo Netanyahu, se Hamas non abbassa le sue richieste non ci sarà accordo di tregua e Israele attaccherà Rafah.  

Secondo Sinwar, "la proposta sul tavolo non è una proposta egiziana, ma una proposta israeliana sotto mentite spoglie". La fonte ha riferito a Channel 12 che Sinwar sarebbe riluttante in quanto l'accordo non garantisce la fine della guerra e afferma anche che i recenti commenti a favore dell'intesa da parte dei leader di Hamas in esilio sono privi di significato in quanto non parlano a nome del gruppo. 

Il segretario di Stato Usa Antony Blinken, in visita in Israele, ha suggerito allo Stato ebraico "altre soluzioni" piuttosto che attaccare Rafah, l'ultima cittadina nel sud della Striscia di Gaza dove ci sono un milione e mezzo di sfollati, e allo stesso tempo ha esortato Hamas ad accettare l'intesa, perché in caso contrario mostrerebbe che non gli importa nulla del destino dei palestinesi.

Un alto funzionario di Hamas in Libano Osama Hamdan ha detto ieri sera in un'intervista alla televisione libanese che "la posizione dell'organizzazione sull'attuale documento negoziale è negativa". Lo riporta Haaretz citando il New York Times. 

L'ufficio di Hamas ha poi chiarito quanto riferito da Hamdan, precisando che "la posizione negativa non significa che i negoziati si siano interrotti". Ieri è stata avanzata dai mediatori egiziani una proposta di cessate il fuoco.

Cresce la tensione all'UCLA, l'Università della California a Los Angeles. Le autorità hanno ordinato agli studenti filo-palestinesi che presidiano una parte del campus di sgomberare, sotto la minaccia di denuncia per manifestazione non autorizzata, ma la maggior parte dei dimostranti ha deciso di restare. Nelle ultime ore dunque la polizia ha circondato l'Università e si teme che sia imminente un assalto violento contro gli studenti, già attaccati la notte scorsa da contro-manifestanti filoisraeliani. 

Il tutto, mentre amministratori e polizia si trovano ad affrontare intense critiche per non aver agito tempestivamente per fermare l'aggressione dei contro-manifestanti. Studenti, ex studenti, professori e simpatizzanti continuano a presidiare il campus e preparano barricate, mentre si alternano oratori, canti e slogan. Anche in altre Università americane la polizia è intervenuta a disperdere le proteste. Smantellato nelle ultime ore l'accampamento nel Dartmouth College, in New Hampshire, mentre i manifestanti si sono scontrati con polizia nell'Università del Wisconsin, a Madison.

La polizia dell'Arizona ha sparato ieri pomeriggio proiettili di gomma e al peperoncino contro manifestanti alla University of Arizona durante le proteste di gruppi di filo-palestinesi e filo-israeliani: lo ha reso noto il presidente dell'ateneo, Robert Robbins, secondo cui le forze dell'ordine hanno fatto un "uso minimo" di proiettili e hanno indossato attrezzature tattiche di sicurezza per disperdere la folla. "Non avevano altra scelta se non quella di adottare misure significative" di fronte alle "azioni pericolose" di centinaia di manifestanti, afferma Robbins in un comunicato.

Un altro stato del Sud America, la Colombia, rompe le relazioni diplomatiche con Israele a causa della guerra "genocida" a Gaza, ha annunciato il presidente colombiano Gustavo Petro.

Non si è fatta attendere la reazione del ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, che ha definito Petro "antisemita e pieno di odio".

Al contrario, Hamas ha celebrato l'annuncio della rottura delle relazioni diplomatiche con Israele, definendola una "vittoria".

More from PRIMA PAGINAMore posts in PRIMA PAGINA »

Comments are closed.