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Domani mattina in Consiglio regionale i gruppi di maggioranza presenteranno un disegno di legge finalizzata a una mobilitazione generale in contrasto ai rischi di disastro ambientale sull’intero territorio.

Cagliari, 2 Magg 2024 – Domani, Venerdì 3 maggio, presso la sala Conferenze del Consiglio regionale, i gruppi di maggioranza in Consiglio regionale presenteranno la mozione con cui si promuove la proclamazione di una giornata di protesta, analisi e studio finalizzata alla sospensione degli effetti e alla modifica dei termini dell’art 20 del d.lgs 199/2021, finalizzata a una mobilitazione generale in contrasto ai rischi di disastro ambientale sull’intero territorio sardo derivanti dalla incontrollabile installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

“La Sardegna e i sardi si uniscano a difesa del patrimonio paesaggistico, ambientale e culturale della nostra Regione, esposta al il rischio di un'espansione incontrollata di attività speculative nel settore delle rinnovabili, stimolate da una normativa nazionale che, nella sua attuale formulazione, ne incentiva lo sviluppo senza restrizioni adeguate e dal potenziale impatto ambientale devastante”, spiegano i proponenti.

“È necessario dar forza all’iniziativa della Giunta regionale che, con il disegno di legge approvato lo scorso 30 aprile, punta ad attivare un percorso di tipo legislativo per favorire l’incontro tra la Regione Sardegna e lo Stato sui punti più controversi del quadro normativo nazionale vigente, da cui scaturiscono le criticità più pericolose”.

“Non siamo contro le rinnovabili – precisano i proponenti – ma per la necessità di ripristinare un processo pianificatorio e autorizzativo ordinato e rispettoso delle competenze della nostra Regione, alla quale spetta il diritto e il dovere di poter decidere, sul proprio territorio, l’individuazione delle aree idonee ad ospitare impianti a fonti rinnovabili, soprattutto quelli di dimensioni a grande impatto ambientale e socioeconomico, come le centinaia che si stanno proponendo ogni mese, sino a raggiungere cifre da far paura. E, soprattutto, senza travalicare il limite di produzione energetica che inevitabilmente trasformerebbe la Sardegna in una nuova servitù”.

“Serve una grande mobilitazione popolare – concludono – che parta dal Consiglio regionale, del quale proponiamo la convocazione in seduta straordinaria, ma che veda coinvolti anche tutti i parlamentari, i 377 Consigli comunale della Sardegna, gli organismi assembleari di tutte le organizzazioni associazionistiche economiche, sindacali, sociali, culturali, sportive, i consorzi, convocati simultaneamente per condividere una battaglia che, se non combattiamo tutti insieme e senza distinzione di colore politico, rischiamo di perdere”. Red

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