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Caso Torrisi. L’inutile Orfini accusa: bersaniani e alfaniani hanno tradito ed il leader di Ap risponde: Pd vuole crisi? Lo dica.

Roma, 6 Apr 2017 - "Il senatore Torrisi non rappresenta Ap al vertice della commissione Affari costituzionali". Così il Ministro degli Esteri e presidente di Alternativa popolare Angelino Alfano. "Torrisi ha scelto la sua strada. La nostra è diversa, ne prendiamo atto", ha concluso.

In precedenza Alfano, nel corso di una conferenza stampa, aveva dichiarato: "Ho chiesto a Torrisi di rinunciare perché siamo leali e rispettiamo i patti e nei patti la presidenza spettava al Pd. Non era il nostro obiettivo avere il presidente della commissione. Gli ho parlato e mi ha chiesto di rifletterci 24 ore ed essendo una persona stimata ho acconsentito. Gli ho detto che per noi è una questione di principio e gli ho detto che la sua presenza alla presidenza della Commissione è alternativa alla sua presenza in Ap".

"Dimettermi? Io l'ho detto ad Alfano, come agli amici e colleghi del Pd. Trovate una soluzione alternativa e io passo. Ma se non c'è...". Salvatore Torrisi, senatore di Ap eletto coi voti delle opposizioni alla presidenza della commissione che esaminerà la riforma elettorale, rilascia interviste sia a 'Repubblica' che al 'Corriere'. E sulla possibilità di una crisi di governo dice: "Se Renzi apre la crisi per la mia elezione il Paese gli ride dietro".

Il senatore centrista spiega: "Più volte il mio gruppo mi aveva proposto per altri incarichi in questi anni e poi mi sono sempre fatto da parte. Ora perché dovrei?". Insomma, "sono molto infastidito: abbiamo appena votato la fiducia, da oggi in commissione manderò avanti i provvedimenti del governo, ma sembra non bastare". Torrisi ribadisce di aver votato il collega del Pd Pagliari, "come da accordi di maggioranza" ma "i numeri parlano chiaro, alla maggioranza sono mancati forse sei voti. Non i nostri, comunque". E assicura: "Sono un uomo di equilibrio. Vi dice niente il fatto che ben due leggi maggioritarie siano state bocciate dalla Corte?". Alfano, leader di Ap, "non dovrebbe avere motivi di preoccupazione. Tutti mi hanno riconosciuto che in questi 4 mesi sono stato un presidente di garanzia".

Alfano: Pd cerca pretesti per crisi? Lo dica Un chiarimento per andare avanti, perché "noi vogliamo reggere il peso della maggioranza e portare a compimento la legislatura. Ma questo impegno si basa sulla lealtà reciproca, non sul lavorio per creare incidenti". Lo chiede Matteo Orfini, in un colloquio con la Stampa, dopo lo scontro nato nella maggioranza a seguito dell'elezione del senatore di Ap Torrisi alla testa della Commissione Affari Costituzionali.

"Apprezziamo molto la presa di distanza di Alfano, che ha chiesto le dimissioni di Torrisi, ma ovviamente resta un grave problema politico. Sia da parte degli scissionisti, sia da altre parti, è venuta meno la lealtà nella maggioranza. Una ferita che deve essere rimarginata", avverte Orfini.  "Abbiamo subito una scissione in nome della stabilità di governo, dicevano che noi non sostenevamo abbastanza il governo. Ora quelli che accusavano noi votano con la destra e con M5s contro la maggioranza", conclude il reggente del Pd.

Sulla stessa lunghezza d'onda il capogruppo dem alla Camera, Ettore Rosato, il quale ritiene "urgente una verifica sulla tenuta della maggioranza". In un'intervista a Repubblica, Rosato lancia poi un avvertimento sulla legge elettorale: "Se in Parlamento non c'è più stabilità, mani libere per gli accordi sulla riforma".

Secca la replica di Alfano: "Ho letto le parole di Orfini, le trovo surreali. Se c'è stata questa frana nella maggioranza il primo partito della maggioranza dovrebbe porsi dei problemi invece che attaccare noi che siamo seri e leali. Se qualcuno è alla ricerca di pretesti per fare cadere la legislatura lo dica chiaro. Qui nessuno è nato ieri e non ci prestiamo al giochino".

Per il presidente della Regione Puglia e candidato alla segreteria Pd, Michele Emiliano, l'ex premier Matteo Renzi "sta creando una strategia della tensione per rompere con il governo Gentiloni". "Oggi - scrive su Fb Emiliano - la scusa è l'Elezione al Senato del Presidente della Commissione Affari Costituzionali, domani chissà quale altra scusa dovrà inventarsi". Il governatore pugliese pubblica un lungo post suddiviso in differenti punti, in cui evidenzia, tra l'altro, che Renzi intende "puntare dritto alle elezioni anticipate di fine Settembre sperando di potere giocarsi le ultime fiches di un irresponsabile gioco d'azzardo che non ha niente a che spartire con il nobile e democratico 'gioco politico' ".

Siamo alla vigilia di una crisi di governo? "Mi auguro vivamente di no. Credo sia una vicenda seria, che va affrontata nel rapporto tra i gruppi parlamentari. Eviterei di coinvolgere il capo dello Stato in questa vicenda, perché al momento mi sembra si tratti di un chiarimento che si deve realizzare fra le forze politiche e che il Pd deve promuovere". Lo ha detto il ministro della Giustizia e candidato alla segreteria del Pd, Andrea Orlando, a margine della visita al Salone del mobile di Milano, dopo le polemiche che hanno portato alla presidenza della commissione Affari costituzionali del Senato Salvatore Torrisi (Ap), e non un esponente dem. A chi gli chiedeva se non gli sembra grave che a votare contro siano stati quelli che nel Pd sono rimasti, Orlando ha replicato: "È una valutazione che credo debba essere fatta seriamente dentro il Pd e nel rapporto con le altre forze politiche". Centrodestra.

Non si usano toni del genere, arrivando a chiamare in causa il Capo dello Stato, per l'elezione di un presidente di Commissione. O siamo davanti a una ignoranza abissale delle regole del parlamentarismo, o c'è sotto un calcolo". Lo dice il senatore Gaetano Quagliariello, presidente di 'Idea', in un'intervista al quotidiano 'La Stampa'. Sulla stessa lunghezza d'onda, il senatore Maurizio Gasparri