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Pensioni anticipate, tetto di 1.350 euro: servono 35 anni di contributi, 30 se disoccupati Roma, 14 Ott 2016 – Stamane si è tenuto l’incontro tra governo e sindacati convocato dal Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri Nannicini sugli interventi in materia di pensioni. Per poter usufruire dell’Ape, ovvero l’anticipo pensionistico, occorrerà avere un reddito lordo mensile inferiore ai 1350 euro e far parte di alcune categorie come i disoccupati, i disabili e gli occupati in attività particolarmente pesanti come gli edili, i macchinisti di mezzi pesanti e anche le maestre. Secondo quanto riferisce il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti al termine di un incontro con il governo a Palazzo Chigi, per queste persone il costo dell’anticipo pensionistico sarà a carico dello stato. Per poter ricevere l’Anticipo pensionistico, i disoccupati devo avere almeno 30 anni di contributi mentre i lavoratori attivi 35 anni. L’Ape in generale dovrebbe partire dal 1 maggio 2017. Il governo, presente all’incontro con il sottosegretario Tommaso Nannicini ha confermato ai sindacati che stanzierà 1,5 miliardi nel 2017 e 1,6 nel 2018 per complessivi sei miliardi nel triennio. “Il governo Renzi si rimangia la parola: 30 anni di contributi invece di 20 per Ape social. Gli antibiotici a Matteo Renzi non fanno effetto”. E’ quanto scrive la Cgil in un tweet, dopo l’incontro a Palazzo Chigi. La rata di restituzione del prestito in caso di anticipo pensionistico su base volontaria sarà pari a circa 4,5-4,6% per ogni anno di anticipo sulla pensione. Lo spiega il segretario confederale Uil, Domenico Proietti, al termine dell’incontro avuto con il governo questa mattina. Proietti ha spiegato che il governo stanzierà delle risorse per questa misura, dato che il 4,5% annuo non copre il costo degli interessi dell’assicurazione e di una parte del capitale del prestito pensionistico, che sarà restituito in 20 anni una volta che il lavoratore sarà andato in pensione. Potranno andare in pensione anticipata con 41 anni di contributi i lavoratori precoci, ovvero quelli che hanno 12 mesi di contributi versati prima dei 19 anni se disoccupati o se parte delle categorie previste per l’Ape social (lavoratori edili, maestre d’infanzia, alcune categorie di infermieri). Lo riferisce il segretario confederale Uil, Domenico Proietti, spiegando che è “importante che sia passato il principio che con 41 anni di contributi si possa andare in pensione”. In pratica i lavoratori precoci possono andare quindi in pensione con 41 anni di contributi, prima di aver raggiunto i 63 anni di età, limite previsto per l’accesso all’Ape agevolata. Il governo – ha aggiunto Proietti – ha anche confermato l’intenzione di togliere la penalizzazione (che sarebbe dovuta tornare nel 2019) per chi va in pensione prima dei 62 anni. Il Governo sta lavorando all’inserimento di un concorso per diecimila posti tra forze dell’ordine e sanità. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi parlando del problema del turnover, attualmente bloccato al 25 per cento, vale a dire al divieto di assumere più di una persona ogni quattro uscite. Renzi ha detto di voler “immaginare una legge di Stabilità che dia la possibilità di tornare a fare i concorsi, che è una cosa che è mancata in questi anni. Tornare a fare i concorsi significa che possiamo tornare ad avere almeno tra le forze dell’ordine e gli infermieri, e i dottori se riusciamo a inserire anche loro come spero, diecimila unità per le quali immediatamente bandire i posti, anche per tornare a dare i ragazzi la possibilità di mettersi in gioco. Quando Franceschini – ha aggiunto – ha fatto il concorso questa estate per 500 persone nel mondo culturale, si sono presentati in 20mila. Voi capite che questi numeri dimostrano quella fame di lavoro che conoscete quotidianamente”. Come previsto, inoltre, “ci sarà un intervento importante per l’abolizione di Equitalia e la creazione di un modello diverso di agenzia”. Intanto dal 7 novembre chi è in ritardo con i pagamenti riceverà un sms. Nessun taglio, ha detto ancora, anzi “più soldi per la sanità” e investimenti sull’edilizia scolastica “fuori dal Patto di Stabilità. E’ tutto finanziabile – ha detto ai sindaci – ma bisogna tornare a progettare”. Per i lavoratori la detassazione al 10% sui premi di produttività dovrebbe essere rafforzata: si applicherà per i premi fino a 4mila euro e sui redditi fino a 80mila euro. Dovrebbe essere confermata anche la decontribuzione sulle assunzioni: allo studio degli sgravi selettivi, così come chiesto dalla maggioranza, concentrati sui giovani e le donne. L’Ape, il meccanismo che consente di andare in pensione in anticipo, “costerà tra il 4,5-5%” dell’assegno pensionistico pieno “per ogni anno di anticipo”, aveva anticipato il Sottosegretario alla presidenza del consiglio Tommaso Nannicini nel corso del Tg2. Il cosiddetto “reddito ponte” sarà interamente a carico dello Stato, nessun carico in caso di reversibilità, “gli eredi non rischiano niente” ha assicurato il Sottosegretario. Sulla manovra complessiva sulle pensioni, Nannicini ha spiegato che le misure sono state introdotte “per esigenze di equità sociale dando un segno ai redditi bassi e un segnale a chi è in condizioni difficili, a chi è disoccupato o a chi fa dei lavori gravosi”.

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