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Onu: “324 i cadaveri nell’ospedale Khan Yunis”. Hamas: “Pronti a disarmo se soluzione 2 Stati”

Gaza, 25 Apr 2024 – È salito a 324 il bilancio dei cadaveri recuperati finora dalle squadre della Protezione civile palestinese all'ospedale Nasser di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato l'Ufficio per gli affari umanitari (Ocha) dell'Onu, in un aggiornamento citato dai media arabi.   L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani(Unhchr) ha chiesto martedì un'indagine internazionale sulle fosse comuni scoperte nei due principali ospedali dell'enclave palestinese, lo Shifa di Gaza e il Nasser di Khan Yunis.

La Commissione europea "chiede un'indagine indipendente su tutti i sospetti e tutte le circostanze" relative alle fosse comuni scoperte nei principali ospedali della Striscia di Gaza "perché tutto questo crea l'impressione che potrebbero essere state commesse violazioni dei diritti umani internazionali". Lo ha detto il portavoce dell'esecutivo Ue Peter Stano durante l'incontro quotidiano con la stampa. La Commissione, ha aggiunto, è "profondamente preoccupata". 

Il ministero della sanità di Gaza, legato ad Hamas, ha annunciato mercoledì che 34.262 persone sono state uccise nella Striscia di Gaza dall'inizio della guerra. Nell'arco di 24 ore sono stati registrati almeno altri 79 decessi, secondo un comunicato del ministero, che ha anche riferito che 77.229 persone sono state ferite in 201 giorni di guerra. 

Un alto funzionario politico di Hamas, Khalil al-Hayya, ha detto all'Associated Press che il gruppo militante islamico è disposto ad accettare una tregua di cinque anni o più con Israele e che deporrà le armi e si convertirà in un partito politico se verrà creato uno Stato palestinese indipendente con i confini pre-1967.  I commenti di Khalil al-Hayya - vice del leader di Hamas a Gaza Yahya Sinwar - arrivano sullo sfondo dello stallo dei colloqui per il cessate il fuoco. L'ipotesi del disarmo di Hamas sembra essere una significativa concessione da parte del gruppo, ufficialmente impegnato nella distruzione di Israele. E', però, improbabile che Israele prenda in considerazione uno scenario del genere: ha promesso di schiacciare Hamas in seguito al letale attacco del 7 ottobre che ha scatenato la guerra, e la sua attuale leadership è fermamente contraria alla creazione di uno Stato palestinese sulle terre conquistate da Israele nella guerra del 1967.  Al-Hayya, che ha rappresentato Hamas nei negoziati per il cessate il fuoco e lo scambio di ostaggi, ha usato un tono a volte provocatorio e altre volte conciliante. Parlando all'AP a Istanbul, ha detto che Hamas vuole unirsi all'Organizzazione per la Liberazione della Palestina, guidata dalla fazione rivale di Fatah, per formare un governo unificato per Gaza e la Cisgiordania. Ha detto che Hamas accetterebbe "uno Stato palestinese pienamente sovrano in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza e il ritorno dei profughi palestinesi in conformità con le risoluzioni internazionali", lungo i confini di Israele precedenti il 1967. Se ciò accadesse, ha detto, l'ala militare del gruppo si scioglierebbe.

Il leader della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, il repubblicano Mike Johnson, è stato criticato durante una tesa visita alla Columbia University, mentre nei campus statunitensi dilagano le proteste contro la guerra a Gaza. 

Ieri, la polizia ha fatto irruzione tra gli studenti che manifestavano in un'università del Texas, arrestando 34 persone, tra cui un fotografo di una testata locale, sullo sfondo dell'aumento di sit-in e accampamenti studenteschi nei college come parte di una crescente ondata di manifestazioni pro-Palestina. Johnson ha denunciato che i funzionari della Columbia hanno perso il controllo della situazione e ha invitato la rettrice dell'università, Nemat Shafik, a dimettersi.

La polizia si scontra con gli studenti in Texas e California, nuovi accampamenti sorgono ad Harvard e in altre Università mentre i dirigenti cercano di disinnescare un’ondata crescente di proteste pacifiste e filo-palestinesi. 

All'Università del Texas ad Austin, centinaia di poliziotti, alcuni a cavallo e con manganelli, si sono scontrati con i manifestanti, spingendoli fuori dal prato del campus. Almeno 20 dimostranti sono stati presi in custodia su richiesta di funzionari universitari e statali, arrestato anche un fotografo, ferito un giornalista. Alla University of Southern California, la polizia ha ingaggiato i manifestanti tentando di rimuovere gli accampamenti e le tende. All’estremità settentrionale della California, gli studenti sono barricati all’interno di un edificio per il terzo giorno consecutivo alla California State Polytechnic University. L'Università di Harvard nel Massachusetts ha limitato l'accesso al campus, ma ciò non ha impedito ai manifestanti di allestire un campo con 14 tende. Alla New York University questa settimana la polizia ha detto di avere arrestato 133 manifestanti, poi rilasciati con invito a comparire in tribunale e l'accusa di condotta disordinata. Lunedì più di 40 manifestanti sono stati arrestati all'Università di Yale.

Gli studenti che protestano contro la guerra chiedono tagli ai legami con Israele e disinvestimenti nelle aziende militari. Decine di persone sono state arrestate con l'accusa di violazione di domicilio o condotta disordinata. Durante una visita al campus, il presidente della Camera degli Stati Uniti Mike Johnson, repubblicano, ha invitato a dimettersi la preside della Columbia University, Minouche Shafik, "se non riuscirà a mettere ordine in questo caos" minacciando di far intervenire la Guardia Nazionale". 

La polizia ha tentato per la prima volta di sgomberare l'accampamento alla Columbia la settimana scorsa, arrestando più di 100 manifestanti. La mossa è fallita e ha ispirato altri studenti in tutto il Paese. La polizia procede a identificazioni e installa barricate metalliche. La Columbia ha detto di aver concordato con i rappresentanti della protesta che solo gli studenti sarebbero rimasti nell'accampamento vietando linguaggio discriminatorio o molesto. Nel campus dell'Università del Minnesota, nuove proteste il giorno dopo l'arresto di nove manifestanti. 

Un gruppo di oltre 80 professori e assistenti ha firmato una lettera che invita il rettore e gli altri amministratori a ritirare eventuali accuse e consentire le proteste senza ritorsioni della polizia, descrivendo la "chiara violazione del diritto dei nostri studenti di esprimersi liberamente contro il genocidio e l'occupazione della Palestina."

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