Kiev, 4 Magg 2024 - Le autorità della regione occupata di Lugansk, nell'Ucraina orientale, minacciano le madri negli ospedali di portare via i loro neonati se nessuno dei genitori riesce a dimostrare di avere la cittadinanza russa: lo riporta l'Istituto per lo studio della guerra (Isw), commentando che queste azioni violano l'Articolo 2 della Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio.
Il capo dell'Amministrazione militare del Lugansk, Artem Lysogor, ha annunciato che da lunedì prossimo le madri che partoriscono negli ospedali della regione dovranno dimostrare la cittadinanza russa di almeno uno dei genitori del neonato affinché quest'ultimo possa essere dimesso dall'ospedale, afferma il centro studi statunitense citato da Ukrainska Pravda.
Secondo gli analisti dell'Isw, tali azioni violano in particolare l'articolo 2d della Convenzione, che definisce il genocidio come l'introduzione di 'misure miranti ad impedire nascite all'interno' di un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso.
"La nostra posizione non cambia: abbiamo sempre detto che l'Ucraina andava aiutata in ogni modo possibile, e lo stiamo facendo, ma abbiamo anche sempre escluso un intervento diretto nel conflitto dei nostri militari": a ribadirlo è il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un'intervista al Corriere della Sera. Crosetto ha escluso una partecipazione italiana a un eventuale intervento armato: "Assolutamente no! Questo oggi non può metterlo in dubbio nessuno". "A differenza di altri", ha ricordato, "noi abbiamo nel nostro ordinamento il divieto esplicito di interventi militari diretti, al di fuori di quanto previsto dalle leggi e dalla Costituzione. Possiamo prevedere interventi armati solo su mandato internazionale, ad esempio in attuazione di una risoluzione dell'Onu".
Per il ministro "quello ipotizzato in Ucraina non solo non rientrerebbe in questo caso, ma innescherebbe una ulteriore spiralizzazione del conflitto che non gioverebbe soprattutto agli stessi ucraini". "Insomma, non esistono le condizioni per un nostro coinvolgimento diretto", ha insistito. E sull'apertura a un intervento militare dalla dal presidente francese Emmanuel Macron ha precisato: "Non giudico un presidente di un Paese amico come la Francia, ma non comprendo la finalità e l'utilità di queste dichiarazioni, che oggettivamente innalzano la tensione".
"In Europa, abbiamo tutti bisogno di investire di più nel settore dela Difesa. Abbiamo compreso la necessità di rafforzare l'industria europea della Difesa, ma attualmente ci troviamo in una situazione di stallo in cui i governi vorrebbero vedere più iniziativa da parte dell'industria, mentre le aziende vorrebbero vedere ordini dallo Stato". Lo ha affermato la prima ministra estone, Kaja Kallas, nel corso di un discorso tenuto oggi all'Istituto di studi politici (SciencePo) di Parigi.
Kallas ha tal proposito ribadito che l'Estonia sostiene fortemente l'emissione di obbligazioni europee comuni per il finanziamento del settore. "Siamo aperti anche ad altre soluzioni, purché esse vengano trovate rapidamente", ha puntualizzato la premier.
Nel suo discorso, Kallas ha inoltre sottolineato che, finché alcuni Paesi che condividono i valori dello stato di diritto rimangono fuori dall'Ue, il progetto europeo non potrà dirsi compiuto. Per tale ragione, ha aggiunto ancora la politica estone, l'allargamento dell'Ue a Moldavia, Ucraina e Georgia risulta inevitabile e da sostenere con ogni mezzo. "La domanda è se l'Europa vuole continuare ad essere una forza geopolitica e se l'Europa può mantenere le sue promesse.
Una volta che i Paesi candidati avranno fatto le riforme necessarie, meritano di andare avanti nel loro cammino verso l'Unione europea", ha concluso Kallas.
Nel periodo gennaio-marzo 2024 l'industria ucraina ha mostrato l'aumento della produzione dei metalli rispetto allo stesso periodo del 2023: nel comparto di ghisa +32% (1.589 mila tonnellate contro 1.203 mila ton nel 2022) e +36,6% nel comparto di acciaio (passando nel 2024 a 1.687 mila tonnellate da 1.235 mila ton dell'anno precedente). Lo rende noto il sito dell'associazione ucraina di categoria Ukrmetalurgprom. Nel periodo citato l'Ucraina è salita dal 16^ al 15^ posto nella graduatoria di quaranta produttori mondiali di ghisa ed è rimasta al 23^ posto tra 71 Paesi produttori di acciaio.
"Ora stiamo affrontando una nuova fase della guerra. L’occupante si sta preparando per tentare di espandere le azioni offensive e noi tutti insieme, tutti gli ucraini, i nostri soldati, il nostro Stato, i nostri partner, dobbiamo fare di tutto per contrastare il piano offensivo russo". Lo ha detto il presidente ucraino, Volodmyr Zelensky, durante un incontro con i cadetti, come riporta Ukrainska Pravda.
"Dobbiamo dimostrare che l’occupante, in ogni circostanza, non sarà in grado di raggiungere i suoi obiettivi, qualunque cosa faccia e non importa in quale vile modo agisca, l’Ucraina continuerà a prevalere", ha aggiunto.
Oggi "la Russia di Vladimir Putin rappresenta una minaccia esistenziale per tutti noi. Se Putin avrà successo in Ucraina, non si fermerà qui". Lo ha detto l'Alto Rappresentante dell'Ue Josep Borrell, in un discorso all'Università di Oxford. "Sempre più voci avvertono le conseguenze globali di una vittoria russa - ha aggiunto - ma sapete quanto me che ci sono Stati membri dell'Ue che ancora non condividono questa valutazione. E, in un'Unione governata all'unanimità, le nostre politiche nei confronti della Russia sono sempre minacciate da un unico veto, come ha dimostrato Viktor Orban ritardando il nostro ultimo pacchetto di aiuti all'Ucraina. Negli Stati Uniti, invece, la polarizzazione politica ha ritardato di sei mesi il pacchetto di assistenza militare", ha concluso.
Zelensky: “Russi all’offensiva”. Isw, azioni di Mosca contro i neonati del Lugansk sono genocidio.
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