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Fuga da Via Pigafetta di e con Paolo Hendel, regia Gioele Dix.

Cagliari, 10 Gen 2017 - La vis comica di Paolo Hendel per un ideale viaggio nel tempo, tra prefigurazioni di catastrofi ambientali e l'invadenza delle macchine alla fine del ventunesimo secolo con “Fuga da Via Pigafetta”, l'inedita pièce scritta (insieme con Marco Vicari e Gioele Dix - che firma anche la regia) e interpretata dall'attore fiorentino insieme con Matilde Pietrangelo.

Una commedia dolceamara sulle conseguenze del progresso nella vita quotidiana – dall'inquinamento al ricambio degli organi, dalle evoluzioni del gusto agli ultimi modelli di smartphone fin troppo “interattivi” - per una riflessione sul presente e sugli effetti a lungo termine di uno sconsiderato consumo di risorse, dal famigerato effetto serra ai cambiamenti climatici fino all'irreversibile trasformazione della Terra in un pianeta inabitabile.

In tournée nell'Isola sotto le insegne del CeDAC, per la Stagione di Prosa 2017-18 nell'ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna, “Fuga da Via Pigafetta” debutterà in prima regionale venerdì 12 gennaio alle 21 al CineTeatro "Olbia" di Olbia, per approdare sabato 13 gennaio alle 21 al Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo e infine domenica 14 gennaio alle 21 nel Padiglione Tamuli delle ex Caserme Mura di Macomer.

L'apparizione improvvisa della figlia, che per trovare un lavoro era stata costretta a emigrare fin su Marte - «Quando si dice "la fuga dei cervelli"!» commenta Paolo Hendel - spezza gli equilibri ed interrompe la illusoria pace interiore, risvegliando antichi ricordi e suscitando emozioni contrastanti secondo una dinamica già sperimentata durante i secoli nei rapporti, o più spesso negli scontri, generazionali. Visioni del mondo differenti se non antitetiche, una diversa percezione della realtà in base alle esperienze, alle competenze e alla sensibilità individuale creano un attrito e a volte ferite insanabili ma grazie all'affetto diventa più facile superare gli ostacoli per giungere ad una reciproca comprensione, ad una maggiore indulgenza.

La giovane pioniera di ritorno dal “pianeta rosso” porterà con sé insieme all'energia e alla vivacità proprie della sua età, una ventata di novità e una proposta capace di cambiare il corso degli eventi ed aprire nuovi scenari davanti agli occhi del protagonista, il quale nel corso degli anni si è trovato spesso nei guai per il suo carattere “fumantino”, la sua rapidità nel “prendere fuoco” e reagire alla minima provocazione. La visita inattesa – e preziosa – della figlia ormai divenuta una “marziana” produrrà benefici cambiamenti, rompendo la routine fatta di continui litigi con il computer, una sorta di alter ego virtuale che pretenderebbe di governare la sua vita, per dare spazio alla tenerezza. Un singolare ritratto di famiglia “futura” - da cui accanto agli aspetti meramente pratici, fortemente influenzati dalle avveniristiche tecnologie e dalle recenti scoperte e invenzioni, emergono i sentimenti contraddittori che uniscono padre e figlia, secondo un modello ormai classico che vede da un lato le aspirazioni dei genitori, dall'altro la legittima istanza dei giovani a realizzare i propri sogni e seguire le proprie inclinazioni, tra amore e rispetto, naturale sollecitudine e ansia di libertà.

«Questo spettacolo si riallaccia a “Via Antonio Pigafetta Navigatore”, il mio spettacolo del 1981» - spiega Paolo Hendel - «Mi sembra che da allora le cose siano cambiate in peggio. Oggi c'è una grande sfiducia nel cambiamento e una irresistibile tentazione a prendere le scorciatoie illudendosi che "l'uomo forte" di turno possa risolvere sbrigativamente i problemi con i facili slogan e con la demagogia».

Su una Terra non più a misura d'uomo, in un'Italia del 2080, l'eroe della storia si muove tra le rovine della civiltà occidentale, in un “futuro non apocalittico”, ma neppure troppo rassicurante, specchio delle trasformazioni culturali e sociali dovute all'avvento di strumenti sempre più avanzati – già ora viviamo immersi in una “realtà aumentata” in cui è difficile stabilire il confine tra il bionico e il biologico,  ci nutriamo di prodotti OGM -  organismi geneticamente modificati – e si assiste ad uno sviluppo vertiginoso delle intelligenze artificiali con tutte le inerenti  questioni etiche e morali.

«“Fuga da Via Pigafetta” è uno spettacolo molto divertente – promette  Gioele Dix, che ha curato la regia: «si ride di proiezioni e previsioni sul futuro alimentare (si mangeranno cavallette, scorpioni e stracchino fatto con latte di pantegana a chilometro zero), sulle nuove frontiere della scienza (ogni casa sarà dotata di microserre per la coltivazione di organi umani di ricambio), sulle involuzioni della tecnologia (che arriverà a inventare lo smartphone sottocutaneo che si accende a schiaffi). E sul conto da pagare per colpa di certe follie del nostro presente: non ci sarà più acqua (ci si laverà solo con solventi chimici, con bizzarri effetti collaterali come i testicoli lampeggianti), ci si nutrirà di cibi prevalentemente sintetici, si partirà per colonizzare Marte (ma per renderla abitabile bisognerà "terraformarla", ovvero renderla simile alla Terra ricreando anche sul pianeta rosso l'effetto serra)».

«“Fuga da via Pigafetta” rivela un Hendel diverso, inatteso, specie nelle pieghe “sentimentali” del rapporto con la figlia Carlotta, interpretata dalla giovanissima Matilde Pietrangelo» prosegue il regista milanese. «E lo spettatore ritroverà anche l'Hendel delle origini, con quei guizzi surreali che l'hanno reso noto e speciale. Non è un caso che nel titolo rievochiamo il suo spettacolo di esordio nel quale, con grande anticipo sui tempi, Paolo ironizzava sulle derive dell’ossessione per l’immagine e perciò si sdoppiava, dialogando e litigando con la propria immagine trasmessa da un monitor.» Com

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