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Enti locali, Assessore Erriu a Ghilarza: l’associazionismo dei comuni è il vero pilastro della riforma

Ghilarza, 11 Sett 2017 - Innovativa e improntata al dinamismo e a una maggiore efficienza della pubblica amministrazione locale: così l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, intervenuto al convegno ‘La Sardegna tra declino e sviluppo - Le istituzioni’ organizzato a Ghilarza in occasione degli 80 anni dalla morte di Antonio Gramsci, riferendosi alla L. R. n. 2/2016 di riordino degli enti locali. “Una riforma – ha precisato Erriu nel corso dell’evento della fondazione Casa Gramsci – che ha nei Comuni, e nelle loro Unioni, i veri pilastri.

L’associazionismo è l’unico modo per combattere le difficoltà che nascono dalle piccole dimensioni delle comunità sarde: l’83% dei Comuni isolani ha meno di 5.000 abitanti, e il 71% di essi ha una popolazione inferiore ai mille abitanti. Numeri che non consentono di garantire un’adeguata qualità dei servizi per cittadini e imprese”. “Ad un anno e mezzo dall’approvazione della legge – ha proseguito l’esponente della Giunta Pigliaru – la Regione è chiamata a garantire un supporto per affiancare, incentivare e guidare gli enti locali nel processo di riordino. Ma non dobbiamo guardare soltanto ai risparmi della spesa pubblica, è fondamentale raggiungere più alti livelli di qualità nell’erogazione dei servizi.

Questa legge ha offerto un nuovo modello organizzativo anche per la programmazione territoriale e per altri provvedimenti innovativi che la Giunta regionale ha introdotto o si appresta ad approvare. Insieme ad Anci e Cal abbiamo cercato un equilibrio tra i poteri della Regione e le funzioni dei territori: non è stato facile e non è detto che sia la soluzione migliore. Di sicuro non lasceremo da soli i Comuni. Piuttosto, dobbiamo definire una volta per tutte la gestione delle funzioni associate degli enti locali. Inoltre, stiamo lavorando per regionalizzare la gestione delle finanze locali”. Erriu ha concluso ricordando le parole della nota psichiatra Nereide Rudas, in un’intervista rilasciata poco tempo prima di morire: “Antonio Gramsci è il più grande lascito che la ruralità ha fatto alla grande città: da Ghilarza e Ales a Torino”. Red

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