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Trump ne combina un’altra, grazia lo sceriffo nazi-fascista Arpaio: tutti contro il presidente compreso speaker repubblicano Paul Ryan contro: scelta sbagliata

Washington, 27 Ago 2017 – Ieri prove di auto assoluzione sua e per i componenti della sua famiglia del il presidente americano. Infatti, Trump non smette mai di stupire e di fare cose che neanche il suo partito di riferimento approva. Anzi montano le polemiche per la grazia concessa da Donald Trump a Joe Arpaio il famoso sceriffo che contravvenendo alle leggi dello stato e degli Usa segregava i clandestini arrivati dal Messico dentro tende, sotto il sole, con oltre 60 gradi di caldo. E su questa nuova trovato del trumpismo, il caso dello sceriffo più duro d'America, che idee nazi-fasciste simili a quelle del suo presidente Trump - colpevole di aver continuato con le retate di immigrati nonostante il divieto del tribunale - interviene lo speaker della Camera, il repubblicano Paul Ryan. Lo fa tramite il suo portavoce Doug Andres e senza mezzi termini: "Lo speaker non è d'accordo con la decisione - ha detto Andres - i dirigenti delle forze dell'ordine hanno una speciale responsabilità nel rispettare i diritti di tutti, non dobbiamo consentire a nessuno di credere che tale responsabilità sia ridotta da questa grazia".

Secondo le rivelazioni del quotidiano statunitense in primavera Trump ha provato a convicere l'Attorney General Jeff Sessions a chiudere il caso ma dopo aver ricevuto un diniego avrebbe deciso di attendere e optare successivamente per la grazia. Ci sono tre fonti che confermano questa notizia.

Oltre 20 anni come sceriffo più duro d'America, una carriera costruita sulla caccia ai clandestini e segnata da accuse di violazione di diritti civili, profilazione razziale, mancate inchieste sulle violenze sessuali, abusi di potere e discriminazione. E' stato uno dei più ferventi attivisti del cosiddetto birtherism, il movimento convinto che Obama non fosse nato negli Stati Uniti: ha indagato a lungo in prima persona - ottenendo grandi riconoscimenti da parte di Trump - poi ha dovuto chiudere le indagini dopo che il documento di nascita aveva zittito le accuse, ma è stato sempre convinto che fosse un falso. Sostenitore di Trump della prima ora, Arpaio avrebbe dovuto scontare 6 mesi di carcere. Ma la sua amicizia con il presidente è riuscita a impedirlo.

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