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Parla la modella inglese rapita a Milano: “Ho temuto per la mia vita”

Milano, 7 Ago 2017 - "Ho subito un'esperienza terribile. Ho temuto per la mia vita minuto per minuto. Sono infinitamente grata alla polizia italiana e a quella britannica per avermi salvato. Hanno lavorato giorno e notte per trovarmi". Lo ha detto, in un'intervista rilasciata al corrispondente Rai a Londra Marco Varvello, Chloe Ayling, la modella inglese di 20 anni attratta con un'offerta di un servizio fotografico a Milano e poi sequestrata da un uomo polacco che avrebbe voluto metterla all'asta nel deep web, l'area oscura e illegale della rete, partendo da una base d'asta di 300 mila sterline. "Sono appena arrivata a casa dopo quattro settimane" ha detto la ragazza. "Mi devo riprendere, non posso dire altro finché non sarò interrogata qui in patria".

La mattina dell'11 luglio la modella si era presentata in un locale preso appositamente in affitto dal polacco in via Bianconi al civico 7, periferia sud di Milano, per un servizio fotografico. Lì era stata aggredita da due persone, immobilizzata e drogata. A quel punto, ammanettata mani e piedi e con dello scotch sulla bocca, è stata rinchiusa in un borsone da viaggio e caricata nel bagagliaio di una macchina, direzione Lemie, frazione di Borgial, sui monti torinesi verso la Francia. Il sequestratore aveva scelto un anonimo casolare nella valle, raggiunto dopo un viaggio di circa 3 ore, lungo strade provinciali per evitare di essere intercettato in qualche modo.

Lì ha tenuto la donna, ammanettata, per sei giorni, prima di decidere di consegnarla a Milano al Consolato inglese. Intanto, durante la prigionia, l'uomo con account criptati mandava mail dal deep web all'agente della modella chiedendo un riscatto iniziale di 300mila sterline per evitare di mettere all'asta on line la ragazza. Le mail, che rivendicavano l'appartenenza dell'uomo al gruppo "black death", riportavano la data entro cui pagare il riscatto, data a partire dalla quale, se non fossero arrivati i soldi, sarebbe partita l'asta sul web. Dall'altra parte il carceriere esercitava una forte pressione psicologica sulla ragazza, chiedendole nomi di persone a lei vicine che potessero contribuire a pagare il riscatto. E anche una volta deciso di liberarla, l'uomo in cambio della sua sicurezza le aveva chiesto di pagare comunque 50mila sterline. A tal proposito resta da capire perché abbia deciso di interrompere il sequestro. Alla ragazza avrebbe detto che si era trattato di un errore di persona perché non "lavora" con donne che hanno figli.

La liberazione di Chloe Ayling è avvenuta lunedì 17 luglio, quando è stata riaccompagnata a Milano al Consolato britannico. Lì le forze dell'ordine sono riuscite a intercettare l'uomo già pronto a ripartire. L'arresto è poi avvenuto la mattina del 18 luglio.

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