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Dichiarazione di Romina Mura (Deputata Partito Democratico): approvata alla Camera la legge per il sostegno e la valorizzazione dei comuni fino a 5 mila abitanti e per l’attivazione di politiche di ripopolamento.

Roma, 28 Sett 2016 – In una nota, la deputata del Partito Democratica, Romina Mura, afferma che nella seduta odierna, la Camera dei deputati ha approvato la legge per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione fino a 5000 abitanti. Quindi un testo di legge che fa proprie molte delle considerazioni che portiamo avanti da tempo”.

“I piccoli comuni – si legge ancora nella nota - rappresentano il 70% dei comuni italiani e oltre l'80% di quelli sardi. Parliamo del 55% del territorio nazionale e di oltre 10 milioni di italiani. La maggior parte di essi sono inseriti nelle aree interne e quasi tutti sono caratterizzati da pesanti fenomeni di spopolamento e da deficit infrastrutturali e di servizi”.

“La legge oggi approvata alla Camera prevede tutta una serie di misure specifiche e soprattutto definisce una visione d’insieme, inclusiva e organica e una piattaforma di politiche strutturali capaci di innescare, se attuate e gestite con logica di sistema, effetti moltiplicatori e ricadute di lungo periodo”.

La stessa denominazione dello strumento - Fondo per lo sviluppo strutturale economico e sociale dei piccoli comuni - attraverso cui verranno finanziati i progetti presentati dai Comuni e che potrà contare su 100 milioni di euro nel 2017-2023, segnala il cambio di passo e di visione.

Interventi strutturali – prosegue il comunicato dell’On Mura - che dovranno essere ideati e attuati con una logica di integrazione, complementarietà e sinergia con altre misure legislative di programmazione, riorganizzazione istituzionale, investimento e attribuzione di risorse. Con particolare riferimento: alla Strategia nazionale per le Aree interne articolata in interventi tesi alla promozione dello sviluppo e ad assicurare alle stesse livelli adeguati di cittadinanza attraverso il potenziamento dei servizi essenziali ( salute, istruzione e mobilità): ai Piani di sviluppo rurale approvati dalle regioni italiane per il periodo di programmazione 2014-2020 e in ambito agli stessi ai Piani di sviluppo locale elaborati con l’approccio Leader e gestiti dai Gruppi di azione locale; alle politiche regionali e nazionali indirizzate alle aree di crisi non industriali e a quelle previste nei documenti di bilancio annuali e pluriennali e alle politiche di riduzione dei costi dell’amministrazione pubblica e di riorganizzazione dei servizi, che, come ribadisce chiaramente la legge, non possono essere attuate sulla base esclusiva di parametri numerici, senza considerare i contesti territoriali in cui vengono calate.

Relativamente agli interventi specifici – conclude Romina Mura - previsti dal Fondo per lo sviluppo strutturale attengono: alla valorizzazione dei fattori produttivi; all'avvio di politiche di ripopolamento; alla riorganizzazione dei servizi essenziali e delle relative modalità di fruizione che incidono pesantemente sui principali diritti di cittadinanza ( scuola, sanità, mobilità, accesso alla rete) e quindi sulla qualità di vita dei residenti; al recupero e alla riqualificazione dei centri storici, del patrimonio architettonico pubblico e di quello abitativo privato, anche in funzione turistica ( in particolare per promuovere l'albero diffuso); al miglioramento delle modalità di accesso ai territori e di riduzione delle distanze fisiche, anche in relazione alla possibilità di accesso effettivamente universale alla rete e alle connessioni veloci e ultraveloci, sebbene si risieda in aree cosiddette a fallimento di mercato; a progetti specifici che valorizzino le produzioni e i prodotti di qualità.