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Raid russi su Mykolaiv e Sumy. Esplosioni in Crimea. E nel frattempo continua la repressione del criminale di guerra Putin. Arrestati due giornalisti “vicini” a Navalny.

Kiev, 28 Apr 2024 - Questa notte a Mykolaiv si sono verificate esplosioni durante un'allerta aerea annunciata per la minaccia di un attacco nemico con droni del tipo Shahed. Lo scrive RBC-Ucraina con riferimento al sindaco della città di Mykolaiv, Oleksandr Sienkevych. Il comando delle forze aeree delle forze armate ucraine aveva avvertito dell'arrivo di un gruppo di droni kamikaze nel cielo sopra la regione di Mykolaiv. Nella regione è stata dichiarata l'allerta aerea.

Nella notte del 28 aprile si sono verificate esplosioni nella Crimea occupata, nella zona di Dzhankou e Yevpatoria. Lo scrive RBC-Ucraina con riferimento al canale Crimean Wind Telegram e ai media locali. Sembra che l'esplosione, in particolare vicino a Jankou, sia stata piuttosto potente.

L'attacco condotto dalle forze russe contro il sistema energetico ucraino ha preso di mira importanti impianti di gas per la fornitura all'Unione europea. Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo consueto discorso notturno ripreso da Sky News Uk: “In particolare, quegli impianti di gas che sono fondamentali per garantire una consegna sicura all'Unione europea”.

Intensi scontri nel distretto di Sumy, nell'Ucraina nord-orientale, dove le forze russe hanno attaccato una decina di centri lungo il confine. Lo scrive il quotidiano Kyiv Independent citando fonti dell'amministrazione militare regionale. Sono state almeno un centinaio le esplosioni registrate durante la giornata in un'operazione che ha preso di mira le comunità di Khotin, Yunakivka, Bilopillia, Krasnopillia, Nova Sloboda, Esman, Seredyna-Buda, Znob-Novhorodske, Mykolaiv e Hlukhiv. “Per tutto il giorno - continua la testata - le forze russe hanno assaltato il confine di Sumy utilizzando diverse armi, tra cui mine, artiglieria, mortai e lanciagranate”. L'area più colpita è Nova Sloboda, città situata a soli dieci chilometri dal confine con la Russia.

Due giornalisti russi, Konstantin Gabov e Sergey Karelin, sono stati tratti in arresto con l'accusa di “estremismo” per aver presumibilmente lavorato per un gruppo legato al defunto dissidente Alexei Navalny. I due - secondo quanto riferito dal britannico The Guardian - hanno ripetutamente negato i loro legami con Navalny ma ora rischiano almeno due anni. Gabov e Karelin sono accusati di aver preparato materiale per un canale YouTube gestito dalla fondazione anti-corruzione creata da Navalny. Fondazione che è stata messa fuori legge dalle autorità russe. Entrambi rischiano da un minimo di due anni di carcere e un massimo di sei per presunta “partecipazione a un'organizzazione estremista”.

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