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Trasporti, Assessore Deiana “sugli aiuti ai Low Cost la regione conosce e rispetta le norme”

Cagliari, 13 Gen 2016 - “Sull’intervento pubblico a favore del comparto aereo la Regione è ovviamente tenuta al rispetto della normativa nazionale e Comunitaria e ad applicare i principi fondamentali che regolano ogni provvedimento in materia”. Lo dice l’assessore dei Trasporti Massimo Deiana che spiega il complesso scenario nel quale si inquadra la disciplina. “I servizi di trasporto aereo sono soggetti, al pari di altre attività economiche, alla libera concorrenza, alla non discriminazione, alla pari opportunità di accesso e al divieto di aiuto da parte delle pubbliche istituzioni. Questo non significa - continua Deiana - che le leggi europee vietino qualunque intervento dei governi dell’Unione nell’ambito, bensì che tali interventi siano da considerare ordinariamente vietati e solo eccezionalmente ammessi. Le misure in deroga ai principi fondanti della concorrenza sono consentite esclusivamente all’interno di precisi e vincolanti percorsi. Deiana sottolinea anche come “si tratti di temi complessi e delicati, che devono essere affrontati alla luce di una profonda conoscenza e di una seria consapevolezza e sottratti alle esigenze di una politica, troppo spesso urlata e troppo poco ragionata”.

Dal 2005 al 2009 la Regione ha varato un complesso di misure che sono state oggetto di approfondito esame e di procedura di infrazione da parte di Bruxelles. Tali interventi sono stati ritenuti sostanzialmente compatibili con una decisone pubblicata nell’autunno del 2014, fondata sugli orientamenti espressi dalla Commissione nel 2005. A seguito della constatazione che si erano generalizzate a livello continentale prassi opache volte ad aggirare surrettiziamente i vincoli comunitari, e che la Commissione aveva dovuto aprire oltre 30 procedure di infrazione, nell’aprile di due anni fa sono stati pubblicati nuovi Orientamenti, che prevedono percorsi più stringenti e requisiti più severi di ammissione degli interventi. Il governo italiano, inoltre, nell’ottobre del 2014 ha elaborato ulteriori linee guida in materia che, inequivocabilmente, ammoniscono: “Le modalità con cui i gestori aeroportuali e i vettori hanno negoziato, nel tempo, le incentivazioni per l’avviamento e lo sviluppo di rotte aeree, hanno generato notevoli problematiche in relazione sia ai profili di leale concorrenza sia di equilibrio del mercato del trasporto aereo”.

A riprova di ciò il Dipartimento per le politiche europee di Palazzo Chigi ha pure istituito un tavolo di lavoro congiunto con le Regioni, al quale ha partecipato anche al Sardegna, finalizzato ad armonizzare gli interventi nel settore e le complesse procedure di notifica, nonché a predisporre un regime quadro nazionale sugli aiuti di Stato agli aeroporti e alle compagnie aeree. Da ultimo, l’Autorità di regolazione dei trasporti ha predisposto precise raccomandazioni sul rispetto dei principi informatori del settore.

“Questo in generale il contesto normativo nel quale si colloca la vicenda del sostegno alle compagnie low cost”, continua l’assessore. Nel 2010 la Regione, considerate le difficoltà del sistema precedente sul quale, all’epoca, era appunto aperta una procedura di infrazione, decise di introdurre un nuovo provvedimento diventato la legge 10 del 2010. L’articolato prevedeva uno stanziamento di 19,5 milioni di euro per il 2011 e di 24 milioni per gli anni 2012 e 2013 strutturato, inizialmente, sulla base del principio dell’investitore in economia di mercato (Piem). “In buona sostanza secondo tale principio, l’aiuto pubblico nel settore sarebbe consentito verificando anticipatamente che le condizioni di intervento corrispondano a quelle considerate accettabili da un ipotetico investitore privato in regime di mercato - continua l’assessore -. Così motivato, un simile provvedimento non dovrebbe essere soggetto a notifica in quanto considerato un aiuto compatibile. Tuttavia, la Regione decise invece alla fine del 2011 di notificare la legge 10 tardivamente e dopo avergli dato esecuzione, come un intervento di sostegno a un servizio di interesse economico generale (Sieg), di fatto smentendo se stessa, e andando incontro a una nuova procedura di infrazione aperta nel 2013 contro tutti e tre gli scali aeroportuali isolani che avevano ricevuto nel frattempo oltre 60 milioni di euro di sovvenzioni”, spiega ancora l’assessore. “Alla sua scadenza la legge 10 non venne quindi giustamente rinnovata dalla giunta di centrodestra in quanto gravata da un pesante rilievo di incompatibilità comunitaria”.

“Appena insediata, la giunta Pigliaru ha avviato una paziente e laboriosa interlocuzione con Bruxelles, supportata dalla Rappresentanza permanente italiana presso l’UE, volta a scongiurare la condanna degli aeroporti sardi alla restituzione degli aiuti”, aggiunge il titolare dei Trasporti. Si è prospettato così di riportare l’intervento della Regione alla sua iniziale impostazione di Piem, evidenziando anche le rilevanti penalizzazioni dettate dell’insularità. “La Direzione generale della Concorrenza della Commissione ha preso in seria considerazione la nostra posizione, concordata con tutte le società di gestione aeroportuale della Sardegna. Attendiamo il pronunciamento finale entro tempi brevissimi. Pertanto, un intervento oggi, in pendenza di una decisione così delicata, potrebbe essere non solo evidentemente controproducente, ma anche molto rischioso, tenendo conto che non esiste al momento alcun punto di riferimento interpretativo applicativo sulle linee guida del 2014. Abbiamo l’obbligo morale, prima che legale politico e amministrativo - continua Deiana - di non trascinare la Sardegna in avventure disinvolte, dettate da logiche tanto populistiche quanto superficiali, che fatalmente presentano, anche dopo anni, il conto. Un conto, sempre salato e talvolta catastrofico - si vedano i precedenti illuminanti degli aiuti al settore alberghiero e alla disastrosa esperienza della flotta sarda - che non viene mai pagato dagli spregiudicati ideatori, sempre colpiti da imbarazzanti amnesie selettive, ma da tutti i sardi”.

La continuità territoriale aerea fra i tre scali sardi e gli aeroporti Fiumicino e Linate è attualmente disciplinata da un contratto di servizio pubblico che scadrà il 27 ottobre del 2017. Si tratta di un modello che ha presentato diverse novità e miglioramenti rispetto ai precedenti, ma che rimane ovviamente e doverosamente superabile per essere migliorato. “È la storia stessa della continuità territoriale aerea che dimostra come si siano succeduti dal 2001 a oggi almeno 6 differenti modelli funzionali di servizio, che, tenendo conto delle criticità dei precedenti e delle mutate condizioni del mercato, hanno cercato di migliorare il successivo con gli opportuni correttivi”, dice l’assessore. L’attuale sistema prevede il finanziamento a totale carico del bilancio regionale, in esecuzione degli accordi sulle entrate del 2008. In particolare si tratta di 57.5 milioni all’anno per 4 anni, stanziati con la legge 25 del 2011. Di questi, 44 milioni sono impiegati per coprire i costi della CT1, e i rimanenti 13,5 (derivanti dai ribassi d’asta della gara), potrebbero essere impiegati per il sostegno di altri collegamenti. Il modello prevede una tariffa unica agevolata uguale per tutti per nove mesi l’anno, e una tariffa differenziata per i non residenti per i tre mesi di alta stagione (15 giugno-15 settembre). “La Giunta valuta molto criticamente l’aggravio tariffario a carico dei non residenti (nella quasi totalità turisti) nei tre mesi estivi, perché finalizzato ad estrarre reddito da una categoria di viaggiatori che non deve essere penalizzata, bensì agevolata. Tale situazione scoraggia la scelta della destinazione Sardegna, e comunque - aggravando i costi di trasferimento - limita la permanenza e la spesa turistica sull’Isola. È questa una ulteriore gravosa conseguenza del costo della insularità che la Giunta Regionale ha deciso di aggredire, intraprendendo un serrato e produttivo confronto con il governo, al quale è stato richiesto di farsene carico”, sottolinea Deiana. Roma è intervenuta con la destinazione di 30 milioni che la giunta intende destinare alla parificazione tariffaria fra residenti e non per tutti i dodici mesi, all’aumento dell’offerta di trasporto da e per i tre aeroporti sardi, prevedendo ove necessari collegamenti ad alta frequenza e ad orario cadenzato, alla introduzione di sistemi di flessibilità tariffaria collegati all’indice di frequentazione dei singoli voli nelle varie fasce orarie della giornata. La disponibilità delle risorse aggiuntive potrebbe consentire di anticipare il rinnovo del sistema attualmente in vigore anche prima della sua naturale scadenza dell’ottobre 2017.

Il modello di collegamenti con gli scali minori varato con il decreto 36 del 2005, ed applicato dal 2007 in poi, ha progressivamente evidenziato gravi criticità che ne hanno reso impossibile l’applicazione corretta e concreta negli ultimi due anni. L’introduzione di un nuovo sistema di CT2 disegnato con il decreto di imposizione di oneri del marzo 2014, è stata resa impraticabile dal fatto che sulla gran parte delle rotte su cui si intendevano introdurre i vincoli di servizio operavano (ed operano) vettori comunitari in libero mercato. Questa circostanza ha indotto la Giunta a chiedere nell’ottobre del 2014 il ritiro del decreto e a individuare nuovi sistemi di intervento compatibili con i principi comunitari di settore. “In particolare si sta vagliando con il governo e con le istituzioni comunitarie la possibilità (che non risulta mai praticata finora a livello continentale) di imporre obblighi di servizio su alcune delle rotte di CT2 e di compensarli tramite gara, senza prevedere la contestuale attribuzione della rotta stessa in monopolio”, spiega l’assessore. In tal modo non verrebbe compromesso il principio della libera prestazione dei servizi aerei e nel contempo sarebbero garantite quelle modalità di servizio attagliate alle esigenze dei sardi, che il libero mercato non è in grado di assicurare.

La Giunta ha messo a punto un sistema di intervento sui collegamenti con i 6 mercati obiettivo di Spagna, Francia, Regno Unito, Svizzera, Germania e Benelux. Attraverso approfonditi studi condotti dagli Atenei sardi è stata individuata la spesa media sostenuta dai turisti stranieri durante la loro permanenza in Sardegna. Il solo rientro fiscale in termini di imposta sul valore aggiunto di tale spesa garantisce una più che ottima remunerazione del capitale investito. La Regione, comportandosi sempre secondo il principio dell’investitore in economia di mercato (PIEM) interverrà nel settore mediante un investimento di sostegno all’incremento dei flussi di traffico con in Paesi elencati. “Si procederà con invito a tutti i vettori aerei comunitari a presentare manifestazioni di interesse a esercitare il traffico sulle relazioni indicate, mettendo a disposizione un supporto finanziario parametrato alla tipologia di collegamento, bi o tri settimanale, e alla tipologia di rotta”, conclude Deiana. Com