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Le linee guida per un nuovo dipartimento della salute mentale

Un nuovo dipartimento della Salute mentale, riorganizzato su unmodello che si basa sui percorsi di cura incentrati sulla persona, e non piùsulla struttura, quindi l’apertura al Centro unico di prenotazione per gliappuntamenti delle visite. E ancora, l’avvio di una fase sperimentale sulterritorio del distretto di Sassari e la ristrutturazione completa del Serviziopsichiatrico di diagnosi e cura (Spdc) dell’ospedale di Sassari.

Sono alcune delle novità annunciate nei giorni scorsi daldirettore generale dell’Asl di Sassari, MarcelloGiannico, e dal direttore del dipartimento di Salute mentale, Donato Posadinu, durante la riunioneche si è svolta a Rizzeddu nella palazzina H. Un incontro che, organizzato per la presentazione delle lineeprogrammatiche del dipartimento, ha visto un’ampia partecipazione di operatoridel Dsmd (dipartimento di salute mentale e delle dipendenze), delleassociazioni dei familiari e dei sindacati.

 

«L’Azienda – ha detto ildirettore generale – sta facendo una serie di scelte che comportano unarevisione dell’organizzazione e che si concretizzeranno con la modifichedell’atto aziendale. Con questo cambiamento, vogliamo realizzare un approcciointegrato alle malattie, con nuovi dipartimenti che abbracciano l’interoterritorio dell’Asl di Sassari».

 

Il modello organizzativo

Eccoallora che la sfida al cambiamento parte proprio dal dipartimento di salutementale. «In Italia – ha dettoDonato Posadinu – sono circa 10 milioni le persone che, nell’arco dellaloro vita, sono o saranno curate per un problema psichiatrico. I disturbidepressivi e i disturbi dell’ansia sono di gran lunga le patologie piùfrequenti ma – ha rimarcato il direttoredel Dsmd – sono anche quelle che ricevono un’attenzione marginale. Spessopoi la psichiatria ospedaliera viene svalutata e considerata come “secondaria”,presa in considerazione soltanto come risposta all'emergenza».

Il direttore del dipartimento di salute mentale è passato quindi aillustrare le nuove linee guida che prevedono, appunto, un avvio sperimentalesu Sassari.

Nel modello organizzativo sperimentale, nell’ambito dellepatologie nevrotiche e psicotiche vengono individuati differenti percorsi dicura. Infatti per le prime patologie il nuovo modello del dipartimento prevedeun’attività ambulatoriale che può portare, in un secondo momento, alla presa incura da parte dei due Centri di salute mentale (Csm) che operano a Sassari.Questi due Centri inoltre prenderebbero da subito in cura pazienti conpatologie psicotiche i quali verrebbero poi avviati, per una presa in caricoglobale, all’attività di riabilitazione psicosociale, attraverso centri diurni,laboratori, assistenza domiciliare, formazione, inserimento lavorativo einclusione sociale.

 

«Sarà quindi necessaria una fase di definizione delle procedure. Èstata fatta richiesta ai dirigenti medici dei Csm di condividere le buoneprassi di cura – ha detto Posadinu –per garantire la qualità assistenziale che ci permetterà di realizzare unpercorso di riabilitazione della persona e di evitare l’incoerenza deiprogetti».

 

Un’azioneche però non potrà fare a meno della sfera sociale, quindi della collaborazionedei Comuni, in particolare per l’avvio di alcune azioni che sono previste ancheall’interno dei Plus. Tra questi, a esempio, gli interventi per l’assistenzadomiciliare e sostegno alle famiglie per la riduzione del carico assistenziale,per l’accompagnamento in percorsi individuali riabilitativi, con particolareriferimento alla promozione dell’inserimento lavorativo e alle azioni disostegno al primo impiego, per l’assegnazione di alloggi popolari per la quotache deve essere riservata alle persone con disturbo mentale. A questi si aggiungono il sostegno alleiniziative di auto-auto mutuo-aiuto di familiari e utenti, il sostegno all’attivitàdelle associazioni dei familiari e degli utenti, la promozione dell’affidofamiliare delle persone con disturbo mentale, la promozione di piccoleresidenze autogestite orientate verso il mantenimento di un buon livello divita e il raggiungimento della maggior autonomia possibile, quindi ilreinserimento sociale attraverso l’accompagnamento e il sostegno nei luoghi diincontro e di socializzazione.

 

Maggiore presenza sul territorio quindi, per una più forte integrazionee inclusione dell’utente con la società, lasciando anche le mura del parco diRizzeddu. «Questo perché – ha dettoDonato Posadinu – chiudere l’attuale residuo manicomiale è il mio chiodofisso. Anche in considerazione del fatto che le strutture residenzialipsichiatriche aziendali di Rizzeddu non corrispondono alle disposizioni dellalegge 724 del 1994 che vieta di utilizzare i “beni mobili e immobili degli ospedalipsichiatrici dismessi” per la “prestazione di servizi per la salute mentale”,nonché per “la degenza o ospitalità di pazienti dimessi o di nuovi casi”».

 

IlServizio psichiatrico di diagnosi e cura - Un discorso a parte invece perl’Spdc dell’ospedale sassarese. «È ferma intenzioneristrutturarlo completamente – haprecisato Donato Posadinu durante l’incontro – a partire dalla messa insicurezza dei locali per la tutela degli utenti. Esiste già un piano difattibilità che vede la concentrazione degli studi medici all’inizio delreparto, un’area crisi per le persone maggiormente a rischio, quindi lavalorizzazione della zona soggiorno, nuovi infissi e porte». Esisterebbe già –è stato detto – un progetto e un cronoprogramma dei lavori.

 

«I fondi per la ristrutturazione dell’Spdc sono già disponibili eritagliabili da quelli stanziati dalla Regione – ha aggiunto il manager Asl – e prescindono dai fondi per gliobiettivi del direttore generale».

«Una volta messo a norma e con i sistemi di sicurezza – ha concluso il direttore del Dsmd – ilreparto cambierà volto anche con piccoli accorgimenti. Ci sarà la possibilitàdi far uscire i pazienti in giardino sotto dei gazebo e si potrà avere un day hospitalche dovrà essere attivato con due posti letto».

 

Durante la riunione non si è parlato del Serd, che fa sempre partedel Dsmd, «perché – ha spiegato ildirettore generale – in Regione c’è un progetto che articola il sistema inun dipartimento della salute menale e un dipartimento delle dipendenze, maancora non sappiamo se la Regione voglia portare avanti questo dualismo». Com

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