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Confessato l’ex compagno di Erika Preti uccisa in una villa a San Teodoro in Sardegna con delle coltellate alla gola.

Cagliari, 23 Lug 2017 - Dopo l’uccisione in una villa in Sardegna, della giovane piemontese, fin da subito è apparsa agli occhi degli esperti e investigatori, la colpevolezza del fidanzato che da subito aveva detto di essere stati aggrediti da un presunto ladro trovato in casa. Ma la stranezza delle ferite al collo che poi hanno portato la vittima alla morte quasi istantanea, aveva fatto dubitare del compagno. Infatti, ora il giovane, ha confessato l’uccisione della fidanzata.

Erika Preti di 28 anni, era stata uccisa il 12 giugno mentre erano in vacanza a San Teodoro (Sardegna) con due coltellate alla gola dopo una lite perché “sul tavolo c’erano troppe briciole”, racconta l’omicida, Dimitri Fricano, 30 anni di Biella che fino ad ora si era sempre dichiarato completamente estraneo al fatto.

L’uomo nella sua confessione afferma: “Erika mi ha accusato perché il tavolo era sporco” quindi “abbiamo iniziato a insultarci e io non ci ho più visto”.

Il giovane era l’unico indagato per omicidio volontario e anche lui era rimasto ferito. La versione che aveva sempre fornito agli inquirenti era che i due avessero subito una rapina in casa finita nel sangue.

Come confermato dagli avvocati difensori, Fricano si è presentato nella serata del 22 luglio prima nello studio dei legali Alessandra Guarini e Roberto Onida e poi ha confessato davanti al procuratore di Biella, Teresa Angela Camelio, di essere stato lui a uccidere la fidanzata. Ora si trova in stato di fermo nel carcere della cittadina piemontese.

Fino a ieri, Fricano aveva sempre sostenuto l’aggressione a scopo di rapina durante la quale anche lui era rimasto ferito da un’arma da taglio e aveva riportato un grosso ematoma al capo. Una versione a cui non ha mai creduto, come detto prima, il Procuratore di Nuoro Andrea Garau e gli investigatori, che coordina le indagini. L’uomo era sin dal primo momento l’unico indagato per omicidio volontario. Diversi i sopralluoghi da parte dei Ris e dei carabinieri del Nucleo operativo del comando provinciale di Nuoro e della Compagnia di Siniscola che avevano sempre escluso la presenza di una terza persona sulla scena del delitto.

La difesa del giovane l’11 luglio scorso aveva ingaggiato l’ex comandante dei Ris Luciano Garofano e diversi investigatori e tecnici: erano tornati nella villetta del delitto ancora sotto sequestro per delle indagini autonome. L’assassino, ormai si può chiamare così vista la confessione, Dimitri Fricano subito dopo i fatti era stato ricoverato all’ospedale di Olbia per due settimane, inizialmente in Chirurgia per le cure di alcune ferite di arma da taglio e dove era stato anche piantonato dai militari dell’Arma. Poi era tornato a Biella, dove aveva continuato a sostenere la sua versione, fino a quando è crollato davanti ai carabinieri della sua città.