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Brexit, Governo battuto: Parlamento approva emendamento Letwin. Johnson: “Nessun rinvio”

Londra, 19 Ott 2019 - Il premier britannico, Boris Johnson oggi ha affrontato a Westminster la votazione del nuovo accordo raggiunto in extremis con l'Ue. Una riunione di sabato del parlamento non si verificava dal 1982: all'epoca c'era la guerra nelle Falkland di Margaret Thatcher a tenere banco. Al centro del voto alla Camera dei Comuni l'emendamento Letwin, che chiedeva che la Brexit fosse rinviata, se la legislazione necessaria ad implementare l'accordo negoziato dal premier non fosse approvata entro il 31 ottobre. L'emendamento è stato approvato con 322 sì. I no sono stati 306.

Gli unionisti nordirlandesi del Democratic Unionist Party prima dell'inizio delle votazioni, non aveva ancora sciolto la riserva: poco prima hanno fatto sapere che avrebbero appoggiato l'emendamento.

Fonti di Downing Street, rilanciate dai media, avevano riferito che in caso l'emendamento Letwin fosse passato in Parlamento, il governo avrebbe ritirato il voto per ripresentarlo lunedì o martedì.

Dopo l'appello di ieri sera - "non esiste accordo migliore di quello raggiunto" - Johnson si è rivolto oggi nuovamente ai parlamentari.  "Questo è il secondo accordo e il quarto voto a tre anni e mezzo dal referendum", ha affermato il premier britannico. "Questo accordo prevede una vera Brexit", ha detto.

Johnson ha chiesto al parlamento di approvare l'accordo da lui raggiunto sulla Brexit con l'Ue e avverte la Camera dei comuni che "ora è arrivato il tempo" di decidere. Aprendo oggi il dibattito straordinario sul deal alla Camera dei comuni, il primo ministro conservatore ha ricordato come l'aula non sia stata "in grado di trovare" una soluzione per oltre tre anni dopo il referendum del 2016. Johnson ha difeso il suo deal come "un nuovo accordo" che va ratificato per "riunire il paese".

"Ringrazio i nostri amici europei per essere usciti dalle prigioni delle opposizioni esistenti", ha detto il premier britannico. Johnson ha detto che "questo è il momento" in cui la Camera dei Comuni può trovare un accordo sulla Brexit e riunire il Paese. Il premier ha detto che è il momento "di andare avanti" e "costruire un nuovo rapporto con l'Unione europea". L'intesa permette "un nuovo percorso" per Londra, che manterrà comunque "i legami piu stretti di amicizia e collaborazione" con l'Europa.

"Dobbiamo andare avanti su questo accordo, io credo che la gente a casa spera e si aspetti questo". Così il premier britannico Boris Johnson nella sessione straordinaria del Parlamento per la Brexit. L'accordo, aggiunge, "rimuove il backstop", "assicura un confine aperto" tra le Irlande "e che per chi vive sul confine non ci saranno cambiamenti pratici nella loro vita".

C'è "scarso appetito" tra i leader dell'Ue per ulteriori ritardi anche di "un solo giorno": lo ha affermato il premier britannico, Boris Johnson, ai Comuni, sottolineando che un rinvio sarebbe "inutile, costoso, corrosivo". Da qui l'esortazione ai deputati a "portare a termine la Brexit". E' tempo di uscire dall'Ue "per porre fine a questa faida debilitante", ha aggiunto.

"Questo governo non può essere creduto e noi non ci faremo ingannare". Così il leader dell'opposizione laburista britannica Jeremy Corbyn rispondendo ai comuni al premier nel dibattito sull'accordo sulla Brexit. Accordo che Corbyn ha denunciato come dannoso "per l'economia" del paese, per "i diritti dei lavoratori e per l'ambiente", invitando il parlamento a respingerlo.

Il nuovo accordo per la Brexit di Boris Johnson è "perfino peggiore" di quello precedentemente negoziato dall'ex premier Theresa May, ha detto Corbyn, che ha quindi invitato l'aula a non consegnare un "assegno in bianco" a Johnson, approvandolo.

Oliver Letwin, promotore dell'emendamento pro-rinvio che ha scatenato polemiche nel Parlamento britannico, ha assicurato che l'unico scopo della sua mozione è quello di "mantenere la polizza assicurativa fornita dal Benn Act che ci impedisce di schiantarci automaticamente se non ci saranno accordi entro il 31 ottobre".

Letwin, ex ribelle Tory espulso dal partito conservatore lo scorso settembre per aver votato contro il governo, ha assicurato che voterà favore dell'accordo raggiunto dal premier Boris Johnson con l'Ue.

L'emendamento Letwin rinvia la piena approvazione dell'accordo per la Brexit fino a quando tutta la legislazione associata non sarà approvata, anche dopo il 31 ottobre. Una mozione pro-estensione che punta a evitare una possibile imboscata dei falchi Brexiteer che potrebbero approvare l'accordo, rimuovendo quindi le condizioni per l'applicazione del Benn Act (la legge anti-no deal approvata il mese scorso), per poi bocciare la seguente legge sull'uscita dall'Ue, costringendo così il Paese a una Brexit senza accordo il 31 ottobre.

Appassionato l'intervento dell'ex premier Theresa May, che ha esordito scherzando sul senso di "deja vu" nel ricordo delle tre bocciature del suo precedente accordo in Parlamento. Poi ha preso posizione nettamente in favore del sì al deal proposto da Johnson, affermando di essere "contro chiunque si opponga ad attuare la Brexit". E denunciando l'ipotesi di un nuovo voto contrario da parte della Camera come "un oltraggioso inganno" nei confronti del popolo. L'ex premier ha sottolineato di non essere in genere favorevole ai referendum, ma ha ricordato che quello sulla Brexit fu convocato nel 2016, con il sostegno di un'amplissima maggioranza parlamentare, nel nome della promessa fatta da tutti i maggiori partiti di rispettarne l'esito. "Non si può chiedere un secondo referendum - ha poi aggiunto - solo perché il risultato del primo non piace".

Grande manifestazione a Londra per chiedere un nuovo referendum sulla Brexit, che i dimostranti considerano l'unica via per risolvere la crisi in corso.