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Vertice di maggioranza, più fondi sul cuneo fiscale

Roma, 14 Ott 2019 - È terminato dopo oltre tre ore il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi sulla manovra. Salgono a tre miliardi le risorse per il taglio del cuneo fiscale nel 2020, l'ingresso in manovra di un fondo per la famiglia e una abolizione del superticket nel 2020, almeno per metà anno. Sono gli accordi trovati al tavolo del vertice. Ipotesi pensate per ridurre gli attriti tra i partiti e a dare una forma più ambiziosa al testo della manovra. Nessuna intesa invece sull'eventuale abolizione di quota 100, mentre non si sarebbe nemmeno discusso del tema del carcere agli evasori.

Il Consiglio dei ministri che avrà sul tavolo il Documento programmatico di bilancio (l'ossatura della manovra in cui viene indicata la griglia degli interventi con gli effetti di spesa e di gettito) è previsto per questa sera o domani mattina. Entro domani sera a mezzanotte la manovra deve essere trasmessa alla Commissione Europea e all'Eurogruppo. Entro il 20 ottobre, invece, il ddl di Bilancio, deve essere trasmesso alle Camere, ma il termine non è perentorio.

Le ore precedenti il consiglio dei ministri, come ogni anno e con ogni maggioranza, hanno registrato un tutti contro tutti per intestarsi parti più o meno rilevanti della manovra. Nella serata di ieri si erano scontrati M5s e Iv sull'eventuale abolizione di quota 100, mentre M5s e Pd hanno continuato a battagliare proprio sul taglio del cuneo fiscale.

I tre miliardi per il taglio del cuneo fiscale e 5 miliardi a regime per un intervento con orizzonte triennale, cifra giudicata inadeguata dai sindacati, si tradurrà in un alleggerimento del fisco sulle buste paga dei lavoratori, almeno nel primo anno, poi si vedrà. Un successo per il Pd, dal fronte del M5s però rimane la richiesta di agganciare il salario minimo al taglio del cuneo fiscale per le imprese. Per definire le coperture si punta tutto sul pacchetto anti-evasione, che vale 'solo' 7 miliardi. All'appello mancano 3,5 miliardi di euro per far tornare i conti. Dei 7 miliardi da recuperare alla voce evasione fiscale, la metà dovrebbe arrivare dalle misure contenute nel decreto fiscale, in buona parte dalla stretta sulle compensazioni tra crediti e debiti con il Fisco. Il resto è ancora da trovare.

A seconda delle risorse, si capirà anche se si riuscirà a cancellare, per tutto il 2020 o magari da metà anno, i superticket nella sanità. Sotto i riflettori c'è poi l'assegno unico per i figli che dovrebbe aprire la strada all'assegno vero e proprio. In questo fondo confluirebbero le risorse per i servizi alle famiglie, da quelle per lo stop alle rette degli asili nido ad altri bonus. Sarebbe questa la base per creare in un secondo momento l'assegno unico per i figli. Pare invece accantonata l'idea di abbassare la soglia per il contante, da 3000 a 1000 euro.

Nel decreto fiscale collegato alla manovra potrebbe entrare anche la web tax che dovrebbe scattare da gennaio e da cui il governo conta di incassare 600 milioni l'anno a regime. Confermato lo stop alla seconda fase della flat tax per le partite Iva, ovvero la tassazione con aliquota al 20% per chi ha redditi tra 65.000 e 100.000 euro, che sarebbe scattata dal prossimo anno. Mentre per la flat tax al 15% già in vigore per le partite Iva fino a 65.000 euro potrebbero arrivare dei correttivi per evitare gli abusi.

Il M5s è indisponibile ad qualsiasi modifica a Quota 100, compreso l'allungamento delle finestre per il pensionamento. "Non sono all'ordine del giorno, continuiamo dritti sulla nostra strada senza fermarci", ha detto il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. In precedenza, il vice capogruppo di Iv alla Camera, Luigi Marattin, aveva sostenuto l'abolizione totale di quota 100. "Perché? Perché si tratta della politica più ingiusta degli ultimi 25 anni, perché spende risorse ingenti a carico dei giovani lavoratori. In sua sostituzione proponiamo di rendere strutturale l'Ape Social, in modo da consentire il prepensionamento a chi ha svolto lavori gravosi e usuranti, e non a tutti'', aveva aggiunto Marattin.

Da discutere fino all'ultimo sono anche due interventi che il Movimento vorrebbe nel decreto fiscale: l'innalzamento delle soglie minime per il carcere agli evasori, (mente il Pd vorrebbe parlarne in una legge collegata alla manovra, lasciando nel decreto fiscale solo la confisca dei beni degli evasori) e lecompensazioni dei crediti Inps e Inail.

Entro il 30 novembre la Commissione Ue dovrà esprimere un primo parere sulla legge di bilancio di tutti gli Stati membri, compresa quella italiana, per verificare l'aderenza agli impegni presi sul fronte dei vincoli di finanza pubblica. "Crediamo che la filosofia della manovra sia stata ben compresa, abbiamo fiducia nel dialogo con la Commissione europea", ha detto il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri che durante l'Ecofin ha incontrato Moscovici e Dombrovskis. "I contatti - ha assicurato - sono positivi, la Commissione deve attendere di esaminare la manovra, conosce i numeri della Nadef, abbiamo illustrato i contenuti e la logica che ci ha portato a individuare il 2,2% come punto di equilibrio per mantenere il debito in traiettoria discendente e di non fare una manovra restrittiva. Questo ci ha portato a individuare un punto di equilibrio di responsabile espansione che consente di usare una certa flessibilità. C'è ottimismo e proseguiremo nel nostro impegno".

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