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Conte: “Se a Salvini manca il coraggio me lo assumo io, vado al Colle”. Dimissioni nella tarda serata di ieri nelle mani di Mattarella. Oggi pomeriggio partono le consultazioni

Roma, 21 Ago 2019 - La Lega ha ritirato ieri sera la mozione di sfiducia al Senato presentata a suo tempo nei confronti del governo Conte. Una scelta, fanno sapere fonti del Carroccio, dettata da due ragioni: la prima è che non avrebbe senso, dopo aver ascoltato il premier annunciare le dimissioni. La seconda perché, avendo aperto uno spiraglio a lavorare assieme per completare le riforme, sarebbe incoerente presentarla, prima di aspettare la replica del Premier.

La notizia arriva mentre è ancora in corso il dibattito nell'Aula del Senato e prima che Conte faccia, come annunciato nel pomeriggio, un secondo intervento al termine del quale è in programma la salita al Colle per formalizzare le dimissioni. Ma se l'iniziativa della Lega di ritirare la sfiducia ha l'obiettivo di far rientrare la crisi, così non è. Conte tiene il punto e conclude la sua replica: "Salvini ritira la mozione? Se non ha coraggio me lo assumo io".

"Non rinnego nulla di quello che abbiamo fatto. Non è nel mio costume". Giuseppe Conte replica al termine del dibattito in Aula. Interviene in riferimento alle critiche emerse sul tema dell'immigrazione. "Io in Europa ho portato una piattaforma politica su tanti punti. Questo governo ha affrontato il tema in modo ampio" spiega, "c'è stata una politica di maggiore rigore sul presupposto che una indiscriminata accoglienza equivale a una non accoglienza".  E "sul dl sicurezza sono intervenuto per mediare", ricorda.

"Nessun ravvedimento, vorrei chiarire. E vorrei chiarire che non ho mai fatto una questione personale fra me e gli amici della Lega, fra me e il ministro Salvini, col quale ancora oggi mi fermo a fare una chiacchierata e a dirgli il mio dissenso su tante questioni" aggiunge il premier. "E a conferma che non è una questione personale - spiega - ho ragionato di cultura delle regole e cultura costituzionale e vi invito a considerare che il 3 giugno 2019 ho indetto una conferenza stampa. In quella conferenza stampa ho invocato il concetto di leale collaborazione".

"La Lega ha presentato una mozione di sfiducia, e l'ha anche sollecitata tra le persone. Ora leggo che è stata ritirata: questo passaggio istituzionale è già di per sé molto complicato, se si amano le istituzioni non possiamo affidarci a espedienti, tatticismi e giravolte verbali che faccio fatica a comprendere. Se c'è mancanza di coraggio- commenta il premier- non vi preoccupate me la assumo io di fronte alla gente che ci guarda. Prendo atto che a Salvini, che dopo il 3 giugno ha stentato ha comprendere i concetti di leale collaborazione, manca il coraggio di prendersi la responsabilità dei suoi comportamenti". E conclude: "Vado al Quirinale", confermando le dimissioni.

Dopo la replica di Conte, arriva il commento del ministro dell'Interno: "Che delusione da Conte, da lui nessuna idea ma solo insulti contro il suo vice premier". E poi: "Io voglio fare il governo 'per'. Se qualcuno preferisce il governo 'contro'... Sarà il governo dei 'no' e il governo degli sconfitti. La grande ammucchiata" contro la Lega.

Il colloquio tra Conte e Mattarella è durato poco più di dieci minuti, in cui il premier ha formalizzato le dimissioni. Domani pomeriggio alle 16 avranno inizio le consultazioni.

Dopo la replica di Conte, arriva il commento del ministro dell'Interno: "Che delusione da Conte, da lui nessuna idea ma solo insulti contro il suo vice premier". E poi: "Io voglio fare il governo 'per'. Se qualcuno preferisce il governo 'contro'... Sarà il governo dei 'no' e il governo degli sconfitti. La grande ammucchiata" contro la Lega. Il colloquio tra Conte e Mattarella è durato poco più di dieci minuti, in cui il premier ha formalizzato le dimissioni. Domani pomeriggio alle 16 avranno inizio le consultazioni.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, prendendo atto delle dimissioni di Conte, ha invitato il Governo a curare il disbrigo degli affari correnti.

"In una Repubblica parlamentare è giusto verificare se ci sono altre ipotesi di maggioranze, ma che siano di netta discontinuità con ciò che abbiamo visto. A cominciare dal metodo". Lo afferma il segretario del Pd, Nicola Zingaretti a speciale Tg1."Prima di tutto - aggiunge - bisogna denunciare e raccontare che oggi abbiamo assistito al fallimento di un esperimento politico", "credo siano scappati dall'enormità del problema che sarà la manovra di ottobre".

L'Aula di Palazzo Madama piena nel giorno in cui si decidono le sorti del governo gialloverde. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha lasciato Palazzo Chigi ed è arrivato puntuale alle 15 per rendere le sue comunicazioni al Senato. Arrivato in Aula ha salutato cordialmente i vicepremier e tutti i membri del governo. "Ho chiesto di intervenire per riferire sulla crisi di governo innescata dalle dichiarazioni del ministro dell'interno e leader di una delle due forza di maggioranza", ha affermato il premier nel suo intervento. "Siamo al cospetto di una decisione oggettivamente grave, che comporta conseguenze rilevanti per la vita del paese". Questo passaggio "merita di essere chiarito in un pubblico dibattito che consenta trasparenza e assunzione di responsabilità da parte di tutti i protagonisti della crisi. Io ho garantito che questa sarebbe stata un'esperienza di governo all'insegna della trasparenza e del cambiamento e non posso permettere che questo passaggio possa consumarsi a mezzo di conciliaboli riservati, comunicazioni rilasciate sui social o per strada", ha detto Conte ripercorrendo le tappe della crisi e ricordando come l'8 agosto Salvini gli abbia comunicato che la Lega non era più disponibile a sostenere questo governo. "Decisione grave con conseguenze rilevanti".

Salvini ha dimostrato "di perseguire interessi personali e di partito", ha detto il premier. "Salvini - ha sottolineato il premier - ha disatteso l'impegno solenne" che era stato preso durante la formulazione del contratto di governo e ha dimostrato "scarsa sensibilità istituzionale e grave carenza di cultura costituzionale". Aprire la crisi in pieno agosto "per un'esperienza di governo giudicata limitativa da chi ha rivendicato pieni poteri e la scelta di rinviare fino ad oggi la decisione presa da tempo è un gesto di imprudenza istituzionale irriguardoso per il Parlamento e portando il paese in una vorticosa spirale di incertezza politica e finanziaria", ha sottolineato il premier. "Governo ha lavorato intensamente, Lega ha offuscato iniziative" "Avete offuscato la miriade di iniziative come il rilancio per il Sud. Ricordo ad esempio che ora abbiamo un solo piano tariffario per le autostrade, la riforma dello sport, l'assegnazione delle olimpiadi invernali, questo è un governo che ha lavorato intensamente sino all'ultimo giorno altro che governo dei no", ha detto Conte.

"Il Paese ha urgente bisogno che siano completate le misure per favorire la crescita economica egli investimenti. Abbiamo predisposto vari strumenti che con questa incertezza rischia di non essere valorizzati. Caro ministro dell'Interno, promuovendo questa crisi di governo ti sei assunto una grande responsabilità di fronte al Paese. Ti ho sentito chiedere "pieni poteri" e invocare le piazze a tuo sostegno, questa tua concezione mi preoccupa", ha stigmatizzato il premier. Il premier nel suo intervento al Senato si è riferito anche alle trattative con l'Ue sul ruolo del commissario europeo che spetta all'Italia. "L'Italia corre il rischio di partecipare a questa trattativa in condizioni di oggettiva debolezza", ha spiegato.

"La crisi in atto compromette l'azione di questo governo che qui si arresta. La decisione della Lega di presentare la mozione di sfiducia mi impongono di interrompere qui questa esperienza di governo. Intendo completare questo passaggio nel modo più lineare: alla fine del dibattito mi recherò dal presidente della Repubblica per rassegnare le mie dimissioni da presidente del Consiglio. Ora il presidente della Repubblica guiderà il Paese in questo passaggio delicato. Colgo l'occasione per ringraziarlo per il sostegno che mi ha dato". Nel chiudere il suo discorso il premier poi ha sottolineato: "Non ho mai inseguito un titolo di un giornale" o i social, "non sono mai andato alla ricerca dei nemici. Quando si serve lo Stato i sacrifici compiuti vengono ripagati", ha osservato il presidente del Consiglio. "Se si tenta di assolvere con disciplina e onore il ruolo pubblico i cittadini perdonano anche gli errori compiuti", ha aggiunto il premier. Poi la conclusione: "Questo incarico mi ha permesso di conoscere l'Italia, il Paese che amo. Viva la nostra Patria, viva l'Italia".