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Via libera di Berlusconi a un governo M5s-Lega: niente veti, ma non voteremo la fiducia

Roma, 10 Mag 2018 - Silvio Berlusconi "apre" a un governo tra Movimento 5 stelle e Lega. Non ci saranno veti, spiega il leader di Forza Italia, ma non voteremo la fiducia.

Un governo Lega-M5S "non segna la fine dell’alleanza di centro-destra: rimangono le tante collaborazioni nei governi regionali e locali, rimane una storia comune, rimane il comune impegno preso con gli elettori. Continuiamo a lavorare per tornare a vincere, ma soprattutto perché torni a vincere l’Italia", si legge in una nota del Cavaliere.

"Se un'altra forza politica della coalizione ritiene di assumersi la responsabilità di creare un governo con il M5s, prendiamo atto con rispetto della scelta. Non sta certo a noi porre veti o pregiudiziali" ma, aggiunge, "non potremo certamente votare la fiducia". "Non possiamo dare oggi il nostro consenso ad un governo che comprenda il Movimento Cinque stelle, che ha dimostrato anche in queste settimane di non avere la maturità politica per assumersi questa responsabilità".

Se il governo formato da Lega e Movimento Cinque Stelle "non potesse nascere, nessuno potrà usarci come alibi di fronte all'incapacità - o all'impossibilità oggettiva - di trovare accordi fra forze politiche molto diverse. Di più a noi non si può chiedere, anche in nome degli impegni che abbiamo preso con gli elettori", prosegue il presidente di Forza Italia.

"Il Paese da mesi attende un governo. Continuo a credere che la soluzione della crisi più naturale, più logica, più coerente con il mandato degli elettori sarebbe quella di un governo di Centro-Destra, la coalizione che ha prevalso nelle elezioni, guidato da un esponente indicato dalla Lega, governo che avrebbe certamente trovato in Parlamento i voti necessari per governare. Questa strada non è stata considerata praticabile dal Capo dello Stato. Ne prendo atto", afferma Berlusconi nella nota.

"Tenuta salda per lealtà e coerenza l'unità del centrodestra, come da nota del presidente Berlusconi che ringraziamo, rimane da lavorare su programma, tempi, squadra e cose da fare. Per me sarebbe un onore guidare il paese. O si chiude veloce, o si vota", commenta Matteo Salvini la disponibilità espressa da Berlusconi di non mettere veti a un tentativo di accordo tra Lega e M5s per la formazione del governo.

"Mi fa piacere che abbia prevalso la responsabilità. E' un momento importante", dice Luigi Di Maio ai cronisti, "ma abbiamo ancora tanto da fare, perché dobbiamo mettere in piedi un contratto di governo e una squadra. Domani ho intenzione di incontrare Matteo Salvini, iniziamo dai temi poi i nomi. La cosa importante è il contratto di governo, ci sono soluzioni che gli italiani aspettano da 30 anni".

Dopo 66 giorni di trattative, cade dunque il principale ostacolo che si frappone alla nascita di un governo politico tra i 5 Stelle e la Lega. Silvio Berlusconi concede il suo nulla osta alla trattativa tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio: non voterà la fiducia ma consente ai due leader di provare a siglare un'intesa. E' un varco che si apre anche con il benestare del Presidente della Repubblica che concede altro tempo ai partiti spostando a venerdì la presentazione di quel governo "neutrale" che dovrà farsi largo nel caso in cui ancora una volta le trattative politiche dovessero finire in un nulla di fatto.

Un vertice tra i capi politici della Lega e del M5s a fine mattina aveva dato il segnale della ripartenza. Il disgelo tra i possibili partner di un esecutivo si è infatti manifestato quando tra i due leader sono arrivati espliciti segnali di apertura. "Ci provo fino all'ultimo" promette il segretario del Carroccio di prima mattina, poco prima che Luigi Di Maio pronunciasse parole di non belligeranza nei confronti di Silvio Berlusconi. Nessun "veto su Berlusconi; è una volontà di dialogare con la Lega. Punto". Poi l'incontro, suggellato dalla richiesta congiunta di chiedere tempo al Quirinale prima che il presidente affidi l'incarico al premier tecnico.

L'ok arriva in serata. Ed è quella dell'astensione benevola. Insomma una strada diversa dall'appoggio esterno o altri compromessi perché, spiega Fi, o si è al governo o non si è. E una strada che libera gli azzurri dal portare la 'croce' di un eventuale fallimento della trattativa. I nodi del capo del governo e della squadra di ministri.

È un punto cruciale che rispecchierà non solo i rapporti di forza ma il tipo di accordo che verrà raggiunto. Al momento nessuno si sbilancia e tutti assicurano che "si parla di temi e non di nomi". Ma le due partite, con Fi che "vigila" per così dire sull'accordo, sono ovviamente connessi. Il Cav ha i suoi interessi da tutelare, anche se in una posizione defilata dal governo e chiede garanzie. Ma il M5s ha in questa fase della trattativa più forza contrattuale. Tanto che qualcuno ha ipotizzato il rilancio della candidatura di Di Maio alla premiership. Il capo M5s smentisce e conferma la ricerca di un premier terzo. "Le mie dichiarazioni di domenica sono ancora valide: la mia parola è una.

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