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Rivelazioni Washington Post, Trump ammette: “Un mio diritto condividere informazioni con la Russia”

"Come presidente volevo condividere con la Russia fatti riguardanti il terrorismo e la sicurezza sui voli di linea, cosa che io ho assolutamente il diritto di fare". Così Donald Trump replica allo scoop del Washington Post, di fatto confermando di aver messo a disposizione, durante quello che definisce "un incontro ufficialmente previsto alla Casa Bianca", dei suoi interlocutori russi delle informazioni di intelligence. Nel suo messaggio, che Trump come suo costume affida a tweet mattutini, il presidente spiega anche che a spingerlo sono state "ragioni umanitarie", senza fornire ulteriori spiegazioni. "Oltre al fatto - conclude il secondo tweet - che voglio che la Russia rafforzi in modo consistente la lotta al terrorismo e lo Stato Islamico".

Tutto nasce dalle rivelazioni di ieri del Washington Post. Il quotidiano sostiene che il presidente Donald Trump "ha rivelato informazioni altamente classificate" al ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov e all'ambasciatore di Mosca Kislyak, in occasione del loro incontro alla Casa Bianca lo scorso 10 maggio, informazioni che, se rivelate rischiano di compromettere una fonte di intelligence cruciale sullo Stato Islamico".

Secondo il quotidiano le informazioni classificate rivelate ai russi da Trump erano state fornite da un partner degli Usa attraverso uno scambio di intelligence considerato talmente "sensibile" che i dettagli non sono stati comunicati ad altri alleati e sono stati notificati ad un numero ristretto di persone in seno allo stesso governo Usa. La fonte del Post ha parlato di "informazioni in codice", ovvero uno dei più alti livelli di segretezza nell'ambiente degli 007, sostenendo che Trump ha rivelato "più informazioni all'ambasciatore russo di quanto condiviso con i nostri alleati".

"Questa storia è falsa. Il presidente ha discusso solo delle minacce comuni che entrambi i Paesi devono affrontare". Così Dina Powell, vice consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, aveva smentito la notizia riportata dal Washington Post. Ma i tweet di oggi del Presidente Usa hanno di fatto 'smentito' la smentita.

La notizia diffusa dal Washington Post arriva proprio nel pieno della bufera per il licenziamento, da parte del presidente americano, del capo dell'Fbi, James Comey, che stava indagando sul Russiagate, ovvero sui legami tra lo staff di Trump e il Cremlino durante le presidenziali.