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Venezuela, ancora scontri in piazza a Caracas. Intanto, Maduro annuncia la riforma della Costituzione

È sempre più alta la tensione in Venezuela, dove il presidente, Nicolas Maduro, ha avviato il processo per scrivere una nuova Costituzione, "stavolta del popolo, e non dei partiti politici"; e l'opposizione parla di colpo di Stato e ha chiesto ai venezuelani di "ribellarsi".

Dopo un'ennesima giornata di marce contro il governo, coincise con la giornata del Primo Maggio, Maduro ha avviato il processo per riformare la Costituzione: dinanzi a migliaia di sostenitori riuniti nel centro di Caracas, Maduro ha promesso "un'Assemblea Nazionale Costituente chavista", "per arrivare alla pace di cui il Paese ha bisogno, per sventare il colpo di Stato fascista e perché sia il popolo con la sua sovranità a imporre la pace, l'armonia e il dialogo nazionale autentico". Sarà un'assemblea Costituente "popolare, dei cittadini, e operaia" e una parte dei suoi componenti saranno scelti dai diversi settori della società. Non sono ancora chiare del tutto le novità, ma l'obiettivo è quello di mettere nell'angolo l'Assemblea nazionale, il Parlamento, controllato dall'opposizione, l'unico potere del Paese che non è ancora controllato da Maduro.

Tra le novità, assegnare rango costituzionale al Poder Comunal, come il governo chiama le organizzazioni affini al Partido Socialista Unido. "Chiedo il sostegno di tutto il popolo, dell'unione civico-militare per fare avanzare la pace e che l'Assemblea Nazionale Costituente abbia una maggioranza schiacciante del popolo chavista. Dobbiamo trasformare lo Stato, in particolare questa Assemblea Nazionale marcia che è la", ha aggiunto Maduro, dinanzi a centinaia di funzionari pubblici vestiti di rosso che partecipavano all'evento nell'avenida Bolivar, in pieno centro della città. Immediata la reazione dell'opposizione, riunita nella Tavola dell'Unità Democratica (Mud), che ha invitato a nuove proteste nelle strade; e ha anche annunciato che oggi l'Assemblea Nazionale terrà una seduta per affrontare "il golpe di Stato più grave della storia del Venezuela".

Il segretario generale dell'Osa, l'Organizzazione degli Stati americani, Luis Almagro, ha avvertito che i Paesi che compongono l'organismo vigileranno affinché il governo di Maduro non consolidi una dittatura. E intanto il Paese è sempre più polarizzato: a un mese esatto dall'inizio delle proteste, lunedì a Caracas sono scesi in strada migliaia di oppositori e anche chavisti. Nella capitale, ci sono state manifestazioni per chiedere le dimissioni di Maduro e le elezioni anticipate, segnate da scontri tra i manifestanti e le forze di sicurezza. Manifestazioni dell'opposizione, anche in altre città. "Maduro rafforza il colpo di Stato e approfondisce la grave crisi", ha dichiarato su Twitter uno dei principali leader dell'opposizione, Henrique Capriles, ex candidato alle presidenziali, che ha invitato a "disobbedire a una simile follia". La Mud ha definito "una sfida" l'annuncio di Maduro, ha convocato un 'cacerolazo', una nuova protesta per oggi, e una nuova grande marcia per mercoledì, domani.

Il presidente del Parlamento, l'oppositore Julio Borges, annunciando la sessione speciale della Camera, ha detto che "Maduro tenta di cancellare il voto popolare". Il deputato ha chiesto alle Forze Armate di pronunciarsi, così come alle altre istituzioni, "al procuratore nazionale (Luisa Ortega), i magistrati, a chi abbia ancora coscienza e abbia a cuore il Paese, perché non facciano passare il golpe e si ribellino".

La Costituzione attuale era stata adottata nel 1999 su iniziativa di Hugo Chavez, predecessore e padre putativo di Maduro: era stata scritta da 131 costituenti eletti con suffragio diretto, universale e segreto, e poi approvata con referendum.

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