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Berlusconi: “Marcello Dell’Ultri l’ho mandato io in Libano”

Marcello Dell'Ultri, condannato a sette anni per concorso in associazione mafiosa e irreperibile da metà marzo in attesa della pronuncia della Cassazione, è stato fermato ieri in Libano. Secondo Repubblica, ad un gruppo ristretto di forzisti, Silvio Berlusconi avrebbe detto che "in Libano ce l'ho mandato io". Le ragioni? Strategia politica, continua il quotidiano: "L'ho spedito a Beirut qualche giorno fa perché Vladimir Putin mi ha chiesto di sostenere la campagna elettorale di Amin Gemayel".

Rintracciato in un albergo di lusso a Beirut e fermato nella capitale libanese dopo l'emissione di un mandato di cattura internazionale, Dell'Ultri ha parlato col suo legale, Giuseppe Di Peri, in attesa dell'udienza di convalida del fermo, fissata per domani, necessaria per avviare la pratica di estradizione - richiesta dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando - in base all'accordo esistente tra Italia e Libano.

In attesa dell'udienza di convalida del fermo, i due avrebbero concordato la strategia difensiva anch se il legale ha dichiarato: "Non ho nulla da dire. Non confermo neppure di avere parlato con il mio assistito". Dell'Utri, comunque, ricorrerà ad un legale libanese che si occuperà dell'udienza e delle fasi del procedimento di estradizione.

A tradire Dell'Utri, rendendo possibile localizzarlo, sarebbero stati un telefono cellulare, che avrebbe acceso e poi spento, e una carta di credito. A Beirut Dell'Utri è stato rintracciato e fermato dalle autorità locali attorno alla mezzanotte, nella sua stanza del lussuoso hotel Phoenicia. Da quando erano state messe in allarme da Roma, è bastato poco tempo agli agenti del dipartimento d'intelligence della polizia locale e al rappresentante della polizia italiana in Libano per trovare l'ex senatore. Secondo fonti libanesi vicine alla vicenda, Dell'Utri era ospitato al Phoenicia col suo vero nome e col passaporto italiano. Agli inquirenti sarebbe bastato leggere le liste degli ospiti dei principali alberghi di Beirut per scorgere il nome del ricercato italiano.

Al momento del fermo Dell'Utri sarebbe stato trovato in possesso di alcune decine di migliaia di euro e avrebbe preferito rimanere in totale silenzio. La notizia della sua cattura l'ha data in tarda mattinata il ministro dell'interno Angelino Alfano, che ha annunciato che l'ex senatore si trovava in custodia in un posto di polizia libanese a Beirut.

Dell'Utri ha passato tutta la giornata in una stanza degli uffici del Dipartimento di Intelligence, assistito in parte da funzionari dell'ambasciata italiana accorsi per prestare l'assistenza consolare "come sempre avviene in questi casi". L'ex senatore precisamente si trovava nella super fortificata sede della Direzione generale delle forze di sicurezza interne (polizia) incastonata in una delle aree di Beirut più popolate e a poche centinaia di metri dalla tristemente nota Linea Verde, che per 15 anni durante guerra civile (1975-90) ha diviso la città. Nella caserma Dell'Utri potrebbe rimanere almeno fino a quando - forse già lunedì - si presenterà di fronte al giudice libanese per l'udienza di convalida dell'arresto. Prima della convalida non può esserci l'estradizione. Mentre martedì si terrà il suo processo in Cassazione a Roma.

 Dalla metà di marzo Dell'Utri aveva fatto perdere le sue tracce in Italia. E il 24 del mese scorso era stato avvistato sul volo Parigi-Beirut in classe business. Nella capitale libanese, per ammissione del fratello Alberto, Dell'Utri aveva conoscenti influenti e appoggi politici locali.  E da Beirut non si sarebbe più mosso: il 3 aprile la Dia aveva localizzato vicino alla capitale "un'utenza mobile intestata a Marcello Dell'Utri". Poi venerdì, tramite il suo legale, Dell'Utri aveva affermato di trovarsi all'estero per effettuare "esami e controlli" medici dopo un recente intervento di angioplastica.

Intanto, in Italia non si sono sopite le polemiche sulla vicenda che ha coinvolto Dell'Utri. Da una parte Ncd ha difeso l'operato del ministro Alfano, duramente criticato da Beppe Grillo e da M5S. Altre critiche sono arrivate dalla Lega Nord: il segretario Matteo Salvini ha chiesto le dimissioni di Alfano, "in Italia continuano a sbarcare migliaia di clandestini, che mangiano e telefonano a spese nostre. Chissenefrega di Dell'Utri, fermate l'invasione" ha detto.  Mentre Scelta Civica ha chiesto al governo di chiarire sulla vicenda in parlamento, Forza Italia si è schierata a difesa dell'ex senatore: "Dell'Utri viene trattato come un criminale senza avere una condanna definitiva", afferma Francesco Giro. Di "vittoria delle istituzioni" ha parlato, invece, Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato ucciso nel '92.