Il cuore della manovra sarà la riduzione del cuneo fiscale, con maggiori detrazioni per i lavoratori dipendenti. Ma ci sarà anche la rimodulazione dell'Iva, forse con l'arrivo quarta aliquota e la definizione della nuova service tax. La legge di Stabilità che sarà varata martedì dal Cdm inizia a prendere forma. Come sempre gli ultimi giorni sono quelli in cui si decide con molte misure che vanno e vengono dal pacchetto che approderà concretamente sul tavolo di Palazzo Chigi.
Tanto che lo stesso premier Enrico Letta usa tweet per avvisare: "Giornali a caccia di indiscrezioni spacciate per fatti su Legge Stabilità. Invito a leggere testo vero del Cdm martedì. Il resto è solo caos...". Un messaggio che potrebbe essere rivolto non solo ai giornalisti ma anche all'interno dell'esecutivo per frenare possibili indiscrezioni. Ma, anche nell'incertezza degli ultimi giorni, vediamo in sintesi la mappa delle misure.
Per tagliare il cuneo fiscale (la parte che grava sui lavoratori) si ipotizza un intervento che alla fine si concretizzerebbe in 200-300 in unica soluzione in più in busta paga (a primavera) nel 2014. L'intervento complessivo (lavoratori e imprese) sarebbe sui 10 miliardi in tre anni a scalare: 5 nel 2014, 3 nel 2015, 2 nel 2016. Ancora da fissare la ripartizione del beneficio tra lavoratori e imprese. Ma almeno il primo anno dovrebbero essere favoriti i lavoratori. Il bonus arriverebbe ai redditi dei dipendenti sotto i 55.000 euro.
Si preannuncia la revisione delle aliquote Iva. Tema non semplice perché tira in ballo le competenze dell'Ue. Ed è un fiorire di ipotesi: le attuali 3 aliquote (ora sono 3: 4, 10 e 22%) potrebbero diventare quattro. Si stanno effettuando simulazioni con una quarta aliquota al(7-8%), nella quale far confluire alcuni beni ora al 4% ed altri del 10%. Ma potrebbe anche non essere un'aliquota aggiuntiva prevedendo la scomparsa dell'aliquota al 10%. Bensì oppure che alcuni beni salterebbero da un'aliquota all'altra. Il risultato dovrebbe comunque essere 'zero' aumenti. Almeno così dice il governo.
Si punterebbe inoltre a tagliare il costo del lavoro ed a far ripartire gli investimenti e le assunzioni. Diversi interventi allo studio: potenziamento dell'Ace (aiuto alla crescita economica), alla rivalutazione dei beni, alla deducibilità del costo del lavoro ai fini Irap. Si ipotizza anche una revisione dei contributi Inail per premiare le aziende più sicure a scapito di quelle meno accorte al tema. Torna sempre il progetto già tentato di introdurre la possibilità di emettere mini-bond per finanziare le Pmi.
Il governo sta ancora lavorando all'individuazione dell'aliquota massima. E non è chiaro se la promessa: "la service tax sarà meno della metà di Imu e Tares insieme" potrà essere mantenuta data la situazione dei Comuni e gli ulteriori tagli arrivati con la manovrina. Si ipotizza - secondo quanto anticipa Il Sole24ore - un'aliquota di partenza del 3 per mille ovvero una tassa di 30 centesimi a metro quadro. Sembra allo stato assai probabile che una quota ricada anche sugli inquilini. Il governo ha già annunciato di mettere sul piatto già 2 miliardi per abbassare il peso del prelievo. Fino, se possibile ad azzerarlo, sulla prima casa bilanciando sugli altri immobili.
Voci ricorrenti parlano di un contributo da quelle più alte (6 volte il minimo) che non verrebbero indicizzate, sulla stessa linea di quanto già fatto da Elsa Fornero. Si ipotizza anche un anticipo dell'assegno per i lavoratori espulsi dal lavoro ma a certe condizioni (no ammortizzatori sociali e almeno 62 anni d'età e 35 di contributi).
Si punta ad un allentamento del Patto di Stabilità interno che dovrebbe liberare risorse per gli investimenti. Anche perché, ad esempio i Comuni, mal sopportano la nuova ondata di tagli arrivati con la manovrina. Ma la Service Tax dovrebbe consentire di riequilibrare in parte la situazione. I sindaci aspettano.
I bilanci dei ministeri hanno già subito moltissimi tagli. Fino all'ultima sforbiciata della manovrina. Ma è noto che la prossima ondata di tagli della Spending Review guidata da Carlo Cottarelli inciderà ancora. Intanto si parla di Sanità, con ipotesi rilanciate dal quotidiano La Repubblica: il taglio prossimo sarebbe di 1,5 miliardi e 2 miliardi di ticket sarebbero in bilico. Il governo giura che non verranno intaccati i servizi.
Dopo il 'giro' con Cdp che porterà in cassa 500 milioni per il deficit 2013, si guarda con interesse all'attività della nuova Invimit. La società di gestione risparmio, insieme al Demanio, dovrebbe infatti recuperare circa 1 miliardo di euro l'anno. Si attendono i decreti del Tesoro per conferire (a titolo gratuito o oneroso?) alla sgr gli immobili.