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I sindacati: sull’articolo 18 non ci siamo

Sulla trattativa in corso per la riforma del lavoro "l'entusiasmo che si e' diffuso in queste ore per cui tutto e' gia' risolto e basta una firma su un pezzo di carta... a noi non pare ne' che ci sia entusiasmo, ne' che si sia alla fine del percorso". Lo ha detto il segretario generale della Cgil Susanna Camusso parlando a una iniziativa del sindacato a Firenze.

"Vorremmo capire cosa il governo mette sul tavolo - ha aggiunto - Se parla di tutela del lavoro e di universalità degli ammortizzatori, di mettere un argine alla precarietà e non di licenziamenti liberi, va bene. Ma tutto questo noi non lo abbiamo ancora visto e credo che finche' non c'è tutto questo, non siamo alla
fase finale, ma all'interno di un confronto difficile".

Gli accordi sono possibili quando c'è un merito che viene condiviso: se dovessi dirlo oggi, credo che ci sia ancora della strada da fare" aggiunge Susanna Camusso.

"Abbiamo detto e continuiamo a dire - ha proseguito Camusso - che anche facendo una bellissima riforma del mercato del lavoro, questo non determina la creazione di un solo posto di lavoro e che il vero tema per l'Italia è la crescita".

"Noi chiediamo al Governo che la Fiat investa in Italia. Che faccia dei modelli per essere concorrenziale sul mercato europeo e non consideri l'Italia la ruota di scorta delle produzioni degli altri Paesi".

Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, parlando a Firenze a margine di un'iniziativa sindacale a Firenze. "Questa - ha concluso Camusso - mi pare la sfida, rispetto alla quale risposte non ce ne sono".

"Il vero problema non è l'articolo 18 ma combattere quelle flessibilità che io chiamo 'malate' come le partite Iva, le ditte individuali che altro non sono se non lavoratori dipendenti sotto mentite spoglie". Lo ha detto il segretario della Cisl Raffaele Bonanni intervenendo ad una trasmissione su radio uno. Sulla riforma dell'articolo 18 il segretario della Cisl ha ribadito che "è urgente affrontare il problema della velocità delle sentenze sui contenzioni in materia di lavoro. Biagi - ha proseguito Bonanni - non ha aumentato la precarietà ma, anzi, ha regolato meglio alcune flessibilità mentre qualcuno faceva finta di non vedere il fenomeno enorme e mostruoso delle finte partite Iva". "Al governo abbiamo detto di intervenire con misure draconiane per mettere sotto tutela tantissimi lavoratori e riportarli nell'alveo del lavoro dipendente", ha spiegato Bonanni, affermando che "il lavoro flessibile 'buono" deve essere pagato di più rispetto a quello stabile, a tempo indeterminato. Come succede in tutto il mondo tranne che in Italia".