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Interpellanza di Efisio Planetta (Psd’Az) sul progetto di una centrale a bio masse che il gruppo Power Crop dovrebbe realizzare a Macchiareddu

La centrale di produzione di energia da bio masse che il gruppo Power Crop dovrebbe realizzare a Macchiareddu potrebbe nascondere "il pericoloso e malcelato disegno di far lavorare un impianto per produrre spazzatura chiamato eufemisticamente termovalorizzatore, con grave pericolo per la salute pubblica ed il rischio di trasformare la stessa area di Macchiareddu in un sito di stoccaggio e combustione di rifiuti speciali, provenienti anche dall'esterno."

Lo sostiene, in una interpellanza rivolta al Presidente della giunta regionale e all'Assessore dell'Industria, il consigliere regionale del Psd'Az, Efisio Planetta, che propone un intervento della regione in 3 punti: "un progetto concreto di impatto ambientale riferito all'impiego di larghe estensioni per coltivazioni intensive di bio masse, la Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) che preveda quali siano i reali costi sanitari che il progetto potrebbe determinare ed una verifica di coerenza fra il Piano energetico regionale e l'intervento programmato dalla Power Crop."

Secondo l'esponente sardista, approfondimenti e verifiche appaiono quanto mai necessari soprattutto a causa dell'ambiguità della normativa nazionale di settore (decreto legislativo n°387 del 2003), non a caso sottoposta a procedura di infrazione da parte della Commissione europea perché "include fra le fonti energetiche ammesse al regime riservato alle rinnovabili anche la frazione non biodegradabile dei rifiuti ed i combustibili derivati dagli stessi rifiuti (Cdr)".

Il nuovo stabilimento di Macchiareddu, ricorda ancora Planetta, dovrebbe sorgere a seguito "del programma di riconversione dell'ex zuccherificio Eridania di Villasor che comprende la sostituzione delle aree dedicate alla produzione di barbabietola da zucchero con colture cosiddette no food destinate ad alimentare sia una centrale elettrica, con una potenzia installata di circa 50 megawatt elettrici, che un impianto a biogas di circa 2 megawatt. Le notevoli dimensioni della struttura, progettata per restare in funzione 24 ore su 24, giustificano quindi ogni precauzione per evitare che le polveri sottili non adeguatamente smaltite penetrino nei polmoni e, attraverso i nervi olfattivi, colpiscano il sistema nervoso centrale col rischio di provocare tumori in età giovanile, patologie vascolari e Alzheimer". Red