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Consip, tre ore di interrogatorio per Tiziano Renzi. “Mai preso soldi, abuso del mio cognome”

Roma, 4 Mar 2017 - Si è concluso dopo oltre tre ore l'interrogatorio di Tiziano Renzi, nell'ambito delle inchieste delle procure di Roma e Napoli su Consip. Il padre dell'ex premier ha lasciato piazzale Clodio senza fare dichiarazioni. Tiziano Renzi è indagato dalla procura per traffico di influenze. L'indagato è stato sentito con l'assistenza dell'avvocato Federico Bagattini dal procuratore aggiunto Paolo Ielo. All'atto istruttorio ha preso parte anche Pdi Napoli Celeste Carrano, titolare, insieme con il collega John Henry Woodcock, degli accertamenti in corso nel capoluogo campano.

"Questo di cui ci stiamo occupando è un classico, tipico, caso di abuso di cognome. Qualcuno, cioè, ha abusato del nome di Tiziano Renzi". Lo ha detto l'avvocato Federico Bagattini, difensore del papà dell'ex presidente del Consiglio, parlando con i giornalisti a fine interrogatorio. "Tiziano Renzi non è mai stato in Consip e non ha mai preso un soldo", ha aggiunto il penalista.

"Il dottor Renzi ha risposto a tutte le domande" ed ha precisato di "non aver avuto alcun ruolo in questa vicenda", ha aggiunto l'avvocato Federico Bagattini sostenendo inoltre che il suo assistito ha negato di aver mai conosciuto né incontrato Alfredo Romeo e di essere mai stato in Consip. Nel corso dell'interrogatorio ha escluso anche di conoscere Denis Verdini.

Si è svolto l'interrogatorio di Carlo Russo, l'imprenditore amico di Tiziano Renzi, indagato nell'inchiesta Consip. Russo è uscito dalla sede del comando provinciale dei carabinieri di Firenze dove è stato ascoltato dai Pm di Roma e di Napoli Mario Palazzi ed Henry John Woodcock, accompagnato dal suo legale. Russo si è quindi allontanato a bordo di un taxi. A giornalisti e cameramen che gli chiedevano una dichiarazione si è limitato a rispondere "buona sera e buon lavoro". Infatti, Russo si è avvalso della facoltà di non rispondere su indicazione dei suoi difensori, avvocati Gabriele e Marco Zanobini. "Intendiamo - spiegano i legali - far rispondere il nostro assistito quando saremo su un piano di parità ossia quando avremo piena conoscenza degli atti. Ora abbiamo solo un decreto di perquisizione".

Intanto, solidarietà al ministro dello Sport Luca Lotti è stata espressa dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, nel corso del Consiglio dei ministri di stamane. Secondo quanto si apprende da alcuni dei partecipanti alla seduta, Gentiloni, pur senza nominare la vicenda Consip, ha espresso la sua vicinanza al ministro, auspicando che le polemiche politiche non tocchino l'attività dell'esecutivo.

Solidarietà a Lotti, a margine dei lavori, è stata espressa anche da altri colleghi, tra i quali il titolare degli Esteri Angelino Alfano, che già stamani, in una intervista, aveva assicurato: "lo difenderemo in Parlamento", dicendosi certo che l'inchiesta non "avrà alcuna influenza" sull'esecutivo.

"Se c'è un parente di un politico indagato in passato si pensava a trovare le soluzioni per scantonare il problema ed evitare i processi. Io sono fatto in un altro modo: per me i cittadini sono tutti uguali. Anzi. Se mio padre secondo i magistrati ha commesso qualcosa mi auguro che si faccia il processo in tempi rapidi. E se è davvero colpevole deve essere condannato di più degli altri per dare un segnale, con una pena doppia". Lo dice Matteo Renzi a 'Otto e mezzo'. "Ma i processi si fanno nei tribunali e non sui giornali", ha aggiunto.

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