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Elezioni europee, Elly Schlein capolista al Centro e nelle Isole: “Squadra plurale e competente”. Il tremendo errore della segretaria del Partito Democratico. Piovono dure critiche per la presa in giro degli elettori. Anche questa segretaria una delusione.

Roma, 22 Apr 2024 - “Sono disponibile a dare una mano con spirito di servizio, mi candido a dare una spinta a questa meravigliosa squadra e a un progetto di cambiamento del Pd e del Paese”, ha detto Schlein alla segreteria del partito al Nazareno. Parla di una squadra “plurale e competente” e aggiunge: “sperando di eleggerla tutta”. 

Ma a Strasburgo Schlein, che è stata eurodeputata dal 2014 al 2019, non tornerà anche se fosse eletta.

Una scelta che non piace a Romano Prodi. “Perché si dovrebbe votare chi poi, se eletto, a Bruxelles non ci andrà? Così si offende la democrazia”. Un ragionamento che vale per tutti e non per la Schlein, ovviamente.  

Oltre a lei, i capolista saranno Cecilia Strada nella circoscrizione Nord ovest, Stefano Bonaccini al Nord est, Lucia Annunziata al Sud: “La posta in gioco ci chiama tutti a metterci in moto per fare una campagna strada per strada”, ha detto Schlein. “Le liste vogliono essere l'espressione di una idea dell'Europa e del Pd che vogliamo, un partito aperto che si lascia attraversare dalle migliori energie della società e che rivendica la competenza dei nostri amministratori, dirigenti e militanti”.

Durante la segreteria si è parlato anche dei temi caldi di questi giorni: aborto e sanità. Sull'aborto: “Meloni ha mostrato il vero volto oscurantista con un vergognoso blitz. Quando ha scritto che non avrebbe toccato la legge 194 sapevamo che non era sufficiente toccarla per restringere. Su questo serve una grande mobilitazione, portare in piazza i diritti delle donne. Se le associazioni si mobiliteranno saremo al loro fianco”.  

Anche sulla sanità, Schlein ribadisce che “quasi due milioni di persone rinunciano a curarsi per difficoltà economiche. Il diritto alla cura non può diventare un privilegio, non possiamo accettarlo. Serve una grande mobilitazione comune sul tema della sanità e siamo pronti a lavorare con le altre opposizioni".

Tra i contrari al nome della segretaria nel simbolo c'è Gianni Cuperlo: “Il nome nel simbolo è per l'elezione monocratica, alle europee bisogna votare Pd”, ha detto il deputato dem che poi si è rivolto alla segretaria ricordandole che lei non è Giorgia Meloni. La presenza del nome di un candidato nel simbolo, per il PD, risale al 2008 con Walter Veltroni, ma erano elezioni politiche. Sarà la segreteria a valutare questa possibilità.

Ad ora le liste del PD sono così composte: Nel Nord Ovest, Cecilia Strada, Brando Benifei, Irene Tinagli, Alessandro Zan. Seguono i nomi di Parigi, Gori, Evi, Maran, Cossato, Mattiello, Romano, Fiano, Artusi, Centoz, Alfonso, Pizzul, Jahier.

Nel Nord Est è capolista Stefano Bonaccini, seguito da Annalisa Corrado e Ivan Pedretti. E, ancora: Gualmini, Zan, Moretti, Pini, Panini, Mummolo, Vito, Saltarelli, Zanoni. 

Al Centro è capolista la segretaria Pd, seguita da Nicola Zingaretti, Camilla Laureti, Marco Tarquinio, Beatrice Covassi, Dario Nardella. A questi nomi si aggiungono, Rondinelli, Ricci, Insilera, Morani, Pacciotti, Mazzeo. 

Al Sud ci sono Lucia Annunziata, Antonio Decaro, Pina Picierno, Sandro Ruotolo. A questi si aggiungono: Cristallo, Alisade, Paterna, Beci, Forte, Tassone, Topo, Todisco. 

Nelle Isole è ancora capolista Schlein seguita da Antonio Nicita, Lidia Tilotta, Pietro Bartolo, Angela Quacquero, Giuseppe Lupo.

La dura reazione contrariata di Prodi che parla di presa in giro degli elettori.

L'ex presidente del Consiglio Romano Prodi interviene alla “Repubblica delle Idee”, la manifestazione culturale del quotidiano La Repubblica. 
L’avvicinarsi del voto europeo porta l’attenzione sul futuro dell’Unione. Nei giorni scorsi gli interventi degli ex presidenti del consiglio Mario Draghi e Enrico Letta hanno aperto due temi: quello di un modello di funzionamento diverso dell'Europa e quello di maggiore coesione rispetto all'economia europea.

Colpisce un passaggio sulla rappresentanza italiana in Europa, sui partiti che si preparano al voto, sulle candidature: "Quel che sta succedendo dimostra proprio che non mi dà retta nessuno". Tutti lo leggono come un commento alla candidatura alle europee al Centro e nelle Isole della segretaria del Pd, Elly Schlein. ''Ragioniamo con un po' di buonsenso: perché dobbiamo dare un voto a una persona che, se vince, di sicuro non ci va? Queste sono ferite della democrazia, si scava un fosso per cui la democrazia non è più amata. Ovviamente è questione che riguarda Meloni, Schlein, Tajani e tutti”.

Poi gli annosi problemi istituzionali dell'Unione. "L'Europa deve decidersi al cambiamento del modello decisionale - afferma Prodi - Con l'unanimità non possiamo fare nulla delle belle cose che ci suggeriscono coloro che vogliono un'Europa avanzata”. Prodi poi aggiunge: "Come possiamo pensare che ci sia una politica estera comune all'unanimità, quando abbiamo Orban in Ungheria, la Slovacchia che la pensa in un altro modo, e fino a poco fa avevamo la Polonia? Non si può. Bisogna usare la democrazia anche nel Consiglio europeo, cioè la maggioranza vince. L'euro è stato il grande salto in avanti dell'Europa, ma mica l'euro è stato fatto all'unanimità. Fu votato da 12 paesi, che adesso sono 20". 

Interpellato sul rapporto presentato da Enrico Letta, Prodi ha risposto: "È molto interessante. Non è la Bibbia del bene e del male, ma mette in rilievo alcuni dei drammi che paralizzano l'Europa, ad esempio che non abbiamo un mercato di capitali che funzioni. Ogni anno 300 miliardi di risparmi europei vanno in America e vengono gestiti dalle società americane per comprare le imprese europee o per sviluppare quelle americane. Poi la fiscalità: come possiamo andare avanti con alcuni Paesi che prendono le tasse dagli altri, fanno mettere la sede nei loro paesi per evadere il nostro fisco? Ma queste riforme non saranno messe in atto, perché devono essere votate all'unanimità. Alcuni paesi non lo faranno mai. L'Irlanda da paese quasi più povero è diventato ricco perché tutte le multinazionali del mondo mettono la sede lì. Torniamo alla questione del voto unanime – afferma Prodi -  Se manteniamo il voto all'unanimità queste bellissime riforme indicate da Letta non le metteremo mai in pratica". 

Sulla cancellazione del testo di Scurati su Raitre si dice “preoccupato. Ho letto quello che avrebbe detto Scurati, il fatto che sia stato censurato mi preoccupa moltissimo". “Certamente sento che sta venendo meno la democrazia. Il controllo dei media è un atteggiamento antidemocratico. Poi non so se rimarrà un episodio isolato o meno”. Gli chiedono se viviamo in un regime: “Ci sono segnali molto preoccupanti, poi voi cercate sempre le definizioni per intrappolare". 

Antonio Tajani ha già affermato di metterci la faccia e candidarsi in Europa e Matteo Salvini ha scelto di non voler scendere in campo per un seggio a Strasburgo, ma si devono aspettare ancora alcuni giorni per comprendere se la leader di fratelli d’Italia Giorgia Meloni deciderà di correre l’8 e il 9 giugno. Il momento giusto per sciogliere la prognosi potrebbe essere il 26 aprile quando a Pescara si aprirà la conferenza programmatica di Fratelli d’Italia. Il momento migliore per raccontare, nel corso di una kermesse che avrà certamente una eco mediatica importante, chi saranno i capilista e i candidati per le circoscrizioni al voto e se la leader del Partito, presidente del Consiglio e anche presidente del partito dei Conservatori Europei, sarà candidata o meno.

Intanto a Milano, ormai da qualche tempo, i manifesti per le europee sono già apparsi e, in primo piano, c’è ovviamente la fotografia della Presidente del Consiglio. Non c’è ancora la postilla del 2014 quando, sui manifesti, era presente la scritta “Giorgia Meloni si può votare in tutta Italia”. Allora era la segretaria di un piccolo partito. Lo slogan pubblicitario per la campagna elettorale è tagliato sul suo doppio ruolo in Italia e a Strasburgo: “Con Giorgia l’Italia cambia l’Europa". 

A via della Scrofa, dove Giovanni Donzelli e Arianna Meloni lavorano alle liste, la candidatura della presidente del Consiglio sembra data ormai quasi per scontata. 

Per quanto riguarda gli altri partiti della coalizione, la scelta di Antonio Tajani è stata presa. Sarà lui il candidato di punta. La lista, che vede al proprio interno gli azzurri e Noi moderati di Lupi, punta a raggiungere le due cifre. Un 10 per cento che permetterebbe il sorpasso alla Lega e, dopo le elezioni, un peso diverso se non all’interno del governo almeno nelle sedi decisionali legate all'applicazione del programma.

Dopo l’exploit alle elezioni europee del 2019, con la Lega capace di ottenere uno storico 34%, Matteo Salvini cinque anni più tardi si accontenterebbe della doppia cifra. A differenza del 2019 quando è stato capolista in tutte le circoscrizioni, da tempo ha fatto sapere che non sarà in campo.

Per quanto riguarda i candidati del Carroccio il nome che sta facendo più discutere è quello del generale Roberto Vannacci. È uno dei grandi motivi di discussione all’interno del partito che sta mandando anche segnali di insofferenza nei confronti delle scelte del segretario. Dopo le europee si aprirà la stagione congressuale e il risultato che Salvini otterrà l’8 e 9 giugno potrebbe essere una sorta di referendum sulla sua segreteria.

L'ex calciatrice Carolina Morace sarà candidata con il M5S alle europee. L'annuncio lo dà Giuseppe Conte in diretta su Rai3 nel programma di Monica Maggioni In mezz'ora. "Morace è una sportiva, una calciatrice che tutti avete ammirato, ha superato moltissimi record sportivi. Ma a noi interessa soprattutto la persona. Carolina ha rotto degli schemi in un campo che è prevalentemente dei maschi", ha detto Conte. 

Il leader 5 stelle ha mostrato in anteprima anche il simbolo della lista per le europee: non ci sarà il suo nome e ci sarà il simbolo della pace. Lui stesso ha scelto di non proporsi come capolista: “Ho chiarito da subito che nella nostra comunità non è pensabile che esibisci il tuo nome sulla scheda elettorale e non sei conseguente. Per noi questa è una presa in giro dei cittadini”, ha detto.

Riguardo all'approccio di M5s verso l'Europa, Conte ha sottolineato come il partito "sta attraversando una fase più matura: rispetto a quando doveva sgomitare per entrare nel sistema politico italiano ora abbiamo la responsabilità e l'onore di aver portato la svolta in Europa con Next Generation Eu". Conte ha parlato a proposito dell'atteggiamento pentastellato di un "europeismo critico di chi va e non segue il mainstream" ma "dimostra la credibilità ai tavoli".

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