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La donna di estrema destra Giorgia Meloni che ha vinto le elezioni pensa già alla lista dei ministri. Ma fa i conti senza l’oste. I due alleati minori non gli faranno fare quello che vuole per lei basta Palazzo Chigi. Il resto a noi o non governerà mai.

Roma, 27 Sett 2022 – Alla donna di estrema destra italiana, Giorgia Meloni, affrontare il domani, non sarà facile. E se vuole occupare come prima donna in Italia, la poltrona di Palazzo Chigi, dovrà sottostare alle condizioni degli alleati minori, che fin dall’alba della Repubblica i partiti più piccoli dettano legge su tutto. E quindi, se vuole governare deve sottostare ai voleri di Lega e Forza Italia. Cedendo loro i dicasteri pesanti da dove potranno controllare e indirizzare l’azione di governo. Non si illuda la giorgina, il futuro, suo, non sarà rose e fiori, ma la sua strada sarà permeata di spine e spintoni.

Nel frattempo, per evitare sovraesposizioni pericolose, la leader di FdI con i suoi, ha deciso la strategia di questi primi giorni: nessuna conferenza stampa auto-celebrativa “come avrebbe fatto chiunque avesse ottenuto un risultato straordinario come il nostro» o festa di piazza. E nessun, e da bravo agnellino travestita da lupo, afferma che si augura che nessuno si metta ad avvelenare pozzi, e magari che venga fatta un’opposizione responsabile, come la nostra”.

In ogni modo, per la Meloni i veri e grandi problemi potrebbero arrivare dalla crisi economica e dagli alleati. Sulla prima, Lollobrigida, Ciriani e Donzelli hanno spiegato che la leader sta già pensando alla prossima manovra, auspicando una collaborazione con Mario Draghi, visti i tempi ristrettissimi per varare la legge di Bilancio. Lo stesso Lollobrigida ribadisce la volontà di riformare in chiave presidenzialista la Costituzione, ma non sarà facile avendo bisogno dell’aiuto delle opposizioni che al momento non sembrano intenzionate a collaborare con la donna di estrema destra.

Per la formazione del primo, e speriamo l’ultimo, governo Meloni dagli alleati potrebbero portare a richieste ultimative. Ma avverte tutti: “Io non accetterò compromessi e non mi presterò a giochini”. Non ci saranno cedimenti su punti del programma per realizzare promesse impossibili, e nemmeno su richieste di ministeri tali da creare problemi: FdI non va al governo per far saltare il banco”. Le condizioni per partire sono chiare: o si fanno “le cose perbene”, o inutile andare al governo.

Inoltre la presunta prima ministra, non si sbilancia in pubblico, ma l’ipotesi come il ministero degli Interni per Salvini, o la presidenza del Senato per Berlusconi, non sono o sarebbero all’ordine del giorno. Agli alleati si può concedere la presidenza a Palazzo Madama, alla Camera si vedrà, ma tutto dovrà essere fatto in modo serio. Per quanto riguarda il dicastero dell’Economia, (sul quale bisogna fare i conti con Mattarella) si sta pensando di affidarlo ad un tecnico ben visto in Europa nei paesi alleati, anche perché la situazione è “difficilissima”.

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