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Manovra, c’è accordo sul taglio delle tasse: 7 miliardi per Irpef e un miliardo per Irap nel 2022.

Roma, 25 Nov 2021 - Intesa al tavolo del ministero dell'Economia sui tagli di tasse da 8 miliardi. Dopo giorni di riunioni tra il ministro Daniele Franco e i responsabili economici dei partiti di maggioranza, si è individuata un'intesa che va nella direzione di destinare poco meno di 7 miliardi di euro al taglio dell'Irpef e un po' più di 1 miliardo di euro all'Irap. La riduzione partirà dal 2022 e sarà strutturale.

L'intervento sull'Irpef assorbirà circa 7 degli 8 miliardi stanziati in manovra per alleggerire la pressione fiscale. Lo schema prevede la riduzione delle aliquote, che scenderanno da cinque a quattro, con la rimodulazione di scaglioni, detrazioni e no tax area: la fascia di reddito fino a 15.000 resterà al 23%, l'aliquota del 27%, per lo scaglione da 15.000 a 28.000, scenderà al 25%, e spariranno quelle del 38 e del 41% che saranno unificate nel 35% per la fascia da 28.000 a 50.000. Oltre i 50.000 si passerà direttamente al 43%. Il riordino del sistema delle detrazioni dovrebbe assorbire anche il bonus Renzi da 100 euro erogato in busta paga. L'intesa di massima dovrà passare ora al vaglio del governo e dei partiti della maggioranza e potrebbe subire degli aggiustamenti nei prossimi giorni. L'obiettivo è di tradurre in tempi stretti la proposta politica in un emendamento alla manovra da presentare in prima lettura al Senato.

“È stato raggiunto un accordo politico sulla revisione delle aliquote Irpef che passano da 5 a 4", riferisce il viceministro dello Sviluppo economico, Gilberto Pichetto Fratin, al termine del tavolo al Mef sul taglio delle tasse avviato una settimana fa dal ministro dell'Economia, Daniele Franco, con i responsabili economici dei partiti della maggioranza (il viceministro all'Economia, Laura Castelli per M5s, il viceministro al Mise, Gilberto Pichetto Fratin, per Forza Italia, il sottosegretario all'Economia, Maria Cecilia Guerra, per Leu, il presidente della commissione Finanze della Camera, Luigi Marattin, per Italia Viva e i responsabili economici, Antonio Misiani, per il Pd, e Alberto Bagnai per la Lega). In base alle indicazioni fornite da Pichetto, sarebbe stato delineato anche uno schema di massima per la riduzione dell'Irap su base "verticale" che costerà poco più di un miliardo e che prevede l'abolizione dell'imposta regionale sulle attività produttive per le persone fisiche, per tutte le ditte individuali e i lavoratori autonomi. Potrebbero rientrarci anche le start-up innovative. I tagli dell'Irpef e dell'Irap partiranno dal 2022 e saranno strutturali. Si tratta, ha spiegato Pichetto, del "primo passo della riforma fiscale".

"Gli interventi avranno una valenza strutturale, non misure spot, e soprattutto saranno percettibili - sottolinea Castelli - Due tra le cose principali che chiedevamo. Si agirà sulle aliquote Irpef del ceto medio, e in modo strutturale anche sull'Irap.  Nei prossimi giorni ci saranno alcuni aggiustamenti di dettaglio ma l'aspetto importante è che si è trovato un equilibrio tra forze politiche, perfettamente in linea con l'indirizzo Parlamentare. Il lavoro è stato molto positivo". Via libera all'intesa anche dal leader della Lega Matteo Salvini che rivendica: "Irpef più semplice e leggera per tutti i contribuenti, via l'Irap per tutte le persone fisiche: la Lega è al governo per difendere famiglie e imprese". Per il deputato di Italia Viva Luigi Marattin, si tratta di "un buon accordo" perché "la riforma contiene interventi strutturali sia su Irpef, dove viene rifatta la struttura e i risparmi di imposta più consistenti sono concentrati sul ceto medio, che Irap, dove si abolisce l'imposta per ditte individuali e persone fisiche. E entrambi gli interventi sono passi di un percorso a due tappe già impostato e che vedrà compimento con la delega fiscale".

"La sforbiciata alle aliquote Irpef disperde risorse limitate a soli 8 miliardi, con effetti impercettibili sui redditi netti delle famiglie, soprattutto qualora il taglio fosse finanziato anche da una copiosa eliminazione delle agevolazioni. La soluzione raggiunta non dà certezze che tali benefici potranno essere mantenuti nelle annualità future, non dà alcuna risposta a poveri e incapienti, limita l'intervento sull'Irap alle persone fisiche senza migliorare la competitività delle imprese, non interviene in alcun modo a favore di giovani e donne che hanno più di altri pagato questa crisi.

Se lo sommiamo agli errori sin qui compiuti sulla revoca di importanti agevolazioni, quali il Patent Box e la rivalutazione ed il riallineamento dei valori patrimoniali degli asset d'impresa, e al calo pluriennale degli incentivi Industria 4.0, significa inequivocabilmente non tenere in alcuna considerazione le imprese che garantiscono l'occupazione e stanno trainando la ripresa". È il giudizio di Confindustria sull'accordo raggiunto dalla maggioranza per il taglio dell'imposizione fiscale finanziato in Manovra.

"L'accordo con noi non è ancora stato trovato. Noi siamo in attesa di una convocazione. Come è noto noi pensiamo che gli 8 miliardi dovrebbero andare tutti ai lavoratori dipendenti e pensionati e non è il momento, questo, momento dell'Irap". Lo ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, commentando l'accordo tra le forze tra i partiti della maggioranza sul taglio delle imposte. 

"Bisogna capire a modo come viene fatto, perché dobbiamo tutelare a partire dai salari più bassi - avverte Landini, a margine del presidio alla Saga Coffee di Gaggio Montano (Bologna) - Quindi c'è il problema di capire bene come sarà fatta sostanzialmente questa riforma". In ogni caso, ricorda il segretario della Cgil, "siamo in attesa rispetto all'impegno che il governo si era preso con noi di essere convocati per discutere del fisco, delle pensioni e di alcuni temi che riguardano la legge di bilancio. Vedremo nei prossimi giorni cosa succede".

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