Cagliari - Uno degli aspetti che recentemente mi è capitato di osservare nuovamente è il difficile rapporto tra palestre e istruttori. Ho avuto modo, in una palestra dove opero come Personal Trainer, di effettuare, su richiesta, delle sostituzioni come istruttore in rapporto ad un collega che per motivi personali ha dovuto dare forfait. Parto da un presupposto. Il mio punto di vista sarà super partes. Ho lavorato per circa un mese. Con sommo rammarico mi rendo conto che determinate cose non sono cambiate. Lungi da me l'idea di generalizzare sia ben chiaro. Il servizio di body building in sala risente qualitativamente e quantitativamente di quel salto necessario per offrire un prodotto che tenga conto delle esigenze dei clienti. Ripeto non è mio interesse fare di tutta l'erba un fascio. Non sto parlando di tutte le palestre ma ahimè, per quello che vedo, della maggioranza. Il difficile incontro tra le due realtà (che poi diventano tre perché si può annoverare la realtà dei clienti) è caratterizzato da una parte da uno stipendio che definire miserrimo è poco, in abbinamento ad una serie di oneri più unici che rari che riducono l'istruttore ad una specie di factotum deriso e bistrattato. Il lavoro viene considerato non come spunto per una carriera ma come un espediente utile per sbarcare il lunario. Dall'altra parte le palestre a livello di recruiting spesso si trovano a che fare con casi di collaboratori che non motivati e a volte scansafatiche non creano un reale valore aggiunto per struttura e clienti. Insomma i problemi sarebbero tanti ma il punto da considerare è uno. Siamo in presenza da diversi anni di un cul de sac. Cosa potrebbe essere necessario fare? Beh indubbiamente prendere coscienza del fatto che il mondo sta cambiando. L'istruttore e la sua diretta evoluzione cioè il Personal Trainer sono oramai cambiati e chi ha abbracciato tale cambiamento ha ottenuto dei notevoli benefici dal punto di vista professionale e umano. Aiutare le persone a raggiungere un benessere psicofisico qualitativamente e quantitativamente positivo non ha prezzo. Si parla di una figura professionale regolamentata e qualificata con Partita Iva alla mano (In questo caso parlo specificamente del Personal Trainer). Si parla di un imprenditore che crea con le aziende o in autonomia un servizio e un prodotto richiesto da clienti che desiderano un cambiamento. Le aziende lungimiranti consapevoli che davanti a sé non hanno più dei tecnici timbra cartellino con un occhio sull'orologio e l'altro sul fisso a fine mese, mettono questi chirurghi del benessere nelle condizioni di operare offrendo e/o segnalando loro clienti interessati a servizi specifici. I Trainer dal canto loro arricchiscono il parterre di soci della palestra portando nella struttura i loro clienti e attirandone altri. Le due realtà creano un business nuovo. Ne beneficiano tutti. Le palestre vengono di nuovo viste come quei centri dove fisicamente e mentalmente puoi raggiungere la versione migliore di te stesso e i Personal Trainer gli scultori di tale meraviglia. I clienti sono ben felici di pagare per beneficiare di questa artistica trasformazione. Perché alla fine oramai l'arte sta anche dove meno te l'aspetti. Sta nel Business. Sta in Palestra. Sta nel Personal Trainer. A.M.

Sport e Benessere – Il difficile rapporto tra palestre e istruttori – A cura del dottor Andrea Melis.
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