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Su ordine, ancora, dell’instabile presidente americano partito nuovo attacco Usa in Iraq: colpita milizia filo-iraniana. Ucciso un comandante di Hashed.

Iraq, 4 Gen 2020 – Il presidente, pazzo, americano cerca a tutti i costi, per motivi elettorali, lo scontro con i fanatici iraniani. Che sicuramente quest’ultimi, che sono come i vecchi kamikaze giapponesi, si sentono votati alla morte e, quindi, non hanno paura di morire. All’incontrario dei soldati americani.

Il furioso e instabile cerebralmente statunitense vuole infiammare il Mediterraneo, tanto è lontano dalle sue coste e per nulla incurante della vicina Europa e infatti, questa notte un convoglio delle milizie irachene a nord di Baghdad è stato attaccato da un raid aereo statunitense che ha ucciso un comandante del gruppo paramilitare filo-iraniano, Shibl al-Zaidi, leader della Kataib Imam Ali, una delle milizie che compongono la coalizione Hashed al Shaabi.

Secondo fonti militari irachene, nel raid - avvenuto nell'area di Taji - sono rimaste uccise sei persone che viaggiavano su tre veicoli.  Teheran minaccia vendetta "al momento opportuno" Gli Usa sono pronti ad inviare altre migliaia di soldati in Medio Oriente, in risposta all'Iran che minaccia una "vendetta pesante al momento e nel luogo opportuni" per "il più grave errore dell'America in Asia occidentale", l'uccisione del generale Qassem Soleimani.

Marea di gente ai funerali del generalissimo iraniana ucciso dagli Usa"Non abbiamo ucciso Soleimani per un cambio di regime o per iniziare la guerra. Ma siamo pronti a qualunque risposta sia necessaria" ha detto Donald Trump. "Gli Stati Uniti hanno di gran lunga il miglior esercito del mondo; abbiamo la migliore intelligence del mondo. Se gli americani di tutto il mondo sono minacciati, abbiamo già identificato degli obiettivi. E sono pronto a intraprendere qualsiasi azione necessaria, in particolare nei confronti dell'Iran", ha continuato il presidente americano.

Il Pentagono ha confermato il dispiegamento di ulteriori truppe: la brigata dell'Irf (Immediate Response Force) dell'82esima divisione aviotrasportata è stata allertata per prepararsi allo schieramento. Un battaglione è già stato dispiegato in Kuwait. Allo stesso tempo, il resto della brigata è stato posto in preavviso di 96 ore. Secondo fonti militari citate dalla Cnn e la Nbc, il numero di soldati che saranno inviati nella regione potrebbe essere compreso tra 3.000 e 3.500. Le truppe Usa di stanza a Vicenza potrebbero essere inviate in Libano, se necessario, a protezione dell'ambasciata americana: un contingente da 130 a 700 militari, ha confermato una fonte della Difesa che ha voluto restare anonima. In settimana il Pentagono aveva già inviato 750 soldati in Medio Oriente in risposta all'assalto dell'ambasciata americana a Baghdad.

Allo stesso tempo il Dipartimento di Stato ha fatto sapere che gli Usa sono pronti a parlare con l'Iran. Già ieri si sono scambiati messaggi riservati attraverso l'incaricato d'affari svizzero, che rappresenta gli interessi americani a Teheran. Il portavoce del ministero degli esteri iraniano, Abbas Mussavi, ha detto che l'incaricato d'affari svizzero è stato convocato per una seconda volta in serata per ricevere la risposta delle autorità iraniane ad un messaggio dell'amministrazione americana che aveva consegnato ieri mattina.

In attesa della probabile rappresaglia di Teheran alla uccisione del generale Soleimani è intanto partita una vasta offensiva iraniana contro la Casa Bianca sui social media, da Twitter a Instagram, con minacce di morte, immagini del presidente Donald Trump con la testa mozzata e casse da morto chiuse. Lo riporta il New York Times. Non è chiaro se l'ondata di post anti-Usa sia il frutto di reali account o di un'invasione di spam organizzata da organizzazioni statali iraniane.

Migliaia di iracheni partecipano questa mattina a Baghdad al corteo funebre del generale iraniano Qassem Soleimani gridando "morte all'America". Il corteo dietro alla sua bara e a quella del suo luogotenente in Iraq, Abu Mehdi al-Mouhandis sfila tra le vie del distretto di Kazimiya, dove si trova un santuario sciita. Al termine, nella zona verde di Baghdad si terrà un funerale nazionale ufficiale alla presenza di molti leader iracheni. I resti di Soleimani saranno poi portati in Iran, dove verrà sepolti con una seconda cerimonia.

 

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