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Raid Usa sull’aeroporto di Baghdad, ucciso il generale iraniano Soleimani

Iraq, 3 Dic 2020 - Due giorni dopo l'assalto all'ambasciata statunitense in Iraq, gli americani hanno risposto con un raid vicino all'aeroporto di Baghdad che rischia di scatenare un terremoto nella geopolitica mediorientale. L'attacco, ordinato da Donald Trump e compiuto con l'ausilio di droni, ha ucciso Qassem Soleimani, il potente generale iraniano capo delle milizie al-Quds dei Guardiani della Rivoluzione, la forza d'élite dell'esercito della Repubblica islamica, incaricata di compiere le operazioni all'estero. Ucciso anche iI 'numero 2' di Hashed - rete di milizie sciite - Abu Mahdi al-Muhandis.

L'attacco è avvenuto poco dopo la mezzanotte, una raffica di missili ha colpito due veicoli che si trovavano vicino l'aeroporto. Fonti della sicurezza irachena hanno subito chiarito che i missili avevano colpito un convoglio Hashed e ucciso otto persone, tra cui "figure importanti".

Muhandis era nella 'lista nera' degli Stati Uniti, ma è Qassem Soleimani la vittima eccellente. Soleimani è una figura quasi leggendaria, uno degli uomini più potenti in Medio Oriente: generale, stratega con ambizioni politiche, è spesso apparso al fianco della Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, ma si è sempre mosso nell'ombra, arcinemico di Usa e Israele. È considerato l'architetto di gran parte delle attività iraniane in Medio Oriente, compresa la guerra in Siria e gli attacchi su Israele.

L'Iran, paese a stragrande maggioranza sciita, esercita un'enorme influenza sull'Iraq da quando è stato ucciso il 'rais', Saddam Hussein, che era sunnita. Da ottobre è scosso dalle proteste anti-governative e contro l'Iran, considerato la 'longa manus' che agisce dietro il governo; e Soleimani, proprio per aiutare il governo a riportare la situazione sotto controllo, sarebbe stato più volte nelle ultime settimane in Iraq.

"Su istruzioni del presidente i militari americani hanno intrapreso una decisa azione difensiva con l'uccisione del generale Qassem Soleimani per proteggere il personale americano all'estero". Con questo comunicato il Pentagono ha annunciato il raid compiuto vicino Baghdad. Secondo il Pentagono Soleimani stava "attivamente mettendo a punto piani per colpire i diplomatici americani e uomini in servizio in Iraq e in tutta la regione". "Il generale Soleimani ha anche approvato gli attacchi contro l'ambasciata americana a Baghdad che hanno avuto luogo questa settimana", si legge ancora nella nota. Lo stesso Soleimani è considerato responsabile della morte di centinaia di militari della coalizione e di americani e di aver 'orchestrato' l'attacco del 27 dicembre che ha ucciso un cittadino statunitense.

"L'Iran non ha mai vinto una guerra, ma non ha mai perso un negoziato!". Questo il primo commento su Twitter di Donald Trump al raid della notte scorsa a Baghdad nel quale è rimasto ucciso il generale iraniano Qassem Soleimani. Prima di questo tweet, il presidente americano - che aveva già espresso lo stesso concetto a fine luglio - aveva postato la bandiera degli Stati Uniti.

Soleimani "era responsabile direttamente o indirettamente della morte di milioni di persone tra cui l'enorme numero di manifestanti uccisi" in Iran. Cosi' su Twitter ha poi commentato Trump.

"La decisione del presidente Trump ha salvato molte vite umane": lo ha detto il segretario di Stato americano Mike Pompeo alla Cnn spiegando come con l'uccisione di Qassami Soleimani "è stato sventato un imminente attacco".  Ambasciata Usa: cittadini americani lascino immediatamente l'Iraq L'ambasciata degli Stati Uniti a Baghdad sollecita i cittadini americani a "lasciare l'Iraq immediatamente" dopo l'attacco in cui è rimasto ucciso il generale Soleimani. "I cittadini americani partano per via aerea dove possibile, altrimenti raggiungano altri paesi via terra", sottolinea l'ambasciata Usa in una nota.

"Gli Stati Uniti hanno pagato all'Iraq miliardi di dollari l'anno per molti anni. E poi c'è tutto il resto che abbiamo fatto per loro". Il presidente Usa, Donald Trump, ricorda il fiume di denaro versato al governo iracheno, che ha definito "un'aggressione" da parte degli Usa, il raid compiuto a Baghdad. "Il popolo dell'Iraq - aggiunge Trump - non vuole essere dominato e controllato dall'Iran, ma alla fine questa è una loro scelta. Negli ultimi 15 anni, l'Iran ha ottenuto sempre più controllo sull'Iraq e il popolo iracheno non ne è contento. Non finirà mai bene".

"L'opera e il percorso del generale Qassem Soleimani non si fermeranno qui. Una dura vendetta attende i criminali, le cui mani nefaste si sono macchiate del sangue di Soleimani e degli altri martiri dell'attacco avvenuto la notte scorsa". È il messaggio lanciato dall'ayatollah Ali Khamenei, guida suprema dell'Iran, che ha proclamato tre giorni di lutto nazionale dopo il raid aereo americano all'aeroporto di Baghdad in cui è morto il generale Soleimani, uomo chiave del regime degli ayatollah.

"Gli iraniani e altre nazioni libere del mondo si vendicheranno senza dubbio contro gli Usa criminali per l'uccisione del generale Qassen Soleimani": lo ha detto oggi il presidente iraniano Hassan Rohani, secondo quanto riporta l'agenzia stampa Irna. L'attacco, ha sottolineato, rafforza la determinazione dell'Iran di resistere e affrontare le aggressioni degli Stati Uniti. "Tale atto malizioso e codardo è un'altra indicazione della frustrazione e dell'incapacità degli Stati Uniti nella regione per l'odio delle nazioni regionali verso il suo regime aggressivo - ha proseguito -. Il regime americano, ignorando tutte le norme umane e internazionali, ha aggiunto un'altra vergogna al record miserabile di quel Paese".

"L'atto degli Usa di terrorismo internazionale, che ha preso di mira e assassinato il generale Soleimani - la forza più efficace nella lotta a Daesh (Isis), al Nusrah e al Qaeda - è estremamente pericoloso e rappresenta un'incosciente escalation". Così su Twitter il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, dopo il raid Usa a Baghdad. "Gli Usa hanno la responsabilità di tutte le conseguenze di questo avventurismo da furfanti".

Il leader sciita iracheno Moqtada al Sadr ha dato oggi l'ordine ai suoi combattenti di "tenersi pronti", riattivando così la sua milizia ufficialmente dissolta da quasi un decennio e che aveva seminato il terrore tra le fila dei soldati americani in Iraq. Moqtada al Sadr ha postato l'annuncio su Twitter poche ore dopo l'assassinio a Baghdad da parte degli Stati uniti del generale iraniano Qassem Soleimani.

In merito all'uccisione del Generale Qassem Soleimani, il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha da subito ricevuto informazioni dal Comando Operativo di Vertice Interforze sui contingenti nazionali presenti nei vari Teatri. Sono state innalzate le misure di sicurezza dei contingenti dove operano i soldati italiani e, inoltre, sono stati limitati al minimo gli spostamenti al di fuori delle basi. Lo rende noto il ministero della Difesa.

Il presidente russo, Vladimir Putin, in una telefonata con l'omologo francese Emmanuel Macron, ha espresso la sua "preoccupazione" per l'uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani, "un'azione che può portare a una grave escalation della tensione nella regione". Lo riporta il Cremlino riferendo i contenuti della telefonata, avvenuta su iniziativa francese.

Il presidente francese Emmanuel Macron, comunica l'Eliseo, si manterrà "in stretto contatto" con il presidente russo Vladimir Putin sulla situazione in Iraq, per "evitare una nuova pericolosa escalation della tensione e fare appello alla moderazione di tutte le parti". Macron ha ricordato "l'interesse della Francia per la sovranità e la sicurezza in Iraq e la stabilità nella regione". Il presidente francese ha fatto appello all'Iran a "tornare rapidamente al pieno rispetto dei suoi obblighi sul nucleare e ad astenersi da ogni provocazione".

"Questo è un momento in cui i leader devono esercitare la massima moderazione, il mondo non può permettersi un'altra guerra nel Golfo". Lo ha detto il Segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, in una nota del suo portavoce. Guterres ha "costantemente sostenuto la necessità di una de-escalation nel Golfo" ed è "profondamente preoccupato per la recente escalation".

"Incredulità, dolore e rabbia: sono queste le prime reazioni a Teheran alla notizia della morte del generale Soleimani. Le grandi manifestazioni, che si sono svolte oggi in molte città dell'Iran dopo la preghiera del venerdì, hanno espresso bene questi sentimenti". Lo dice all'Ansa il nunzio apostolico in Iran, arcivescovo Leo Boccardi. "Credo che la tensione sia arrivata ad un livello che non si era mai visto prima e questo preoccupa e complica ancora di più la situazione nella regione che appare davvero incandescente", aggiunge.

"Il Santo Padre è stato informato e la Santa Sede segue con preoccupazione gli eventi" dice inoltre Boccardi. "Solo due giorni fa abbiamo celebrato la giornata mondiale della pace e questi fatti ci devono spingere tutti a credere fortemente e lavorare con speranza per la pace. Il dialogo, non solo quello inter-religioso, che la Santa Sede mantiene e sviluppa con l'Islam, resta la via maestra per la soluzione di tutti i conflitti".

Gli Stati Uniti con "la loro politica della massima pressione" e l'uccisione del generale Soleimani, "spingono il Medio Oriente verso una reale guerra". Lo afferma in una nota l'ambasciata iraniana in Italia, esprimendo anche l'auspicio che "personalità e autorità politiche, organizzazioni, istituzioni e mass media italiani, in nome della legittimità dell'ordine internazionale e in opposizione all'unilateralismo americano oppongano una chiara e ferma condanna all'azione statunitense".

 

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