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In Umbria vittoria scontata del centro destra guidato dal ‘Comunista Padano’. Tesei eletta presidente con il 57,55%.

Perugia, 28 Ott 2019 – In Umbria la coalizione guidata dal ‘Comunista Padano’, Matteo Salvini, fa politicamente sua la regione. E non poteva essere altrimenti dopo che la ex presidente del Pd era incorsa in un poderoso scandalo, con arresti, su nomine e concorsi sulla sanità. Quindi ieri a scrutini conclusi i dati fotografano il grande successo della candidata del centrodestra alla guida della Regione Umbria, Donatella Tesei, con il 57,55%, davanti al rivale Vincenzo Bianconi, candidato dell'alleanza centrosinistra-Ms5, quasi al 37,48%. Alta la partecipazione elettorale: il dato definitivo è del 64,42%, rispetto al 55,43% delle precedenti.

Il dato assegna per la prima volta al centrodestra una regione storicamente del centrosinistra dell'Italia centrale, nella prima consultazione che si svolge dopo la formazione del nuovo governo basato sull'alleanza tra Pd e M5s, uscita nettamente sconfitta dal voto.

Questi i risultati per i partiti: Lega (37,0%), Fdi (10,4%), Forza Italia (5,5%), Lista Tesei (3,9%) e Umbria civica (2,1%); Pd (22,3%), M5s (7,4%), Bianconi per l'Umbria (4,0%), Europa verde (1,4%) e Sinistra civica verde (1,6%).

Tra gli altri candidati, Claudio Ricci (Ricci presidente, Italia civica, Proposta Umbria) ha il 2,6%, mentre Emiliano Camuzzi (Partito comunista italiano, Potere al popolo) prende il 0,9%, Rossano Rubicondi (Partito comunista) si ferma al 1,0%, Giuseppe "Dr Seduction" Cirillo (Partito delle Buone maniere) 0,10%, Martina Carletti (Riconquistare l'Italia) 0.21% e Antonio Pappalardo (Gilet Arancioni) 0,13%.

Esagerando come al solito, il Matteo, parla d’impresa storica, che lancia un chiaro avvertimento al governo che definisce "abusivo".

La vittoria leghista riaccende anche la battaglia interna alla coalizione del centrodestra, con una Forza Italia quasi doppiata da FdI che rischia di subire una diaspora in direzione Meloni da un lato e Renzi dall'altro. Questa è però ancora la notte dell'esultanza: "Fossi in Conte rassegnerei le dimissioni più velocemente della luce. Se avessero un po' di dignità non arriverebbero a domattina". è il commento a caldo di Giorgia Meloni. Per Berlusconi "La nostra alleanza è il futuro dell'Italia e ha il diritto-dovere di governare il Paese". Lo scrive sui social Silvio Berlusconi. Chiamato pesantemente in causa dai partiti, vincenti, del centrodestra, il premier Conte replica "Sarebbe un errore fermare l'alleanza per via di una Regione che ha il 2% della popolazione nazionale".

La sconfitta mette in discussione l'alleanza M5s-Pd, che improvvisamente non ha più padri. Sia i democratici che i grillini non mettono in discussione il governo, ma per le regionali 2020, a cominciare da Emilia Romagna e Calabria, Di Maio vuole tornare all'antico. L'alleanza con il Pd non ha pagato ne' per la coalizione di governo ne' per il movimento, che ha preso meno della metà dei voti dei dem. "Il patto civico per l'Umbria lo abbiamo sempre considerato un laboratorio, ma l'esperimento non ha funzionato. E questa esperienza testimonia che potremo davvero rappresentare la terza via solo guardando oltre i due poli contrapposti", si legge in un post del M5s su Facebook che assicura, comunque, come al governo "si rispetteranno gli impegni".

Rispetto alle europee i dem hanno tenuto nonostante la scissione di Matteo Renzi. Questa è la linea di Zingaretti che frena anche le polemiche interne al governo, facendo implicito riferimento anche al M5s: "rifletteremo molto su questo voto e le scelte da fare. Certo non ha aiutato il caos di polemiche che ha accompagnato la manovra economica del governo", scrive su Facebook il segretario dem. "La sconfitta non ha ripercussioni sul governo, ma impone una riflessione sulle alleanze", dice Andrea Marcucci. Matteo Renzi non ha commentato, ma certamente rivendicherà la propria assenza dalla foto di Narni, con Luigi Di Maio, Nicola Zingaretti e Roberto Speranza, come un successo e una direzione di marcia anche per il Pd.

Nelle europee dello scorso maggio, la Lega ebbe il 38,2%, il Pd il 24,0%, M5s il 14,6%, Fdi il 6,6%, Forza Italia il 6,4%, +Europa il 2,7%, La sinistra il 2,1%, Europa verde l'1,8%, il Partito comunista l'1,6%. Altre liste ebbero meno dell'1%.

Nelle politiche del marzo 2018, il centrodestra ebbe il 36,8% (Lega 20,1%, Forza Italia 11,2%, Fdi 4,9%, Noi con l'Italia-Udc 0,5%); il M5s il 27,5%; il centrosinistra il 27,5% (Pd 24,8%, +Europa 1,9%, Civica popolare 0,4%, Insieme 0,4%); LeU il 3,0%; Potere al popolo 1,3%; Casapound 1,2%. Altre liste ebbero meno dell'1%.

Nelle regionali del 2015, la candidata del centrosinistra, Catiuscia Marini, vinse con il 42,78%, davanti a Claudio Ricci del centrodestra con il 39,27%, mentre Andrea Liberati del M5s ebbe il 14,31%. Cinque candidati minori ebbero in tutto il 3,65%.

La maggioranza ebbe 13 seggi (11 Pd, 1 Socialisti riformisti-Territori per l'Umbria, 1 Umbria più Uguale-Sel), il centrodestra 6 (2 Lega, 2 Ricci presidente, 1 Forza Italia, 1 Fdi), 2 M5s. L'assemblea legislativa uscente è formata da 10 Pd, 1 Socialisti riformisti-Territori per l'Umbria, 5 Gruppo misto, 2 M5s, 1 Lega, 1 Forza Italia, 1 Fdi.