Press "Enter" to skip to content

Russiagate, Conte davanti al Copasir: “La nostra intelligence è estranea”

Roma, 24 Ott 2019 - Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ha lasciato Palazzo San Macuto dopo l'audizione davanti al Copasir (il Comitato parlamentare per il controllo delle condotte attinenti le norme sulle attività di informazione per la sicurezza, organo composto da 5 senatori e 5 deputati e presieduto da un esponente del principale partito di minoranza) sulla vicenda Russiagate. L'audizione, iniziata con venti minuti di ritardo, è durata all'incirca due ore e mezza. Conte, cui fa tra l'altro capo la delega ai servizi segreti, avrebbe illustrato la relazione semestrale al Parlamento sull'attività dell'intelligence nazionale.

Tre i punti essenziali che il premier è stato invitato a chiarire di fronte al Copasir. Primo: quale sia stato il ruolo effettivo dell'Italia nel Russiagate, cioè nell'inchiesta condotta negli Stati Uniti sulla presunta ingerenza di Mosca nelle ultime presidenziali americane. Secondo: genesi e motivazioni dei due incontri a metà agosto tra il ministro della Giustizia americano William Barr, accompagnato dal procuratore John Durham, e i capi dei servizi segreti italiani. Terzo: il contributo italiano alle richieste di Barr.

L'audizione, secretata, è durata poco più di due e mezza. Conte, che ha mantenuto come nel precedente governo la delega ai servizi segreti, avrebbe illustrato anche la relazione semestrale al Parlamento sull'attività dell'intelligence nazionale, e ha successivamente risposto alle domande del presidente del Copasir, il deputato leghista ed ex sottosegretario alla Difesa Raffaele Volpi, e degli altri commissari.

"Nel corso dell'odierna audizione presso il Comitato per la sicurezza della Repubblica, il Presidente del Consiglio ha illustrato la Relazione sull'attività dei servizi di informazione per la sicurezza, riferita al primo semestre del 2019. Nella sua relazione, il Presidente si è inoltre soffermato sulle principali novità introdotte dal decreto legge n. 105 del 2019, in materia di perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, attualmente all'esame della Camera. Il Presidente del Consiglio ha infine fornito risposte e chiarimenti a domande poste dai componenti del Comitato, alcune delle quali relative ad argomenti di attualità". E' quanto si legge in una nota della Presidenza del Copasir.

Davanti al Copasir "non mi sono sottratto a nessuna domanda, riferendo anche sulla vicenda Barr. Le mie dichiarazioni, su questo e ogni altro tema, sono coperte dal segreto e quindi non riferisco delle cose dette ai componenti del Copasir, ma è chiaro che ho il dovere di riferire alcuni elementi di questa vicenda anche perché ha suscitato un tale clamore che ne sono nate una messe consistente di ricostruzioni fantasiose, che rischiano di gettare ombre anche sul nostro operato istituzionale".

"La nostra intelligence è completamente estranea" al cosiddetto Russiagate e questo è stato conclamato" con la delegazione americana guidata dal procuratore generale Usa William Barr che ha incontrato l'intelligence italiana in piazza Dante, sede del Dis.

"Ci sono stati due incontri, uno il 15 agosto e l'altro il 27 settembre. Io non ero presente ma sono stato informato. Il primo si è svolto nella sede del Dis, ed è servito a definire preliminarmente il perimetro della collaborazione. Il secondo incontro nella sede del comparto dell'intelligence di piazza Dante, e c'erano anche i direttori dell'Aise e dell'Aisi, ed è servito a chiarire che alla luce delle verifiche fatte la nostra intelligence è estranea a questa vicenda. Questa estraneità ci è stata riconosciuta". "Questa vicenda non ha leso interessi nazionali", ha sottolineato il presidente del Consiglio.

"Qualcuno lo intende come un potere quello dell'intelligence, per me è una responsabilità. Cerco di operare in questo compito sempre nel rispetto della legge. Sono chiamato a svolgere questo ruolo per difendere le istituzioni democratiche, se avessi condiviso informazioni con persone non titolate a riceverle avrei violato la legge".

Il ministro Usa Barr ha avanzato una "richiesta" all'Italia per avere informazioni e "verificare l'operato degli agenti americani. Cioè il quesito era di verificare l'operato della intelligence americana".

"Se ci fossimo rifiutati di sederci a un tavolo con un nostro alleato storico avremmo arrecato un danno al nostro comparto di intelligence, oltre a una grave slealtà".

"In Parlamento su questa vicenda sono intervenuto io, ma il ministro dell'Interno non mi ha dato le informazioni. Salvini dovrebbe chiarire cosa ci faceva in Russia con Savoini, in incontri riservati. Lo dovrebbe chiarire innanzitutto agli elettori leghisti, con chi lo sta vagliando per capire o no se è adeguato a guidare un Paese".

Giuseppe Conte "è fra il nervoso e il disperato perché è ormai è in un angolino". Così Matteo Salvini a 'Zapping'. Conte "ha promesso mari e monti e poi si è rivelato per quello che è: un bluff", ha aggiunto il segretario leghista. "Saranno gli americani che si sono inventati cose strane. Ha fatto tutto di nascosto se va bene così", ha poi continuato parlando dell'audizione del presidente del Consiglio al Copasir. "Quello che mi preoccupa di Conte è la manovra, non le sue parole al vento".