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Salvini a Conte: “non c’è più una maggioranza” e stacca la spina al Governo.

Roma, 9 Ago 2019 – La giornata di ieri sarà ricordata dal popolo italiano che si sta affidando un uomo, Salvini, pericoloso, che vuole sottomettere la cosiddetta ‘gente’ e condurla piano piano, su suggerimento di grandi satrapi europei, Putin e Orban, pare suo maestri, tanto ammirati, perché sono riusciti in nome del popolo, a sottomettere prima di tutto il quarto potere, la stampa, che tanto disturbava gli antichi dittatori e i nuovi apprendisti stregoni ed in seguito, costruirsi una costituzione che gli permetta di rimanere in carica in eterno o finché non arriva la fine cruenta, che prima o poi, hanno questi signori.

Ora gli italiani, dopo l’annunciata crisi di governo, come dimostrano anche i sondaggi vorrebbero affidare il loro destino ad un incompetente, che mai in vita sua ha fatto una giornata di lavoro da quando aveva circa 20 anni, e cioè da quando è stato eletto a qualche carica pubblica e a una persona che, come ha già fatto con i suoi decreti sicurezza, vuole fare dell’Italia uno vero Stato di Polizia, quindi, ieri, sera, il ‘comunista padano’ ha detto a tutti che  è "Inutile andare avanti a colpi di no e di litigi, come nelle ultime settimane. Gli italiani hanno bisogno di certezze e di un governo che faccia, non di 'Signor No'".

Matteo Salvini mette nero su bianco che "non vogliamo poltrone o ministri in più, non vogliamo rimpasti o governi tecnici: dopo questo governo, che ha fatto tante cose buone, ci sono solo - avverte - le elezioni". "L'ho ribadito oggi - conferma - al presidente Conte: andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c'è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav e dai ripetuti insulti a me e alla Lega da parte degli 'alleati', e restituiamo velocemente la parola agli elettori".

"Le vacanze - è la stoccata del leader leghista - non possono essere una scusa per perdere tempo e i parlamentari, a meno che non vogliano a tutti i costi salvare la poltrona, possono tornare a lavorare la settimana prossima, come fanno milioni di italiani".

Al termine di una giornata di attesa, via comunicato stampa, Matteo Salvini apre formalmente la crisi di governo. È questo l'esito del vertice con Conte a Palazzo Chigi di questo pomeriggio. Un incontro durato oltre un'ora, con Luigi Di Maio chiuso nel suo ufficio al lavoro, come hanno fatto sapere fonti 5S. Il capo politico del Movimento ha rotto il silenzio verso sera, lasciando il palazzo del governo dopo Salvini, insieme al presidente del Consiglio. Si è detto "tranquillo" e "al lavoro per il Paese", mentre il leader leghista comunicava quanto detto al premier.

"Giornata difficile, stiamo lavorando per il Paese, sono tranquillo", dice Luigi Di Maio lasciando palazzo Chigi per andare, come racconta lui stesso, alla festa per i 25 anni di suo fratello. Alle domande dei cronisti su una eventuale parlamentarizzazione della crisi, replica: "Non ci sono i se, quello che posso dire è che stiamo lavorando per il Paese". "Sono tranquillo, vi auguro buon lavoro e buona giornata. Vi ringrazio per il lavoro, so che vi stiamo rovinando qualche giorno di ferie", aggiunge. "Ci sono tutti i colloqui in corso che servono, Palazzo Chigi è pagato per lavorare per gli italiani", conclude.

"C'è una riforma a settembre, fondamentale, che riguarda il taglio definitivo di 345 parlamentari. È una riforma epocale, tagliamo 345 poltrone e mandiamo a casa 345 vecchi politicanti. Se riapriamo le Camere per la parlamentarizzazione, a questo punto cogliamo l'opportunità di anticipare anche il voto di questa riforma, votiamola subito e poi ridiamo la parola agli italiani. Il mio è un appello a tutte le forze politiche in Parlamento: votiamo il taglio di 345 poltrone e poi voto".

In una nota ufficiale, oggi la Lega ha chiarito di non volere rimpasti e che l'unica alternativa a questo governo è ridare la parola agli Italiani con nuove elezioni. Il Movimento 5 stelle chiede chiarezza agli alleati. Il premier Conte stamane è andato al Quirinale per un colloquio con il presidente Mattarella.

Contatti tra il vicepremier Luigi Di Maio e il presidente della Camera Roberto Fico, secondo quanto si apprende, si sono registrati nella giornata di oggi. Fonti parlamentari M5S, interpellate a riguardo, non escludono che il leader del Movimento abbia visto, questa mattina, prima Fico e poi i capigruppo Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli.

Il presidente della Repubblica ha convocato il presidente della Camera, Roberto Fico, per un esame della situazione, dopo le fibrillazioni della maggioranza registrate sia ieri sia oggi. Mattarella avrebbe incontrato Fico per valutare con lui gli eventuali tempi di riconvocazione della Camera - convocata per il 9 settembre - e, in caso di qualunque tipo di comunicazione, dovrebbe essere riaperta prima del termine previsto. Nulla è stato però ancora deciso: si attendono gli sviluppi del confronto interno ad esecutivo e maggioranza, dunque nessun accenno è stato ancora fatto sull'eventualità di portare in Parlamento un dibattito relativo allo scontro in atto in queste ore. Non è invece salito al Colle il presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, poiché si trova fuori Roma.

Al centro del colloquio, chiesto dal presidente della Camera, viene spiegato, le modalità e le tempistiche di convocazione delle Camere in caso di eventuale crisi di governo. Va ricordato, infatti, che entrambi i rami del Parlamento sono attualmente in ferie: il Senato da oggi - ieri si è svolta l'ultima seduta - e la Camera dal 1 agosto. Dunque, nel caso in cui la situazione dovesse precipitare ulteriormente e fosse necessario 'parlamentarizzare' la crisi, occorrono tempi tecnici per la convocazione delle Camere, in modo da dare la possibilità a deputati e senatori di far rientro a Roma.

"Ogni giorno che passa è un giorno perso, per noi l'unica alternativa a questo governo è ridare la parola agli Italiani con nuove elezioni". Così la Lega, che ribadisce la sua posizione: "Mai chiesto né chiederemo poltrone, lontani da qualsiasi ipotesi di rimpasto di governo". "C'è la consapevolezza e la presa d'atto che, dopo le tante cose buone fatte, da troppo tempo su temi fondamentali per il Paese come grandi opere, infrastrutture e sviluppo economico, shock fiscale, applicazione delle autonomie, energia, riforma della giustizia e rapporto con l'Europa - si fa osservare – tra

"Il voto di ieri sulla Tav ne è solo l'ultima, evidente, irrimediabile certificazione. L'Italia ha bisogno di certezze e di scelte coraggiose e condivise, inutile andare avanti fra no, rinvii, blocchi e litigi quotidiani", rimarca il partito di Salvini.

Matteo Salvini non sta valutando di ritirare la delegazione dei ministri leghisti dal governo, precisa l'ufficio stampa della Lega in una nota diffusa a commento di alcune indiscrezioni di stampa.

Le parole della Lega sono giudicate non chiare dai 5 stelle, che controreplicano, pressandola ad uscire ufficialmente allo scoperto: "La nota della Lega è incomprensibile. Dicano chiaramente cosa vogliono fare. Siano chiari".

In precedenza il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva avuto un incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.  Un colloquio che sarebbe stato di tipo informativo, per fare "il punto della situazione". Non si sarebbe parlato di apertura di crisi e tanto meno di dimissioni.

Il presidente del Consiglio era rientrato a Palazzo Chigi dopo circa un'ora di colloquio con il Capo dello Stato. Il premier, sorridente, non aveva risposto alle domande dei cronisti. Ringraziando chi gli faceva gli auguri per il buon compleanno, Conte aveva detto solo: "Auguri e buon lavoro".

"I giochini di palazzo non ci sono mai piaciuti e questo dibattito sulle poltrone inizia a stancarmi. Siamo andati al governo non per chiederle, ma per tagliarle. E lo abbiamo messo nero su bianco nel contratto, insieme alla Lega", aveva scritto questa mattina su Facebook il vicepremier Luigi Di Maio, ricordando che a settembre si vota sulla legge costituzionale che taglia il numero dei parlamentari.

A proposito della legge ora all'esame della Camera, Di Maio ricorda: "C'è una riforma del MoVimento 5 Stelle che aspetta l'ultimo voto il 9 settembre. Il 9 settembre taglieremo definitivamente 345 parlamentari. Significa che alle prossime elezioni molti vecchi politicanti dovranno iniziare a cercarsi finalmente un lavoro". A suo giudizio, "è una riforma epocale contro i privilegi dei politici e in favore del buon senso. Per anni lo Stato ha saputo solo chiedere, dal 9 settembre invece comincerà a restituire qualcosa indietro ai cittadini: risparmiamo mezzo miliardo di euro da mettere su strade, ospedali, sulla riduzione delle tasse. Manca solo l'ultimo voto e mi auguro nessuno si tiri indietro all'ultimo minuto, sarebbe gravissimo. Anzi, sarebbe un segnale al Paese. Il segnale di chi non vuol cambiare nulla. Le parole sono belle ma non bastano.  Servono i fatti".

"Leggiamo dai giornali di possibili crisi di governo. Il M5S è al lavoro come ogni giorno per il Paese e dunque lo è anche il capo politico, Luigi Di Maio. Chiunque oggi aprisse una crisi di governo, l'8 agosto, si assumerebbe la responsabilità di riportare in Italia un governo tecnico. Sarebbe folle", facevano sapere poi fonti di governo del M5S.

"Questo Paese non ha più una maggioranza. L'esperimento iniziato 13 mesi fa è fallito", sentenzia il leader Pd Nicola Zingaretti, che invita i gialloverdi ad essere "coerenti. Se non c'è una maggioranza parlamentare bisogna andare al voto".

"Le regole istituzionali sono ridotte al ridicolo. I pericoli per la democrazia, in questo momento, non vengono dal rischio di svolte autoritarie o da recrudescenze fasciste. Ma dalla democrazia ridotta a farsa. Occorre reagire con determinazione", scrive su twitter il vicesegretario vicario del Pd Andrea Orlando.

Anche per Forza Italia "il premier Conte dovrebbe togliere l'Italia da una condizione di imbarazzo e di stallo che non fa bene a nessuno. L'unica soluzione è andare presto al voto", afferma la capogruppo Mariastella Gelmini.

 

 

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