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Manovra alle Camere, Tria scrive all’Europa

Roma, 5 Ott 2018 - Il Documento economico e finanziario è arrivato alle camere, per Palazzo Chigi sono confermati gli obbiettivi e i tempi di attuazione delle riforme. Precisati anche i numeri di cui si è discusso in questi giorni.

A una settimana dal via libera del Consiglio dei ministri la nota di aggiornamento al Documento d’economia e finanza (Def) con le nuove stime di crescita e gli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2019-2021 approda dunque in Parlamento. Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha intanto inviato la lettera alla Commissione europea con la modifica del percorso programmatico di finanza pubblica contenuto nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Nadef).

Secondo il retroscena del quotidiano La Stampa, mercoledì il Presidente della Bce Mario Draghi sarebbe andato al Quirinale dal Capo dello Stato Mattarella per un incontro riservato. Nella ricostruzione della Stampa si legge che Draghi "ha voluto rappresentare di persona i rischi cui andrebbe incontro l'Italia, nel caso in cui i mercati iniziassero ad accanirsi contro i titoli pubblici provocando un ulteriore aumento degli spread e dei tassi di interesse fino a livelli insostenibili".

Nove miliardi per reddito cittadinanza e 7 per quota cento Le stime del Pil del prossimo triennio sono confermate all'1,5% per il 2019, l'1,6 per il 2020 e 1,4% nel 2021 nella nota di aggiornamento al Def. Impegni per un totale di 21,5 miliardi. L'Iva non salirà nel 2019, ma tornerà a crescere nel biennio successivo. Confermati 9 miliardi per reddito e pensioni di cittadinanza e 7 per la quota cento, a cui vanno aggiunti un miliardo per i centri per impiego, 2 per la tassa fissa (flat tax), uno per le forze dell'ordine e uno per i truffati delle banche. Al vaglio l'abolizione del patto di stabilità interno, che limitava le capacità di intervento degli enti locali.

"Quest'insieme di misure porterà un aumento della crescita all'1.5% nel 2019 per arrivare all'1.6 e l'1.4 negli anni successivi", scrive il ministro dell'Economia Giovanni Tria in una lettera alla Commissione Ue in merito alle stime di crescita del Pil derivanti dalla manovra. "Ora si apre la fase di confronto con la Commissione Europea, che potrà valutare le fondate ragioni della strategia di crescita del Governo delineata dalla manovra", scrive il ministro dell'Economia. "Come è avvenuto all'interno del Governo - sottolinea Tria - auspico che il dialogo con la Commissione Europea rimanga aperto e costruttivo, tenendo conto delle reali esigenze di cittadini e imprese e del ruolo che svolgono le Istituzioni. In questo dialogo il Governo si presenta compatto e fiducioso".

"Come sostenuto in diverse occasioni, la manovra di bilancio che questo Governo si appresta a varare ì coraggiosa e responsabile, puntando alla crescita e al benessere dei cittadini, assicurando in seguito un profilo di riduzione del deficit, che passerà dal 2,4% del 2019 al 2,1% del 2020 per chiudere all'1,8% del 2021", scrive Tria, ribadendo gli obiettivi programmatici di bilancio per il triennio 2019-2021.

"L'impatto delle singole misure sull'economia del Paese deve essere valutato nel quadro dell'intera manovra. Maggiori risorse per gli investimenti pubblici e privati, minore pressione fiscale sulle piccole e medie imprese e sui lavoratori autonomi, spinta al ricambio generazionale sul mercato del lavoro e sostegno ai soggetti più vulnerabili", scrive il ministro dell'Economia nella lettera inviata alla Commissione europea.

"Il raggiungimento di questi obiettivi verrà ottenuto anche grazie a un attento disegno degli interventi sia sul versante degli investimenti, sia su quello delle misure di sostegno attivo per il lavoro e la coesione sociale che garantiscano la stabilità complessiva del sistema", aggiunge il ministro.

"Mercoledì mattina Mario Draghi è salito al Colle per un incontro riservato con Sergio Mattarella. I due si consultano il più delle volte al telefono, ma con lo spread alle stelle e il governo sotto pressione hanno preferito vedersi a quattr'occhi". Lo rivela La Stampa secondo la quale il presidente della Banca centrale europea "ha voluto rappresentare di persona i rischi cui andrebbe incontro l'Italia, nel caso in cui i mercati iniziassero ad accanirsi contro i titoli pubblici".

Secondo la ricostruzione del quotidiano "Draghi ritiene (e di sicuro al presidente ne avrà parlato) che nel governo italiano ci sia una forte sottovalutazione del contesto in cui si sta scrivendo la manovra". Anche perché "la scommessa dell'ala più radicale della maggioranza sbaglia bersaglio: più che l'atteggiamento delle istituzioni Ue, l'Italia deve temere il declassamento da parte delle agenzie di rating" che potrebbe arrivare a fine ottobre e "provocare danni incalcolabili, moltiplicando la sfiducia sui mercati". Senza contare che con lo stop alla facilitazione di qualità (Quantitative easing) "gli strumenti a disposizione di Draghi sono terminati: dal primo gennaio l'Italia sarà senza rete. In caso di difficoltà avrebbe come unico salvagente il ricorso al cosiddetto «Omt», lo strumento di sostegno finanziario che costringerebbe Roma ad un programma concordato con la Commissione europea e il Fondo salva-Stati. Di fatto il commissariamento del Paese".

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