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Sport e Salute – Crac – A cura del Dottor Andrea Melis

Cagliari, 28 Mag 2018 - La settimana scorsa abbiamo esplorato, a livello teorico, gli aspetti base della flessibilità con cenni di fisiologia ad esso collegati.

Questa settimana parleremo di due tecniche che usate seguendo i principi classici dell’allenamento vi permetteranno di migliorare la vostra flessibilità partendo da un presupposto di base.

E’ possibile realizzare il sogno di migliorare la nostra flessibilità a qualunque età per raggiungere gli obbiettivi prefissati?

Assolutamente no.

Perché?

Perché ovviamente sappiamo che dobbiamo cominciare ad allenarci da giovani per imparare a fare la spaccata sagittale e/o frontale, mentre se siamo vetusti come il sottoscritto dobbiamo rassegnarci al fatto che decidendo di cominciare ad allenarci da over 30 non otterremo mai risultati in termini di flessibilità degni di nota.

Questo è ciò che ci hanno sempre insegnato attraverso la scienza ideologica delle supercazzole.

La mia scienza preferita, quella del sentito dire.

In questo articolo vedremo due tecniche collegate a due meccanismi riflessi che completano i due espressi la settimana scorsa, cioè il riflesso miotatico e il riflesso miotatico inverso.

Parliamo di inibizione autogenica e inibizione reciproca [1], due concetti scientifici che si collegano rispettivamente a due tecniche di stretching avanzato definite dai due acronimi C.R.A.C. (Contract Relax Antagonist Contract ) e P.N.F ( Propioceptive Neuromuscolar Facilitation).

Vediamo di spiegare cosa intendiamo nel dettaglio.

Il concetto di inibizione autogenica sfrutta il principio fisiologico secondo cui il muscolo, dopo una prima fase di contrazione costante, tende a rilassarsi.[2]

Questo processo, grazie all’elevata tensione determinata dalla contrazione muscolare, intensifica ed anticipa l’intervento degli Organi Tendinei del Golgi.[3]

L’effetto di questo intervento abbiamo avuto modo di vederlo nel precedente articolo.

L’ inibizione reciproca si avvale dell’inibizione al movimento che si viene a creare sul muscolo antagonista (muscoli diretti dell’antagonismo), dopo una contrazione del suo agonista.[4]

Questo in che cosa si traduce?

Il muscolo inibito al movimento di contrazione, per la contrazione reciproca del suo agonista andrà incontro ad un effetto di rilassamento e allungamento, si parla in questo caso specificatamente del riflesso di innervazione reciproca di Sherrington, che ha come fine ultimo nel nostro caso di farci ottenere una flessibilità notevolmente maggiore rispetto allo stretching classico.[5]

Questo inquadramento teorico a matrice medico - fisiologica serve a creare la cornice utile per le due tecniche (C.R.A.C. e P.N.F.) che nel prossimo articolo andremo a vedere con degli esempi pratici.

Faccio presente un aspetto, alcune correnti di pensiero considerano la prima tecnica (C.R.A.C.) come ramificazione della seconda ( P.N.F. ) altre branche considerano la prima una tecnica a sé.

Sostanzialmente nella tecnica P.N.F. andiamo a lavorare sui muscoli agonisti ( Oggetto di interesse per il miglioramento ) del movimento in maniera diretta secondo il principio dell’inibizione autogenica o in maniera indiretta tramite l’inibizione o innervazione reciproca  di Sherrington.

Il C.R.A.C. come tecnica, facendola semplice, rappresenta l’insieme delle precedenti inibizioni (inibizione autogena e reciproca) ed è giudicata la tecnica più efficacie per l’incremento della mobilità.[6]

Personalmente lo considero una tecnica da considerare all’interno della metodica P.N.F. citata in questo articolo.

La settimana prossima vedremo, tramite foto e video esplicativi, come applicare nello stretching l’inibizione autogena, quella reciproca e la somma delle precedenti (C.R.A.C.).

Come Personal Trainer, per esperienza personale e professionale nel miglioramento della flessibilità confermo che ho trovato più efficace l’ultima. A.M.

[1] https://www.lascienzainpalestra.it/stretching-pnf/

[2] https://www.lascienzainpalestra.it/stretching-pnf/

 

[3] https://www.lascienzainpalestra.it/stretching-pnf/

 

[4] https://www.lascienzainpalestra.it/stretching-pnf/

 

[5] http://www.federica.unina.it/medicina-veterinaria/fisiologia-degli-animali-domestici/apparato-muscolare/

[6] https://www.lascienzainpalestra.it/stretching-pnf/

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