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Nuovo giro di consultazioni per Fico. E l’ex cavaliere mascarato avverte: o governa il centrodestra o si torna al voto

Roma, 26 Apr 2018 - Al via i nuovi incontri con le forze politiche del Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, che incontrerà le delegazioni del Partito Democratico e del MoVimento 5 Stelle in seguito al mandato esplorativo conferito dal Capo dello Stato. Alle 11 è iniziato l'incontro con la delegazione del Pd (Martina, Orfini, Marcucci e Delrio), alle 13 seguirà quello con la delegazione del M5s. Le consultazioni si svolgeranno nel Salottino del Presidente. La webtv e il canale satellitare della Camera trasmetteranno in diretta le dichiarazioni delle delegazioni nella Sala della Lupa. Con molta probabilità - secondo alcune indiscrezioni - Fico chiederà un rinvio, per fare il quadro della situazione, al 2 maggio, giorno in cui si riunirà la direzione del Pd, dalla quale dovrebbe uscire la linea unitaria da seguire in questo difficile momento politico per il Paese. Ma anche per verificare i risultati dell’annunciato referendum dei pentastellati su Rousseau.
Non si placano intanto i malumori all'interno del Pd all'idea di un governo targato M5s-Pd. Il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, "non fa male" ad andare a parlare con il M5s ma "se il Pd dovesse fare un'alleanza con il M5s farebbe non male, malissimo". Lo afferma a Circo Massimo, su Radio Capital, il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. "Parlare è l'essenza della politica per capire le posizioni - spiega Calenda - ma se il Pd dovesse fare un'alleanza con il M5s farebbe non male, malissimo". "Se questo accade io me ne vado dal Pd, perché il Pd cessa di esistere come un movimento politico, un partito che ha un'idea della realtà che è opposta a quella del M5s. Tra il Pd e il M5s c'è una distanza siderale".
"Io sono per rispondere no all'offerta di Di Maio. Quello che c'è sul tavolo sia più che sufficiente per rispondere. Sia chiaro, i dieci punti dei Cinque Stelle saranno anche di buon senso. Ma loro sono per abolire il Jobs act? Bene, noi no. Loro sono per l'abolizione della riforma Fornero? Noi no". Così Sandro Gozi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei, commenta in una intervista al Corriere della Sera l'offerta di governo di Di Maio. E aggiunge: "Governare vuol dire risolvere gli imprevisti che si palesano sul tuo cammino quando meno te l'aspetti. Se ci fosse una crisi europea, di quelle che ora non si possono mettere in conto, che cosa facciamo? Chiediamo aiuto alla piattaforma Rousseau? Suvvia, non si può fare"; "sull'offerta di Di Maio forse Martina ha accelerato troppo. Ha fatto una fuga in avanti, si è sbilanciato. Proprio per questo è necessaria una verifica in Direzione nazionale che faccia chiarezza, una volta per tutte, sulla posizione ufficiale del Partito democratico.
Martina non è stato garante della posizione di tutti proprio perché, e lo si è capito molto bene dalla sua dichiarazione all'uscita dall'incontro con Roberto Fico, ha preso una posizione netta a favore del possibile accordo con i Cinque Stelle. Non è stato una figura super partes ma ha preso una strada ben precisa, diventando una delle parti in causa. Insieme a molti dei ministri uscenti". E conclude: "Alle condizioni di oggi, non credo proprio che in Direzione ci saranno i numeri a favore di un governo coi Cinque Stelle", "è sotto gli occhi di tutti che, in questo momento, nel Pd esiste una linea degli ex ministri e una linea dei renziani. Ci si conterà nella direzione, si farà questa verifica e tutti i dubbi, a quel punto, saranno fugati".
Accordo Lega-M5s peggior governo per il Paese "Renzi è troppo intelligente per non sapere che le elezioni anticipate sarebbero un danno non solo per il Paese ma anche per il Partito Democratico, quindi secondo me, benché alla fine nel suo cuore speri in un accordo Lega- MS5, che sarebbe il miglior governo per il Partito Democratico ma secondo me il peggior governo per il Paese, Renzi capisce che qualcosa dovrà fare". Così Monica Cirinnà, Partito Democratico, risponde alla domanda di Serena Bortone, ad Agora’ Rai Tre, sulle possibili coalizioni per la formazione del governo.
I grillini intanto ribadiscono che non vogliono un governo a tutti i costi, ma un governo del cambiamento. Non vogliamo un governo a tutti i costi ma un governo di cambiamento".
"Voglio tranquillizzare i nostri elettori - spiega il deputato M5S Manlio Di Stefano a 'Studio 24', su Rainews24, ribadendo il no dei grillini al governo del Presidente. - qualunque accordo verrà sottoposto al voto" della base. "La matematica purtroppo ci consegna a una realtà che ci dà la possibilità di governare o con la Lega o con il Pd", osserva. La strada è quella di "un contratto di governo preciso: se dovessimo abbracciarci col Pd in quanto alleanza politica diremmo no. Non essendoci fiducia cieca, stiamo cercando di convergere su un contratto alla tedesca, unica strada possibile a causa di questa legge elettorale che ci ha visti grandi oppositori: siamo stati gli unici a non averla votata", rivendica.
Sul fronte del centrodestra un Silvio Berlusconi piuttosto combattivo in Friuli Venezia Giulia per la campagna elettorale avverte: formeremo un "governo di centrodestra sui punti programmatici da realizzare in cento giorni. Se non ce lo fanno fare, andiamo ad elezioni e faremo campagna elettorale massiccia e vinceremo noi. Sapete perché? Perché siamo i più bravi".
‘Penso che arriveremo a una decisione finale del Presidente della Repubblica perché mi sembra che anche il Pd non voglia sedersi al tavolo. Mi sembra che all’interno del Pd ci siano problemi più grossi di quelli di fare un governo in questo momento. Il Pd, dopo la ‘scoppola’ pesante che ha preso alle ultime elezioni deve ricostruire la struttura del partito’ Gianmarco Centinaio, Capogruppo Lega al Senato, ai microfoni di ‘6 su Radio 1’ parlando delle consultazioni in corso al Quirinale per la formazione di un nuovo governo, vede sempre più vicina l’ipotesi di un governo del Presidente.
‘La parola - prosegue Centinaio - torna al Presidente Mattarella, a questo punto per un ‘Governo del Presidente’ oppure per chiedere ai leader di fare un passo indietro e fare un governo tra chi ha vinto elezioni. Se si deciderà per un governo del Presidente, la strada verso il voto sarà decisamente più vicina. A quel punto, o si andrà al voto più velocemente possibile oppure legge elettorale, quindi un governo che duri il meno tempo possibile e poi tornare al voto, anche se sono sempre dell’idea che un governo fatto tra la coalizione del centrodestra e il Movimento Cinque Stelle si potrebbe fare se ci fosse davvero la volontà di farlo’

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