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Di Maio: al governo vada chi è legittimato dal popolo. E ripropone ‘contratto’ a Lega o Pd

Roma, 5 Apr 2017 - Si è concluso con il Movimento 5 Stelle al Quirinale il primo giro di consultazioni del presidente Sergio Mattarella per la formazione del nuovo governo. La delegazione M5S, composta da Luigi Di Maio, Danilo Toninelli e Giulia Grillo, è arrivata a piedi attorniata da cameraman e giornalisti. In mattinata il capo dello Stato aveva incontrato la delegazione del Pd guidata da Maurizio Martina, quella di Forza Italia, guidata da Silvio Berlusconi, e i rappresentanti della Lega con Matteo Salvini.

"Abbiamo detto al presidente Mattarella che sentiamo tutta la responsabilità di esser la prima forza politica di lavorare il prima possibile per assicurare una maggioranza ad un governo del cambiamento", ha detto il leader del M5S Luigi Di Maio al termine delle consultazioni al Colle.  "Propongo contratto governo su modello tedesco" a Lega e Pd Di Maio ribadisce la sua proposta di un contratto di governo sul modello tedesco da riproporre sia alla Lega sia al Pd, e nega di aver posto veti. E insiste "Al governo vada chi è stato legittimato dal popolo". "Non riconosco coalizione centrodestra, parlo alla Lega "Non vogliamo spaccare la coalizione di centrodestra ma non riconosciamo una coalizione di centrodestra, perché non solo si sono presentati alle elezioni con tre candidati premier ma perché si sono preparati alle consultazioni separati. E una di queste forze non riconosce il M5s, perciò ci rivolgiamo alla Lega", aggiunge Di Maio.

"Non abbiamo posto veti a nessuno, abbiamo discusso di temi, ci siamo fatti un'idea di quali potessero essere gli interlocutori per un governo del cambiamento. Dal voto è chiaro che sono emersi tre messaggi: al governo deve andarci chi è legittimato dal popolo; sono stati bocciati i governissimi, i governi tecnici, i governi di scopo; governare per cambiare e non per continuare a sopravvivere; mettere al centro soluzioni e non giochi di Palazzo", dice ancora il leader M5S.

"Come ho ribadito durante tutta la campagna elettorale, abbiamo ottenuto 11 milioni di voti su una posizione ben precisa che abbiamo ribadito al presidente anche sulla politica estera. Con noi al governo l'Italia resterà alleata dell'Occidente nel Patto atlantico, nell'Unione europea e monetaria: è questo l'obiettivo".

"Più che i posti e i ruoli ci interessano i programmi", Matteo Salvini si mostra dialogante, arriva dopo le parole di Silvio Berlusconi e rivendica che "molti dicono dei no, noi abbiamo offerto dei sì al Presidente della Repubblica". A cominciare da quello, ufficiale e sostanziale, ai 5 stelle. Per essere più chiaro, il leader della Lega, specifica che ascolterà tutti "dalla prossima settimana formalmente" e ripetere che "non abbiamo detto no a prescindere a nessuno". "Bisogna smussare degli angoli che altri per il momento almeno a parole non intendono smussare", quasi sospira Salvini che si richiama al clima di responsabilità per l'elezione dei presidenti delle Camere.

Poi, dice ancora, "tutti dovrebbero fare lo stesso", riferendosi ai "passi di lato" fatti dalla Lega, perché "se ciascuno rimane sulle sue impuntature, sui suoi personalismi e i suoi ragionamenti personali o di partito il governo non nasce e l'unica soluzione, che non auguriamo ma che non escludiamo, è quella delle elezioni". E allora, si parte dal centrodestra ma "numeri alla mano coinvolgendo i 5 stelle, non ci vuole uno scienziato per capire che altre soluzioni sarebbero temporanee e improvvisate", dunque "lavorerò personalmente nei prossimi giorni per dialogare con tutti e vedere se si trova la quadra come per il presidente del Senato". A proposito di parole, "noi siamo pronti, speriamo che lo siano tutti e che - è il messaggio finale - non ci sia qualcuno che è pronto a prole ma non vuole dare un governo al Paese". Incalzato dai cronisti, il leader della Lega ha detto: "Quando ci sarà, l'incontro con Luigi Di Maio sarà "alla luce del sole". E - a chi gli chiedeva se ci fosse bisogno di trovare delle formule alternative per aggirare il veto di M5s a Silvio Berlusconi per la formazione del governo, ha replicato: "Non c'è niente da mimetizzare. Abbiamo vinto come centrodestra, non lo abbiamo mai nascosto a nessuno".

Il governo deve partire da coalizione di centrodestra. Lo ha detto Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, al termine dell'incontro con il Capo dello Stato. Ed ha aggiunto: siamo disponibili a dialogare, ma no a populismi, a un governo fatto di pauperismi, giustizialismi e odio "che innescherebbe una spirale recessiva e di tasse elevate con fallimenti a catena anche nel sistema bancario". E conclude: "Ci sono urgenze che richiedono un governo fondato su un programma coerente e in grado di lavorare: c'è bisogno di numeri parlamentari e di accordi chiari con altre forze politiche. Non ci interessano le poltrone, siamo disponibili a partecipare a soluzioni serie basate su accordi chiari e su cose concrete e fattibili, credibili in sede europea", ha aggiunto Berlusconi.

Le scelte fatte da M5s e centrodestra sulle cariche istituzionali "sono scelte politiche", ed ora quelle forze "devono dimostrare se sono in grado di avanzare proposte praticabili" per il governo: "Lo dicano chiaramente, si facciano carico delle loro responsabilità". Lo ha detto il segretario reggente del Pd, nella dichiarazione resa al termine delle consultazioni al Quirinale con il Capo dello Stato Sergio Mattarella, ribadendo come il risultato elettorale "negativo" per il Pd "non ci consente di formulare ipotesi di governo che ci riguardino". Ma dalle altre forze politiche, ha aggiunto Martina, "avvertiamo come certi atteggiamenti siano più figli di un secondo tempo della campagna elettorale che di una responsabilità nuova. Il tempo della campagna elettorale è finito e queste forze farebbero bene a tornare con i piedi per terra anche rispetto a soluzioni programmatiche che vorrebbero tenere insieme tutto".

Poi Martina richiama i quattro punti "essenziali per il Paese" e "centrali per la nostra iniziativa di minoranza parlamentare". Questi: questione sociale, lotta alle disuguaglianze per ridurre il disagio sociale. "Siamo in campo per rafforzare, in coerenza con il lavoro fatto in questi anni" gli interventi di sostegno sociale, in particolare pensando alla lotta alla precarietà e nuova occupazione. Qui anche il taglio del costo del lavoro a tempo indeterminato, la riduzione delle tasse per chi crea lavoro e del cuneo fiscale per i lavoratori. Il Pd conferma impegno per la lotta alla povertà, anche con l'estensione del reddito di inclusione.

Le consultazioni sono state aperte ieri dal presidente Mattarella, che nel pomeriggio ha ricevuto la delegazione di Fratelli d'Italia guidata da Giorgia Meloni. "Abbiamo chiesto l'incarico per Matteo Salvini, crediamo che sia giusto che sia lui a tentare di trovare una maggioranza. Se non ci riuscisse spetterebbe a Salvini trovare una personalità diversa. Ma ora noi siamo leali a quanto abbiamo detto agli Italiani", ha detto al termine delle consultazioni al Quirinale Giorgia Meloni. Mentre "non siamo disponibili a governicchi che nascano con la scusa di fare la legge elettorale ma poi si occupano di tutto oltre che della legge". E "non accettiamo veti né ci interessano soluzioni di governo sui veti basate". Meloni ha anche annunciato che Fdi, dandone comunicazione anche Silvio Berlusconi e Matteo Salvini ma con "nostra autonoma iniziativa, questa mattina ha depositato una proposta di modifica della legge elettorale di un solo articolo, che prevede il premio di maggioranza e che si approva in un'ora. E abbiamo scritto al presidente della Camera Fico chiedendo di inserirla nei lavori della Commissione permanente per le prossime settimane, così che se si dovesse tornare alle urne gli italiani saprebbero subito chi deve governare".

"Nel corso dei colloqui con il presidente della Repubblica i rappresentanti di Liberi e Uguali hanno manifestato al Capo dello Stato la disponibilità dei deputati e senatori ad aprire un dialogo in Parlamento con le forze che intendono porre nel programma di Governo, in via prioritaria, i temi di un piano di investimenti per la creazione di nuovi posti di lavoro a sostegno dell'occupazione, la difesa dei diritti dei lavoratori, del rafforzamento del welfare e del Sistema sanitario nazionale, dei diritti civili". Lo si legge in un comunicato del leader di Liberi e Uguali, Pietro Grasso, al termine delle consultazioni. I rappresentanti di Leu, continua Grasso, "hanno inoltre illustrato i motivi dell'indisponibilità a alcun tipo di accordo con le forze di centrodestra, con le quali le distanze programmatiche e politiche sono tali da non consentire nessun tipo di sostegno parlamentare. L'auspicio è che si apra presto, nell'interesse del Paese, una fase di dialogo che coinvolga le forze responsabili e progressiste".