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Consip, Cantone: “cartello” tra aziende per dividersi un appalto da 2,7 miliardi

Roma, 6 Ago 2017 - Il sospetto c’è e pure fondato: un “accordo di cartello” avrebbe consentito a tre imprese concorrenti di spartirsi i principali lotti della gara Fm4, in particolare quelli per la gestione dei servizi della pubblica amministrazione, nell’appalto Consip da 2,7 miliardi di euro. Escludendo, così, le altre aziende. Lo scrive, oggi, il Corriere della Sera, riportando gli esiti dell’istruttoria avviata quattro mesi fa dall’Anac, l’autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, sul lotto di appalti Fm4, già al centro di un'altra istruttoria aperta anche da parte del Garante per la concorrenza e dal quale l'azienda di Alfredo Romeo, arrestato nell'ambito dell'inchiesta, era già stata esclusa. Il dossier è stato trasmesso nelle scorse ore alla Procura di Roma, competente per l’inchiesta.

Le tre aziende sospettate di aver fatto cartello sono Anti Cns, Manutencoop e Kuadra. Le verifiche dell’Anac hanno fatto emergere che "Ati Cns ha presentato offerta per sette lotti di gara, mentre Manutencoop ha presentato offerta per cinque lotti di gara senza mai sovrapporre le proprie offerte". Nel mirino dell'autorità anche il ruolo di Manital, esclusa dalla gara dopo aver vinto quattro lotti per una contestazione di tipo fiscale, e che per questo aveva presentato ricorso al Tar.

"La probabilità del verificarsi di tale evento risulta essere evidentemente assolutamente marginale- conclude l’Anac- Tale probabilità scende ulteriormente allorché si osservi la distribuzione geografica delle istanze dei due concorrenti nella quale si rileva una disposizione a scacchiera, con l'Ati Cns e Manutencoop che si sono spartite tutte le Regioni escludendo Campania, Calabria e Sicilia". E aggiunge: "Appare ragionevole pensare che per la gara Fm4 siano state adottate intese restrittive della concorrenza".

L'inchiesta sull'appalto Fm4 ha più fronti, e tocca anche la politica. L'imprenditore campano Alfredo Romeo e Marco Gasparri, ex dirigente della Consip, sono accusati di corruzione. Sono invece indagati per rivelazione di segreto d’ufficio il ministro Luca Lotti, il comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, e il Emanuele Saltalamacchia. Indagati per traffico di influenze illecite (anche se ci sono molti dubbi sulle accuse) Tiziano Renzi, il padre dell’ex premier, Carlo Russo e Italo Bocchino. Risponde di falso, invece, il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto, mentre al vice comandante Noe Alessandro Sessa viene contestato il reato di depistaggio. Rispondono di concorso in violazione del segreto d’ufficio, il Pm John Woodcock e la giornalista Federica Sciarelli.

Per traffico di influenze sono indagati (anche se con molti dubbi sulle accuse) il padre dell'ex premier, Tiziano Renzi, il suo amico imprenditore Carlo Russo, e l'ex parlamentare e consulente di Romeo, Italo Bocchino. Mentre il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto risponde di falso. Indagato poi per depistaggio il vice comandante del Nucleo operativo ecologico, Alessandro Sessa, mentre rispondono di concorso in violazione del segreto d'ufficio, in riferimento alle notizie pubblicate sulla stampa di atti riservati, il Pm di Napoli Henry John Woodcock e la conduttrice di 'Chi l'ha visto' Federica Sciarelli.

Sulla Consip indaga anche la Corte dei conti: sarebbero emerse irregolarità su alcuni incarichi concessi a legali esterni. Consulenze ritenute anomale per numero e per importi pagati.

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