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Femminicidio: 5 casi in poche ore. Bollettino di guerra

La cronaca di queste ore sui femminicidi è un vero e proprio bollettino di guerra. Due donne uccise dai loro compagni, con un assassino suicida ed una ragazza in coma, massacrata di botte dal proprio fidanzato, che si è poi suicidato. Si aggiungono ai due femminicidi del 13 luglio, nonostante l'aumento delle denunce per atti persecutori o maltrattamenti.

Il bilancio già pesante ha visto altri episodi di violenza sulle donne, come le quattro ragazze che sarebbero state abusate a Monza dal titolare dei centri estetici dove stavano facendo uno stage.

Il 2016 ha visto un femminicidio ogni tre giorni: il numero delle vittime oscilla, a seconda delle fonti, da 110 fino a 120. Secondo i dati ufficiali nei primi cinque mesi del 2017 si sono contati almeno 29 casi.

Un operaio di 56 anni ha ucciso l'ex moglie, una romena di 42 anni, a coltellate, mentre era nella casa di due anziane che accudiva. È accaduto il giorno prima dell'udienza di separazione. La vittima è morta in ospedale in seguito alle ferite al fegato ed al polmone destro. I Carabinieri sono riusciti a far costituire l'operaio avvalendosi dell'aiuto del figlio della coppia, un bambino di nove anni.

Un 79enne ha prima soffocato la moglie di 81 anni avvolgendole una busta di plastica in testa e poi si è tolto la vita lanciandosi dal quinto piano della loro casa a Monteverde.

Un giovane di 25 anni, Riccardo Madau, ha duramente picchiato la fidanzata al termine di una lite e, credendola morta, si è gettato da un cavalcavia vicino allo stadio Sant'Elia. La ragazza, Manuela Picci, di 26 anni invece era ancora viva all'interno di un'autovettura ed è ricoverata in ospedale, dove è in coma farmacologico.

Il 13 luglio una 48enne donna pugliese è stata uccisa dal suo compagno, secondo gli investigatori, durante l'ennesimo litigio. "Si è ferita da sola col coltello" ha spiegato il 32enne omicida. Non si spiega però come mai il corpo della vittima è stato trovato avvolto in un tappeto.

A Dragoni, sempre il 13 luglio, è stata uccisa una donna di 49 anni. Il compagno, un 61enne, le ha sparato su una panchina: la donna era sopravvissuta appena un anno fa a 25 coltellate dell'ex marito, che si trova in carcere.

Un'analisi del fenomeno è stata fatta pochi giorni fa dal Capo della Polizia, Franco Gabrielli, in audizione alla Commissione Parlamentare d'inchiesta: anche se dai dati emerge un calo dei femminicidi non si può essere ottimisti. Persiste "un'area oscura di abusi e maltrattamenti" frutto di "una subcultura che reifica la donna disconoscendole il diritto alla libertà e all'autonomia" ha detto il Capo della Polizia. Il contrasto, per Gabrielli, "non si può fare solo con strumenti di polizia. Occorre fare rete tra mondo della prevenzione, della repressione e le istituzioni che operano nel sociale. Solo con uno sforzo sinergico possiamo pensare di abbattere il fenomeno". Secondo i dati della Polizia l'aggressore è in maggioranza il partner (53%) o l'ex partner (15%). Tra i moventi si registra un calo di quello passionale ed una crescita dei rancori personali. I nuovi strumenti di prevenzione messi a disposizione dal legislatore, ha spiegato Gabrielli, "hanno cominciato ad incidere sulla riluttanza delle vittime a denunciare".

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