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Eseguiti sequestri a carico di tre giovani cagliaritani agli arresti domiciliari dopo la condanna per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti

Cagliari, 16 Giu 2017 - Il 14 giugno scorso, i carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Cagliari, con ausilio di personale della compagnia cc sempre della città, hanno dato esecuzione ai decreti di sequestro preventivo emessi dal G.I.P. del Tribunale di Cagliari, nei confronti di Nicola Feboli, di 32 anni, Simone Feboli, di 29 anni e Nicola Desogus, di 30 anni, tutti del capoluogo e con precedenti penali.

Al momento i tre si trovano tutti agli arresti domiciliari dopo essere stato arrestati il per l’arresto del 23 gennaio scorso.

Il provvedimento recepisce la proposta dei militari inoltrata nello scorso mese di marzo, nell’ambito degli accertamenti patrimoniali avviati nell’indagine in materia di stupefacenti.

Il sequestro ha riguardato beni per un valore complessivo di oltre 100.000 euro: somme di danaro e rapporti finanziari (conti correnti, assicurazioni, polizze vita, ecc) per un valore pari a circa 90.000 €; una autovettura (fiat 500), ulteriore alle 2 (Lancia Musa E Fiat 500) vetture già sequestrate all’atto dell’arresto, utilizzate per l’attività delittuosa.

I precedenti - I giovani cagliaritani erano stato arrestati dai carabinieri sempre del Nucleo investigativo di Cagliari il 23 gennaio scorso, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e all’epoca del reato erano incensurati.

Gli arresti sono il risultato di un provvedimento di esecuzione di misure cautelari in carcere nei confronti dei primi 2 arrestati scaturito dalla piena condivisione, da parte della competente A.G. (dott. Porcu), delle risultanze investigative raccolte in attività di indagine condotto dagli investigatori del Nucleo investigativo cc dai primi di giugno a fine novembre 2016; il terzo arresto in flagranza è maturato nel corso delle operazioni di esecuzione dei primi 2 arresti.

Nel corso delle operazioni e connesse perquisizioni, personali e domiciliari, erano stati rinvenuti e sequestrati oltre 300 gr di cocaina; materiale vario per il confezionamento dello stupefacente tra cui, tre bilancini elettronici, una pressa in metallo, varie buste in plastica; 9 cellulari utilizzati dagli indagati per l’attività di spaccio; materiale di tipo cartaceo di valenza probatoria; 50 grammi di sostanza da taglio; la somma in contanti di 23.000 euro circa in banconote di vario taglio più un libretto postale intestato ad uno degli indagati con un saldo attivo di circa 50.000 euro, ritenuti provento di spaccio; 2 autovetture, ritenute strumento funzionale all’attività di spaccio.

L’indagine, in sostanza, aveva consentito di appurare che gli spacciatori, incensurati, conducevano una vita apparentemente poco visibile e di sequestrare documenti di tipo “commerciale” (forniture, clienti, ecc,) e “contabile” (entrate/uscite, ecc.) e, infine, di svelare un circuito qualitativo diverso da quello tipico “di piazza” (circuito molto discreto, attento, selezionato), in definitiva,  più rivolto a clienti con tenore di vita/redditi di tipo medio/alto e pressoché circoscritto al capoluogo.