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Prezzi, Istat: inflazione ai massimi da 4 anni. Debito pubblico torna a crescere

Roma, 15 Mar 2017 - Il tasso di inflazione all'1,6%, rilevato dall'Istat a febbraio nei dati definitivi, è il più alto a partire da quattro anni. Per trovare un dato più elevato bisogna tornare a febbraio 2013 (quando era all'1,9%). L'aumento dell'inflazione, spiega l'Istat, "è da ascrivere principalmente all'accelerazione della crescita dei prezzi delle componenti maggiormente volatili, ossia gli alimentari non lavorati (+8,8%, era +5,3% a gennaio) e i beni energetici non regolamentati (+12,1%, da +9,0% del mese precedente) alla quale si sommano la dinamica dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+2,4%, in accelerazione dal +1,0% di gennaio) e l'attenuazione della flessione di quelli dei beni energetici regolamentati (-1,6%, dal -2,8% del mese precedente)". Di conseguenza, l'"inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sale di appena un decimo di punto (+0,6%, da +0,5% del mese precedente) mentre quella al netto dei soli Beni energetici si porta a +1,3%, da +0,8% di gennaio. L'aumento congiunturale dell'indice dei prezzi al consumo è principalmente dovuto ai rialzi dei prezzi degli alimentari non lavorati (+3,0%), dei beni energetici regolamentati e non (rispettivamente +1,1% e +0,5%) e dei servizi relativi ai trasporti (+1,0%). L'inflazione acquisita per il 2017 è pari a +1,1% per l'indice generale e +0,1% per la componente di fondo.

Torna a crescere il debito pubblico italiano. A gennaio, secondo i dati della Banca d'Italia, il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 32,7 miliardi, attestandosi a 2.250,4. L'incremento è dovuto all'aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (34,3 miliardi, a 77,4; 63,5 miliardi alla fine di gennaio del 2016), solo in parte compensato dall'avanzo di cassa (1,3 miliardi).

Il livello del debito raggiunto a gennaio non fa segnare un nuovo record (toccato a luglio 2016 con 2.255,2 miliardi). L'aumento delle disponibilità liquide del Tesoro, spiega l'istituto centrale, è stato parzialmente compensato anche dall'effetto complessivo degli scarti e dei premi all'emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e della variazione del cambio dell'euro (0,4 miliardi). Con riferimento alla ripartizione per sotto settori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 33,2 miliardi, quello degli Enti di previdenza di 0,1 miliardi; il debito delle Amministrazioni locali è invece diminuito di 0,6 miliardi.

Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari in gennaio a 35,4 miliardi, in aumento del 3,3 per cento rispetto allo stesso mese del 2016. Lo scrive la Banca d'Italia nel fascicolo "Finanza pubblica, fabbisogno e debito" spiegando che al netto di alcune disomogeneità contabili che riguardano principalmente gli incassi dell'Iva e dell'Irpef, si può stimare che l'incremento sia stato più contenuto.

Cresce l'occupazione nell'Ue che tocca il livello più alto dal 2008 nell'Eurozona e addirittura un nuovo record assoluto tra i Ventotto. Dai dati diffusi da Eurostat, emerge che nel periodo ottobre-dicembre 2016 gli occupati nei 19 Paesi dell'area euro hanno toccato quota 153,9 milioni, una cifra che non si toccava dal terzo trimestre del 2008. Per l'insieme dei 28 Paesi Ue si registra un record assoluto del numero di occupati, 232,9 milioni. Nel quarto trimestre del 2016 l'occupazione è aumentata dello 0,3% nell'Eurozona e dello 0,2% nell'insieme dell'Ue. In particolare tra i 19 Paesi della moneta unica le persone con un lavoro sono aumentate dell'1,1% rispetto allo stesso periodo del 2015. Il dato dell'intero 2016 è in crescita dell'1,3% sul 2015. Tra i Ventotto, la crescita del numero degli occupati è stata dell'1% rispetto al quarto trimestre del 2015 e dell'1,2% nel raffronto tra l'intero 2015 e l'intero 2016. Per l'Italia Eurostat ha stimato un aumento dell'occupazione dello 0,3% su base trimestrale e dell'1,1% rispetto allo stesso periodo del 2015.

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