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Premier: aiuti per le pensioni minime e per l’anticipo. Più soldi per gli statali

Roma, 7 Sett 2016 - Nella legge di bilancio ci saranno "due misure sulle pensioni: per dare chi ha più la mano sulla pensione minima" con "una sorta di quattordicesima" e trovare il modo di agevolare chi vuole andare in pensione prima, con uno scivolo o anticipo pensionistico, rinunciando a pochino". Ospite di "Porta a porta, Matteo Renzi rassicura pensionati e pensionandi. "Tutti quelli che sono arrivati a tre anni prima della pensione o attraverso anticipo pensionistico che costi un'inezia o con accordi privati potranno andare in pensione anticipata", precisa.

"Noi abbiamo dato il primo anno 80 euro" a chi aveva meno di 1.500 euro al mese. "L'anno dopo lo abbiamo fatto per le forze dell'ordine e l'esercito. Gli 80 euro è una misura che cerchiamo di dare come messaggio di equità. Quest'anno ci sarà un intervento di aiuto a chi prende poco di pensione e sarà nella legge di stabilità 2017. Quando si dice 'intervento sulle pensioni' vuol dire che metteremo più denari in tasca a chi di pensione prende poco poco".

"Ma siccome parliamo ai pensionati, loro sanno che è fondamentale rilanciare il lavoro dei giovani, sanno che bisogna fare le due cose insieme, cioè una misura giusta sulle pensioni per dare qualche risorsa in più e di equità per chi ha pensioni basse ma continuare la creazione di lavoro", aggiunge.

"Siamo per l'adeguamento salariale e il rinnovo contrattuale" per i dipendenti pubblici, dice il premier. "Bisogna legarlo anche a incentivi di merito, come per i dirigenti. Questo richiede un cambio di mentalità molto complicato ma ci stiamo arrivando".

Renzi torna a parlare anche del referendum sulle riforme.  "Entro il 25 settembre fissiamo la data" del referendum, che a quel punto si terrà "tra i 50-70 giorni" successivi. "Ascolteremo il parere delle opposizioni" ma "a naso sarà tra il 15 novembre e il 5 dicembre".

"Non ci ho ripensato. Il punto è che dal giorno dopo in cui ho detto che me ne sarei andato se avesse vinto il No, tutti dicevano che volevo personalizzare il referendum e che volevo fare un plebiscito. Così non ne parlo più". Così il presidente del Consiglio. "Questo referendum non riguarda una singola persona, ma la riduzione delle poltrone. Semplificazione nella legislazione. Meno poteri alle Regioni, via i rimborsi ai consiglieri regionali. Più potere ai cittadini", riassume.

Il premier affronta anche il tema della legge elettorale. "Noi siamo pronti a cambiare l'Italicum se ci sono i numeri in Parlamento. Sia che la Corte Costituzionale dica sì, sia che dica no", risponde a una domanda su cosa accadrà se il 4 ottobre la Consulta boccerà una parte della legge elettorale.

"Quando mi sento dire che bisogna restituire gli ottanta euro, dimostra una volta di più che certi messaggi che tendono a dare preoccupazione sono sbagliati. Non è che non avverto le difficoltà di ottantamila persone ma per questi ottantamila ci saranno altri 160mila che avranno diritto agli 80 euro. Non c'è da restituire gli ottanta euro. Questo deve essere chiaro", dice Renzi, aggiungendo che solo i non aventi diritto, lo 0,6% su 9 milioni, dovranno restituire quanto percepito.

"A me dispiace. Io non dico 'evviva' perché vedo gli altri fallire. Virginia Raggi rappresenta Roma. Se lei fa bella figura, fa bella figura Roma", dice il premier. "Le scene di queste ore sono francamente indecorose. Ma io personalmente e umanamente sono dispiaciuto. Mi dispiace perché vedo in questa vicenda tante bugie, e non ho mai visto tante bugie tutte insieme. Ma io non festeggio".