Alla fine i soldati ucraini hanno lasciato Debaltsevo. I ribelli filorussi, dopo l'aeroporto di Donetsk, hanno infatti espugnato la città che è uno strategico nodo ferroviario. Su Debaltsevo ora spicca la bandiera della Novorossia (croce blu di sant'Andrea su sfondo rosso), come ora Mosca chiama i territori separatisti riprendendo il nome zarista dell'attuale Ucraina sud-orientale. Debaltesvo sin dal vertice di Minsk ha rappresentato un nodo insoluto nel braccio di ferro tra Putin e il trio Merkel-Hollande-Poroshenko.
La presa della città da parte dei filorussi è stata condannata dalla comunità internazionale come una grave violazione degli accordi di Minsk, che prevedevano la tregua da domenica, mentre le milizie hanno continuano la loro offensiva, anche se ieri hanno lanciato segnali di distensione annunciando l'inizio del ritiro degli arsenali pesanti. "Si sono arresi a centinaia consegnando le armi", si sono vantati i capi dei ribelli.
L'Ucraina si rifiuta di parlare di una sconfitta. Il presidente ucraino ieri Poroshenko è volato al fronte per stringere le mani degli "eroi" ucraini, dopo aver annunciato un "ritiro pianificato" con le armi verso Artiomivsk, a 35 km da Debaltsevo. A suo avviso si tratta di un "colpo ai denti" ai ribelli, una dimostrazione che non c'era accerchiamento, come sostenevano i separatisti. I giornalisti hanno assistito alla ritirata delle truppe ucraine, con colonne di tank, blindati e veicoli leggeri. E la sostanza sembra essere che Kiev è stata costretta a cedere la città strategica.
Il bilancio dei combattimenti Intanto è ancora ignoto il vero bilancio degli ultimi giorni di combattimenti intorno alla città. Se i ribelli sostengono di aver ucciso tra i 2000 e i 3000 soldati, Kiev ufficialmente ammette la morte di 22 uomini, di cui sei durante il "ritiro pianificato" da Debaltsevo, 150 feriti e solo qualche prigioniero. Alcuni media, anche ucraini, hanno però visto all'obitorio di Artiomivsk alcune decine di cadaveri di soldati, alcuni in sacchi di plastica neri, e una lunga fila di bare di legno.
La presa di Debaltsevo è stata condannata fermamente dall'Occidente come "Una chiara violazione del cessate il fuoco". Il capo della diplomazia Ue, Federica Mogherin, ha ricordato che Bruxelles "resta pronta a prendere misure appropriate nel caso in cui continuino i combattimenti e altri sviluppi negativi in violazione degli accordi di Minsk". Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha accusato i ribelli di aver "messo a rischio" gli accordi di pace, sostenendo che truppe e mezzi russi "sono sempre attivi in Ucraina". L'offensiva ribelle è "nefasta per le speranze di pace", ha commentato la cancelleria tedesca, sottolineando che in caso di nuova escalation "potrebbero essere necessarie" nuove sanzioni contro Mosca. La Russia ha però invitato l'Occidente a cessare la guerra delle sanzioni e ad avviare un dialogo costruttivo, pur riservandosi il diritto di rispondere alle nuove sanzioni del Canada.