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Giunta elezioni Senato: sì a decadenza Berlusconi

Sì, a maggioranza, della Giunta per le elezioni del Senato alla decadenza di Silvio Berlusconi. Ora, la decisione finale spetterà all'aula. Molte le polemiche con Renato Schifani che ha chiesto di fermare la camera di consiglio della giunta stessa

La giunta per le elezioni del Senato vota per la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. Lo ha annunciato dopo 6 ore di camera di consiglio il presidente Dario Stefano che rientrando brevemente in seduta pubblica comunica che la giunta ''ha deciso a maggioranza di proporre all'assemblea del Senato di deliberare la mancata convalida dell'elezione di Silvio Berlusconi a senatore''.

Ora, ha spiegato ancora Stefano, la ''relazione scritta contenente le motivazioni della decisione sarà sottoposta alla giunta nella prossima seduta, onde poter essere presentata al Senato entro il termine previsto di 20 giorni dall'adozione della decisione''.

Il presidente della Giunta Dario Stefano non ha accolto la richiesta del Pdl di sospendere la camera di consiglio sulla decadenza di Silvio Berlusconi a causa del post su Facebook del commissario M5S Vito Crimi perché "è previsto ciò li si possa fare solo per cause di forza maggiore o in caso di guerra" e perché comunque "mi sono sembrate sufficienti le spiegazioni che Crimi mi ha dato". Anche se "ho voluto richiamare tutti i commissari - ha riferito lo stesso Stefano, letta la decisione della Giunta - a evitare di incorrere in incidenti durante la camera di consiglio" "Crimi, in ogni caso - ha sottolineato Stefano- mi ha dimostrato essere stato da lui postato qualcosa di cui non era l'autore principale e comunque pubblicato in precedenza e non durante i lavori della Giunta. E "questo mi è sembrato sufficiente per ritenere non doversi sospendere una seduta e interrompere i lavori"

"La relazione scritta recante le motivazioni della decisione sarà sottoposta alla giunta nella prossima seduta onde poter essere presentata al Senato entro il previsto termine di venti giorni dall'adozione della decisione". Lo ha detto il presidente della giunta del Senato Dario Stefano, al termine della seduta.

"Peggio del previsto. Il copione era stato già scritto e se ne conosceva la trama ma si è andati oltre ogni limite di tollerabilità". Lo afferma il presidente dei senatori del Pdl Renato Schifani commentando la decisione della Giunta per le elezioni del Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore.

"Al verdetto politico, fondato sul pregiudizio e sull'odio verso Silvio Berlusconi, in palese violazione del principio della non retroattività della legge penale sancito dalla Costituzione, oggi si è aggiunto l'intollerabile comportamento di un senatore che ha infranto il patto di riserbo dell'udienza pubblica dell'organismo parlamentare e inficiato così la legittimità della decisione. Un comportamento, questo - rileva Schifani - che avrebbe dovuto imporre lo stop ai lavori, come abbiamo richiesto al presidente Grasso. Ora spetterà all'Assemblea del Senato evitare che si consumi definitivamente questo gravissimo vulnus costituzionale e regolamentare. Ci auguriamo che gli alleati di governo, Partito democratico e Scelta Civica, abbiano in quella sede un sussulto di responsabilità e respingano insieme al Pdl il pronunciamento odierno".

La decisione del giunta del Senato di proporre all'aula la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore "mina profondamente la storia democratica del Paese e lo stato di diritto". E' quanto dicono gli avvocati Coppi, Ghedini e Longo, legali dell'ex premier.  "La decisione di una Giunta la cui maggioranza dei componenti già aveva votato con chiare e molteplici dichiarazioni alla stampa - sostengono i tre legali - era del tutto prevedibile. Addirittura si è assistito a insulti in diretta nei confronti del Presidente Berlusconi da parte di uno dei componenti della Giunta che avrebbe dovuto non solo essere, ma anche apparire imparziale".

"Tanta era la fretta - proseguono Coppi, Ghedini e Longo - che non si è voluto né investire la Giunta per il regolamento né inviare gli atti alla Corte Costituzionale né alla Corte di Lussemburgo né attendere la decisione del ricorso a Strasburgo. Vi era evidentemente il timore che altri organismi potessero emanare statuizioni che modificassero la decisione già assunta".

"Violando i principi del giusto processo e della irretroattività della legge penale - concludono i legali - si è creato un gravissimo precedente che mina profondamente la storia democratica del Paese e lo stato di diritto".
Questa indegna decisione è stata frutto non della corretta applicazione di una legge ma della precisa volontà di eliminare per via giudiziaria un avversario politico che non si è riusciti ad eliminare nelle urne attraverso i mezzi della democrazia". E' quanto si legge in una nota diffusa da Silvio Berlusconi.

"La democrazia di un Paese si misura dal rispetto dalle norme fondamentali poste a tutela di ogni cittadino", afferma ancora il leader Pdl. "Violando i principi della Convenzione Europea e della Corte Costituzionale sulla imparzialità dell'organo decidente e sulla irretroattività delle norme penali - accusa Berlusconi - oggi sono venuti meno i principi basilari di uno stato di diritto. Quando si viola lo Stato di diritto - conclude - si colpisce al cuore la democrazia".

"Siamo sempre stati e continueremo ad essere dalla parte del nostro presidente Silvio Berlusconi. La risposta della Giunta è un accelerazione anomala nelle procedure e svela un accanimento che nulla ha a che vedere con la Giustizia". Lo afferma il segretario del Pdl Angelino Alfano.

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